Pensioni Ape social, la platea Fvg potrebbe non superare le 400 persone
Sono soltanto 400, se verrà confermata anche a livello regionale la media nazionale che vede al momento bocciate 2 domande su 3, i lavoratori del Friuli Venezia Giulia che potranno accedere alla pensione anticipata attraverso l’Ape sociale e la cosiddetta “quota 41” prevista per i lavoratori precoci.
Questa la stima della Cgil Fvg, che con il segretario generale Villiam Pezzetta ed Ezio Medeot, leader regionale del sindacato pensionati Spi-Cgil, punta il dito contro l’esito fin qui deludentissimo delle due misure, varate con la Finanziaria 2017 in attuazione del protocollo Governo-sindacati del settembre 2016.
«Se è vero come è vero che già ci trovavamo di fronte a una modifica minima rispetto all’impianto della Fornero – dichiarano Medeot e Pezzetta – l’ufficializzazione dell’esito della prima verifica, in base alla quale sarebbero prive di requisiti il 65% delle domande di Ape social e addirittura il 70% nel caso dei lavoratori precoci, è una beffa inaccettabile nei confronti di quei 66mila lavoratori, 1.362 a livello regionale, che avevano presentato domanda al 15 luglio di quest’anno. L’ennesimo flop di una misura varata con oltre tre mesi di ritardo rispetto ai tempi annunciati e segnata, dopo la sua attuazione, da un clamoroso corto circuito nelle comunicazioni tra Governo e Inps. Non a caso è stato lo stesso ministero del Lavoro a fornire all’Inps nuovi indirizzi interpretativi alla luce dei quali procedere a un riesame delle istruttorie».
Anche se la nuova verifica dovesse portare a un aumento degli esiti positivi, però, è stato lo stesso Inps a prevedere un numero finale di domande accolte largamente inferiore alla platea prevista dal Governo. L’impegno finanziario del Governo, quindi, sarà in ogni caso largamente inferiore alla risorse stanziate. Questo anche nell’ottimistica ipotesi che nella platea 2017 possa rientrare un cospicuo numero di domande presentate dopo il 15 luglio ed entro il 30 novembre, che in base al decreto attuativo possono essere accolte già quest’anno in presenza dei requisiti e della copertura finanziaria.
«Quanto accaduto – sottolineano Pezzetta e Medeot – conferma che i paletti introdotti dal Governo, come sostenuto dai sindacati, erano ingiustificatamente rigidi. Gravissima, in particolare, la scelta di escludere i disoccupati per scadenza di un contratto a termine, che non a caso rientreranno nella platea dal 2018. Ecco perché sarebbe non soltanto opportuno, ma anche necessario, che il Governo, con un decreto ad hoc, anticipasse al 2017 i nuovi e più estensivi criteri previsti per il prossimo anno dalla manovra appena varata».
Ad aggravare il giudizio dei sindacati anche il protrarsi del già enorme ritardo, che sfiora ormai gli otto mesi, nell’approvazione del decreto attuativo sull’Ape volontario. «Il nostro giudizio sulla misura, troppo costosa per chi vuole accedere a titolo oneroso al pensionamento anticipato, resta fortemente negativo – spiegano ancora Pezzetta e Medeot – ma anche in questo caso il Governo non ha saputo rispettare le aspettative che aveva generato: un errore ancora più imperdonabile se si considera che anche per l’Ape volontario, come per Ape social e precoci, il decreto attuativo doveva essere approvato a inizio marzo e la decorrenza dei benefici era fissata per il 15 maggio». Da qui l’intenzione di proseguire con ancora maggiore decisione nella mobilitazione promossa per rivendicare una revisione profonda della legge Fornero, concludono i segretari regionali di Cgil e Spi, «a beneficio non solo dei pensionati di oggi e di domani, ma in primis dell’occupazione giovanile, duramente penalizzata anche in regione dal progressivo e drastico incremento dell’età pensionabile».