Cisl Fvg: l’occupazione cresce, ma l’industria non decolla
Le stime dicono che, rispetto allo stesso periodo del 2016, nel secondo trimestre 2017, l’occupazione è cresciuta di 11mila unità; ovvero 11mila posti di lavoro in più in regione. E’ sicuramente un dato positivo, ma che va legato a due considerazioni, che invece, preoccupano, e molto: la prima è che, per lo più, si tratta di contratti a termine e la seconda è che le grandi crisi industriali che hanno colpito il Friuli Venezia Giulia in questi anni non sono affatto superate.
Il segretario generale della Cisl Fvg, Alberto Monticco, va dritto al punto: “l’occupazione va agganciata alla ripresa dell’industria, altrimenti da sola non basta”. Tanto più che, se si va a guardare il dato scorporato delle nuove assunzioni, si scopre che (comparando i primi trimestri 2016 e 2017, ma il trend sarebbe confermato anche per il secondo trimestre) a fronte del 5,8% in più di tempi indeterminati, i lavori a termine sono cresciuti del 14,3% e che anche forme di inserimento lavorative che andrebbero valorizzate, come ad esempio l’apprendistato, contano numeri troppo bassi, nonostante la crescita: parliamo, infatti, di soli 472 giovani.
“E’ chiaro che un’occupazione di questo tipo non si sostiene da sola, ma deve essere incoraggiata da interventi strutturali che guardino all’industria”. I fronti di crisi sono, di fatto, ancora troppo estesi: basti pensare che sui tavoli regionali e del Mise, ad oggi, si è chiuso solo il nodo Wartsila. Restano, invece, aperte, per il Friuli Venezia Giulia, le vertenze Burgo, Ferriera, Mangiarotti, Idealstandard e, per quanto riguarda il settore del legno e dell’edilizia, Colombini di Trieste, Legnotecnica e Salp di Udine, oltre alle negatività consolidate nel comporto edile pordenonese. E questo solo per citare le crisi più note e che riguardano direttamente quasi un migliaio di lavoratori.
“L’auspicio – incalza Monticco, a pochi giorni dalla presentazione delle linee guida sulla Finanziaria – è che la Regione tenga conto nella Manovra di quelle che sono le reali priorità del territorio, investendo risorse, a partire dalle infrastrutture”.
La fotografia del Friuli Venezia Giulia lascia pochi spiragli: l’industria non avanza tanto da recuperare i livelli occupazionali pre-crisi; troppe sono le crisi ancora aperte e il dato dell’occupazione, seppure positivo, riguarda prevalentemente le stabilizzazioni, ma non nuovi posti di lavoro. “Di fronte a questo scenario ci attendiamo la conferma di alcune importanti impostazioni: il consolidamento del principio di crescita e misure per il sostegno al reddito, oltre a risorse per il mondo del lavoro; ma anche nuove politiche attive (importante in tal senso il protocollo per l’apertura di un ufficio dell’Agenzia Regionale su Fincantieri a Monfalcone) abbinate ad eventuali strumenti alternativi agli ammortizzatori in deroga, ormai in scadenza (o spariti, come la cassa in deroga) e ad un maggiore ruolo alla concertazione, che già in un passato recente ha saputo trovare soluzioni funzionali”.
Resta poi, per la Cisl Fvg, l’urgenza di essere conseguenti a Rilancimpresa, a partire dalla costruzione sistemica e strutturata di filiere innovative, capaci, con le proprie lavorazioni e prodotti, di supportare le grandi aziende della regione, ma soprattutto prendere in mano con maggiore determinazione le crisi in atto. “Se oggi – commenta Monticco – ci troviamo ancora con tanti fronti caldi, forse andrebbe aperta una riflessione sulle modalità di gestione degli stessi, in modo da assicurare interventi più decisivi e tempestivi”.