Alpinista vola per trenta metri sul Mangart. Soccorso da una cordata italo-slovena
Pomeriggio impegnativo per il Soccorso Alpino di Cave del Predil. La chiamata è arrivata intorno alle 13 con richiesta di intervento alla base di Forcella della Lavina, nel Gruppo del Mangart, nelle Alpi Giulie a quota 1200 metri ca. Qui due cordate di alpinisti romagnoli, in tutto cinque persone, erano impegnate nella scalata della nota cascata di ghiaccio denominata Spada di Damocle. Uno dei capocordata, A. (nome) S. (cognome) del 1964, di Rimini è caduto prima di arrivare al punto di sosta arrestando la sua caduta grazie alla corda a cui era legato dopo circa trenta metri di volo.
L’uomo ha riportato diversi traumi. I primi soccorsi, fondamentali, sono stati prontamente effettuati – con tecnica di autosoccorso impeccabile a detta dei tecnici del CNSAS – da una cordata italo – slovena di alpinisti che aveva già concluso la cascata e che si stava calando in corda doppia. Nel frattempo le squadre del CNSAS di Cave assieme ai tecnici di soccorso della Guardia di Finanza di Sella Nevea, in tutto dodici uomini, si stavano organizzando per giungere tempestivamente sul posto, dal momento che per l’elicottero della centrale operativa di Udine era impossibile recarvisi a causa della scarsa visibilità dovuta alla nebbia.
Il loro arrivo è stato reso possibile anche grazie all’impiego di due motoslitte per il trasporto dei materiali, motoslitte messe a disposizione dal gestore del Rifugio Zacchi e dal direttore della scuola nazionale di cani da slitta di Fusine, mentre i tecnici del soccorso sono giunti sul posto utilizzando gli sci e le pelli di foca. L’uomo è stato stabilizzato, imbarellato e trasportato fino a Fusine, dove è stato consegnato all’ambulanza e trasportato all’ospedale di Tolmezzo per gli accertamenti di rito. L’intervento si è concluso intorno alle 18.