Le sculture della bujese Alessandra Aita in mostra dal 5 giugno a Milano
La scultrice bujese Alessandra Aita esporrà le sue opere dal 5 giugno (vernissage alle ore 18) al 1° luglio alla Alson Gallery di Milano, a due passi dal Duomo.
La mostra si intitola “Wood sculptures”.
Alessandra Aita dopo aver studiato presso l’Istituto Statale d’Arte di Udine, ha frequentato un corso professionale di grafica e si è da subito dedicata alla carriera professionale. Dopo brevi esperienze lavorative ha aperto il proprio studio operando nel campo della grafica pubblicitaria. Da alcuni anni ha intrapreso la strada dell’arte seguendo le orme del padre, anch’egli artista contemporaneo.
Nelle sue realizzazioni riesce a trasmettere una forte energia espressiva che nasce da una profonda ricerca materica, da una nuova interpretazione dei suoi mezzi di lavoro professionale e da un’attenta analisi della società in cui viviamo. Ha sempre avvertito il bisogno di esprimersi attraverso l’arte e fin da giovanissima ha sperimentato l’utilizzo di diversi materiali e tecniche per poi lasciarsi sedurre dalla scultura e dal legno.
“L’arte di Alessandra Aita si fonda sul contrasto e l’accostamento fra corpo e anima, materia e spirito. I corpi di legno delle sue sculture sono come ruvide corazze corrose dal tempo che si aprono per lasciar trapelare la preziosa essenza vitale che da loro s’irradia in modo incandescente. La scultrice abbina magistralmente il legno, elemento arcaico e la moderna tecnologia luministica, per creare opere d’incantevole splendore. La luce in alcune delle sue sculture assume il significato mistico di ‘luce spirituale’, scintilla divina che abita all’interno dei corpi. Corpi che lei costruisce con un lavoro paziente e antico, utilizzando materiali di recupero che vengono assemblati per raggiungere poetiche sembianze umane. Gli uomini e le donne scolpiti da Alessandra Aita sono carichi di vita interiore, le fisionomie sono introspettive, le anatomie pervase da cocente dinamismo psichico, seppure bloccate nella loro statuaria fissità. Ma l’interiorità ricca di questi personaggi è talmente preponderante da spezzare e travalicare la forma e tradursi in luce, la più pura sublimazione della materia. Materia e Spirito, Corpo e Anima sono quindi messi in gioco in queste sculture ed utilizzati per produrre un contrappunto fatto di metafore e continue allusioni luministiche e chiaroscurali, al fine di tradurre in forma l’essenza degli esseri umani”. (Ivan Buttazzoni, filosofo e critico d’arte)