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Una serata particolare ad Arta Terme per parlare di Portatrici Carniche e memoria storica locale

Ha senso a distanza di 100 anni riprendere in mano la storia della Grande Guerra, magari rivisitarla, studiarla e analizzarla?

Ha senso nella misura in cui si esce dalla retorica, si guarda oltre i forzati paraocchi, si dà spazio e voce non solo ai testi ufficiali, ma anche ai diari della gente comune, si evita di citare ad ogni piè sospinto la parola Patria quale panacea giustificatrice di ogni scelta.

E’ questa la proposta culturale che prenderà vita nel Palazzo Savoia di Arta Terme sabato 16 giugno alle 20.30: la guerra vissuta dalla gente tratta dalle pagine dei diari, degli archivi e dei documenti rimasti a lungo secretati.

Dopo uno sguardo generale alla situazione venutasi a creare nel 1914, gradatamente si entra nel cuore delle vicende vissute, l’esito della Grande Guerra è noto e la dimensione della tragedia traspare dai numeri: dai soldati impegnati a quelli che perirono sul fronte, dai feriti agli invalidi permanenti, dai denunciati all’autorità giudiziaria militare per renitenza e per reati commessi sotto le armi ai processi, dalle diserzioni alle insubordinazioni, dalla disobbedienza alla codardia e all’autolesionismo, dalle fucilazioni al petto o alla schiena alle esecuzioni sommarie sul campo…

E l’assurdità della guerra, sui nostri monti, trova l’un contro l’altro armati’ uomini che fino a pochi giorni prima dell’inizio avevano lavorato insieme, amici, conoscenti. E così sul fronte non si spara e tra le trincee distanti pochi metri i soldati familiarizzano, si scambiano viveri e sigarette come racconta il diario di Job Vittorio Giovanni di Illegio.

Con il fronte a pochi passi ed il grande numero di feriti, era necessario provvedere ad una rete sanitaria efficiente che potesse intervenire a lenire e possibilmente ridurre le sofferenze dei soldati colpiti dal ‘piombo nemico’. E Arta diviene un centro nevralgico per assistere i sofferenti.

La guerra si faceva sulle montagne e i rifornimenti ai reparti schierati dovevano essere portati a spalla. La situazione venutasi a creare con i feroci combattimenti, non permetteva che venissero sottratti i soldati dalle linee per adibirli a questo servizio. Ecco quindi che il Comando Logistico della Zona e quello del Genio, chiesero aiuto alla popolazione. Ma a chi? Gli uomini validi erano tutti alle armi, nelle case solo donne, anziani e bambini.

E il pensiero corre alle mai stanche donne della Carnia che alla drammatica richiesta di aiuto della Patria si sono caricate la gerla sulle spalle con viveri e munizioni ed hanno fatto la spola al fronte ‘par dâ une man a chei biâts soldâts’ sicure che lungo il confine dove si trovavano a combattere i loro mariti e/o figli altre donne avrebbero fatto lo stesso.

Una Patria con la memoria molto corta tant’è che passeranno anni prima che le portatrici carniche vedano in qualche modo riconosciuto il loro sacrificio: la concessione del Cavalierato di Vittorio Veneto giungerà quando ormai l’esistenza di molte è già conclusa.

A queste donne è dedicato l’incontro di Arta e nel cuore della lettura scenica alcune di esse (di Cercivento, Cleulis, Tualis, Timau e Rivalpo Valle) riprenderanno vita grazie alle interviste inedite realizzate nel 1983, tratte dall’Archivio di Video Strega di Cercivento.

Le note della fisarmonica di Adolfo Del Cont ed i canti del Coro G. Peresson faranno da suggestiva e coinvolgente cornice musicale all’intera serata che si chiuderà con un inno alla pace da parte dei giovani alunni della Scuola Primaria di Arta Terme.

La serata ideata e promossa dall’Associazione Amici della Montagna di Piano d’Arta grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, rientrante nel bando per le iniziative progettuali riguardanti la rievocazione della figura e dell’opera delle portatrici carniche emanato con DGR 1683/2017, con la collaborazione del Comune di Arta Terme e della ProLoco, è coadiuvata da Celestino Vezzi, che ha curato la ricerca dei testi e la regia, e dalle seguenti associazioni locali partner dell’iniziativa: Coro G. Peresson, Associazione culturale Luigi Candoni, Ass.ne Arma Aeronautica sez. di Udine nucleo di Arta Terme, Ass. Nazionale Alpini Gruppo di Arta Terme, Comitato Frazionale Rivalpo – Valle, Carnia Holidays.

2 pensieri riguardo “Una serata particolare ad Arta Terme per parlare di Portatrici Carniche e memoria storica locale

  • Matilde moretto

    Mi chiamo Matilde, abito in un paese vicino Prdenone. mia nonna materna era di Treppo Carnico e una delle sue sorelle e’ stata una portatrice cranica! fatta anche cavaliere di Vittorio Veneto. Ora non è più’ con noi. io sono orgogliosa di essere friulana meglio dire Carnica e di aver conosciuto una portatrice carnica! Mi piacerebbe saperne di più’ , per questo starei cercando qualche biografia di queste meravigliose donne.

  • Anna Maria Carniello

    Possiedo una registrazione di un’intervista fatta a una delle portatrici carniche di Rigolato nel 1989. Mi dispiace aver saputo troppo tardi di questa iniziativa, e mi piacerebbe si potesse utilizzare questo materiale, poi trascritto.
    La viva voce di una protagonista ci ha trasmesso, decenni dopo, la straordinarietà di quell’esperienza fatta a 17 anni.
    Anna

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