Un microscopio elettronico per l’Università di Udine grazie alla donazione dell’Automotive Lighting di Tolmezzo
Il Laboratorio di microscopia elettronica del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4a) dell’Università di Udine può contare su un nuovo prezioso strumento di ricerca: grazie alla donazione di Automotive Lighting di Tolmezzo – azienda del gruppo Magneti Marelli, tra le maggiori realtà industriali della Carnia e tra le più importanti del Friuli Venezia Giulia, che opera nel settore dei sistemi di illuminazione esterna automobilistica – il Laboratorio si è dotato di un microscopio a scansione elettronica ambientale (ESEM – Environmental Scanning Electron Microscope) FEI Quanta 200, utile alle attività di ricerca negli ambiti agro-ambientale, biomedicale, alimentare e di analisi di campioni geologici e archeologici.
In particolare, «in ambito agro alimentare – spiega Rita Musetti, responsabile del Laboratorio di microscopia elettronica del Di4a – sarà possibile analizzare componenti biotici, patogeni fungini, microalghe, batteri e abiotici, fibre, pesticidi, metalli pesanti e nanomateriali. Nel settore biomedicale potranno essere effettuate analisi morfologiche, chimiche qualitative e quantitative su materiali biologici e/o inorganici. Nel settore alimentare si potrà procedere a indagini di tipo strutturale-analitico a livello nanometrico dei campioni, e si potranno operare analisi chimico-mineralogiche-petrografiche di campioni geologici o archeologici».
La principale caratteristica dello strumento a tecnologia ESEM è quella di ovviare alle due maggiori limitazioni che la microscopia elettronica convenzionale pone all’osservazione dei campioni biologici, ossia da un lato l’impossibilità di osservarli in vivo, dall’altro la necessità di rivestire i campioni di una sottile patina di metallo.
«Gli oggetti osservati in microscopia a scansione convenzionale – precisa Musetti – devono essere omogeneamente conduttori, quindi i campioni debbono essere rivestiti da una sottile patina di oro o palladio. Inoltre, per evitare il rumore causato dall’interazione degli elettroni con gli atomi che compongono i gas presenti nell’aria, il microscopio deve lavorare in condizioni di alto vuoto, e dunque i campioni biologici devono essere fissati e disidratati. Ne consegue che essi non possono essere osservati in vivo».
Il microscopio è dotato anche di modulo per microanalisi EDAX Nex Xl-30 che, associato alla tecnologia ESEM, fornisce la composizione chimica elementare del campione in analisi. «Combinando osservazione ed analisi elementare – spiega Rita Musetti – è possibile individuare, fotografare e caratterizzare campioni biologici e non, ottenendo informazioni qualitative e quantitative su elementi con numero atomico maggiore di 8».