Dopo anni di crisi, finalmente anche per l’edilizia qualcosa si muove
Non si può ancora parlare di uscita dalla crisi, ma dopo anni di numeri preceduti inesorabilmente dal segno meno finalmente anche per l’edilizia qualcosa si muove. Il 2017 va in archivio con un aumento dei lavoratori e per il terzo anno consecutivo del numero medio di ore lavorate per addetto. Una tendenza che, vista dall’Ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine, sembra certificare una tendenza dei costruttori artigiani: pronti a spingere le proprie imprese al minimo cenno di ripresa, prima aumentando le ore lavorate, poi tornando ad assumere.
Più ore e lavoratori. Per la prima volta dal 2007 i lavoratori denunciati alla Cassa edile di Udine sono infatti in aumento. Crollati del 50,9% nell’arco dell’ultimo decennio, nel 2017 sono cresciuti rispetto all’anno precedente di + 8 unità. Poca cosa in valore assoluto, che il settore prende però come il segno dell’attesa inversione di tendenza. Confermata anche nei primi mesi 2018, con 3.670 lavoratori a fine aprile, in crescita di 26 unità rispetto alla fine dell’anno precedente. A crescere, tra 2016 e 2017, è stato anche il numero di ore lavorate, passato da 4.362.479 a 4.505.933 (+143.454, +3,3%). Per il terzo anno consecutivo sono aumentate inoltre le ore dichiarate per lavoratore: 1.352 nel 2017 (+8,9%), dopo aver toccato il minimo di 1.241 nel 2014.
Dati che, stando all’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato-Imprese Udine, sembrano certificare una strategia comune agli artigiani friulani: “All’allentarsi della morsa della crisi – spiega lo statistico Nicola Serio – le imprese edili pare abbiano prima aumentato il numero di ore lavorate per addetto, quindi ricominciato ad assumere”.
“Aspettavamo da tempo di poter commentare dati come questi – dichiara il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti (nella foto) -. Dopo aver stretto i denti per i lunghi anni della crisi qualcosa inizia finalmente a muoversi anche per l’edilizia che più di tutti i settori ha pagato il ciclo negativo dell’economia. Un po’ d’amarezza rimane comunque leggendo questi dati: se le imprese hanno infatti ripreso ad assumere è anche perché, il lavoro che prima veniva a spalmarsi su una ricca platea oggi si concentra su un numero inferiore di aziende, “vere e proprie campionesse di resistenza”.
Meno imprese. Passando al numero delle imprese attive in provincia di Udine il panorama in effetti si rannuvola. A inizio 2018, le aziende complessivamente votate alle costruzioni erano 6.756, di cui 5.428 artigiane, il 14,4% in meno rispetto a dieci anni prima. Contrazione che ha interessato soprattutto le aziende con dipendenti: oggi 988 (il 18%, una su 5), nel 2010 ben 1.736. Se ne sono dunque volatilizzate poco meno della metà.
“Per quelle che restano i problemi non sono purtroppo ancora finiti. Se da un lato aumenta il lavoro, ed è un bene, dall’altro la marginalità continua a restare ridotta, causa gli appalti al massimo ribasso che purtroppo restano la norma”.