Ambulatori, medici, disagi. A Gemona i Comitati ancora sulle barricate
Ancora polemiche all’Ospedale di Gemona. “Chiunque ne abbia usufruito in questi giorni – fanno notare dai Comitati in difesa del San Michele – si sarà accorto dei lavori strutturali in corso che ogni settimana fanno cambiare i percorsi agli utenti. Negli ultimi anni, svariati ambulatori hanno cambiato continuamente ubicazione. Intanto fioccano al loro posto uffici amministrativi. Si riducono gli orari di presenze specialistiche e chi necessita ad esempio della visita dermatologica, viene spostato anche 5-6 volte, perché il dermatologo manca. L’oculistica è solo programmata, l’ortopedico finisce alle 16 e sabato e domenica è assente. Varia l’ubicazione della Guardia Medica, a volte presso gli ambulatori di ortopedia, a volte presso il Punto di Primo Intervento, che mette a disposizione un ambulatorio proprio, mentre gli utenti vagano disorientati, suonando un campanello o l’altro, mischiandosi con altri con problematiche più gravi. Mancano i medici nel Punto di Primo Intervento. In agosto se ne andranno due delle tre dottoresse oggi presenti, che hanno resistito alla ecatombe riformatrice, tenendo alta la competenza, la professionalità e la dignità dell’ ex Pronto Soccorso”.
“Un prezioso Servizio già abbandonato da altri professionisti in cerca di luoghi dove poter mettere a disposizione il proprio bagaglio professionale – rilevano ancora gli attivisti – Ne sono stati assunti altri a tempo determinato, a 60 euro l’ora lorde, uno già in pensione, altri sono chirurghi appena specializzati, in barba alla normativa della Delibera Regionale 1674 del 28.08. 2015, che al punto 5.4 indica chiaramente che: “presso i PPI sono disponibili risorse professionali e strumentali adeguate a trattare in prima istanza le emergenze sanitarie …..sono presidiati da infermieri e medici formati a gestire le emergenze territoriali”. Questi medici devono essere in grado di gestire le emergenze intraospedaliere, anche pediatriche, stabilizzare i pazienti critici e durante la notte, intervenire su qualsiasi paziente dei 75 presenti nella Struttura Intermedia Polifunzionale”.
I Comitati rilevano ancora che nel PAL 2018 sono state ha annunciate le stabilizzazioni di 6 unità precarie tra i quali due autisti d’emergenza: “La stabilizzazione per i 4 infermieri si è svolta regolarmente, mentre gli autisti inspiegabilmente vengono dimenticati. Per sopperire alla mancanza di queste figure, nel contempo si estende l’esternalizzazione dei mezzi di soccorso ai privati, per un totale di sette ambulanze, mentre quelle aziendali restano parcheggiate e i costi per il generico “trasporto sanitario” arrivano a 2.475.000 euro”.
I Comitati ricevono infine quotidianamente segnalazioni dei disagi, sia dagli utenti che dal personale totalmente demotivato: “A questo punto pretendono interventi e risposte chiare dalla politica regionale che in campagna elettorale ha preso l’impegno di mettere fine al’eutanasia perpetrata ai danni di San Michele, l’unico ospedale totalmente antisismico della Regione. Un tempo gioiello della sanità montana e pedemontana, oggi il monumento alle assurde scelte di una politica miope, megalomane e autoreferenziale” concludono dai Comitati a difesa dell’Ospedale San Michele di Gemona.