“Cocco” dalla Carnia a Samarcanda con una Harley del 1939
Dalla Carnia fino a Samarcanda in sella ad una Harley Davidson del 1939. Il protagonista è Alfeo Carnelutti, da tutti conosciuto come “Cocco”, pronto a partire, sabato 8 settembre, verso oriente, verso quella città che ha da sempre idealizzato: Samarcanda, in Uzbekistan. Il 73enne ex pilota di motociclette oggi vive da eremita a Pozzis di Verzegnis ed oltre ad aver scontato 10 anni di prigione per omicidio, è affetto dal morbo di Crohn. Questi presupposti basterebbero a rendere l’impresa che si accinge a compiere pressoché unica, ma c’è un ulteriore elemento a decretare la grandezza della sfida: Cocco compirà il suo viaggio con un Harley-Davidson del 1939, una moto di 5 anni più vecchia di lui. Un simile viaggio con una moto di ottant’anni rappresenterebbe una sfida anche per un ventenne. Ecco perché se Cocco dovesse riuscire nell’impresa meriterebbe di essere annoverato tra i grandi della storia della motocicletta. Forse il suo nome potrebbe comparire nei libri accanto a quello di Burt Munro, lo storico motociclista neozelandese che Antony Hopkins interpretava nel film La Grande Sfida.
Questa avventura di oltre 6mila chilometri verrà raccontata in un film-documentario prodotto da Uponadream Studios di Gemona che, oltre al sostengo di vari enti come l’Agenzia regionale per la lingua friulana (Arlef) e il Fondo Audiovisivo FVG, finanziatore del film, ha anche suscitato l’interesse di molti sponsor privati: in un crowdfunding online son stati infatti raccolti oltre 12mila euro per coprire le spese che includono il costo dei visti (Turchia, Georgia e Uzbekistan), della benzina, del vitto e dell’alloggio.
Sarà un viaggio nello spazio e nel tempo, nella memoria di Cocco. Durante il viaggio verso Samarcanda rivivrà il suo percorso e spiegherà cosa lo abbia spinto a vivere da solo in un paese abbandonato in montagna. La sua passione per le moto guiderà la strada, a dispetto dell’incidente che lo ha costretto a smettere di correre competitivamente: i chilometri e i ricordi potranno forse far emergere confidenze, di come sia stato segnato dagli anni passati in ospedale e dagli anni passati in carcere.
Una volta lasciato il suo paese Cocco entrerà in Slovenia per proseguire attraverso i Balcani fino in Bulgaria, dalla quale entrerà poi in Turchia per arrivare in Asia, la terra alla quale ha sempre anelato. Dalla Turchia procederà per la Georgia, entrando poi in Russia tra il Mar Nero e il Mar Caspio. Dalla Russia entrerà in Kazakistan e poi in Uzbekistan dove lo attende una strada sterrata nel deserto di oltre 500 km. Infine, Samarcanda.
Il tempo previsto per il viaggio fino a Samarcanda è di un mese, con una media di 200 km al giorno. Al ritorno la moto di Cocco verrà caricata sul van per il rientro, che non avverrà seguendo la stessa strada dell’andata, bensì attraverso Russia e Ucraina. Il viaggio in totale richiederà circa 40 giorni.
“Pozzis, Samarcanda” è la storia di un percorso che non può essere pianificato, scritto o sceneggiato a priori. Questo viaggio, intessuto nella trama dello spazio e del tempo, non potrà essere scritto se non durante il suo svolgimento.
Al seguito una troupe, capeggiata dal regista Stefano Giacomuzzi, racconterà per immagini le sfide che incontrerà Cocco, la storia di un uomo che a oltre 70 anni non è stanco di vivere, ma allo stesso tempo non ha paura di morire perché, confida lui, “sono vecchio, ma quando salgo sulla moto mi pare di avere 40 anni”.