Terremoto ’76, intitolata a Giuseppe Zamberletti la sala consiliare di Montenars
E’ stata intitolata ieri, nel 43° anniversario del sisma del ’76, a Giuseppe Zamberletti, commissario straordinario per il terremoto del’76, e a i sindaci di Montenars che si sono susseguiti dall’anno della tragedia, la sala del Consiglio comunale di Montenars.
A rappresentare la Regione era presente il vicegovernatore Riccardi – assieme al presidente del Consiglio regionale Zanin e all’assessore alle Finanze Zilli – che nel suo intervento ha fatto un ritratto del padre della Protezione civile citando anche alcuni ricordi personali e sottolineando lo spessore umano e politico di un uomo sempre in prima fila, in mezzo alla gente colpita da drammi e a fianco delle forze messe in campo da Stato, Regioni e Comuni.
Nelle parole dell’esponente della Giunta, il commissario straordinario, artefice di quel capolavoro politico che è la Protezione civile, incarna i valori di dedizione allo Stato e rappresenta il vero interprete della cooperazione tra il potere centrale e il sistema regionale.
Il vicegovernatore ha apprezzato l’iniziativa dell’amministrazione comunale di Montenars auspicando che l’esempio venga emulato anche da altri e ha rimarcato il sentimento di riconoscenza che il popolo del Friuli Venezia Giulia deve a Zamberletti il quale fu capace di comprendere il carattere introverso dei friulani e di far uscire l’orgoglio e la straordinaria capacità di reazione alla tragedia.
Ne è emerso un ritratto di un uomo che aveva il Friuli nel cuore, che garantiva lo Stato esaltando i valori della sussidiarietà.
Per l’amministrazione regionale, Zamberletti fu garante anche della classe politica con cui trovò soluzioni che fecero diventare la nostra ricostruzione un modello. A tutelare i poteri dello Stato c’era un uomo che trasmetteva rispetto e fiducia perché anche lui, pur non essendo figlio delle nostre terre, sentiva sulle spalle il peso della gente colpita.
Altre figure di grande valore nella tragedia del sisma del ’76, citate da Riccardi, furono Mario Toros, Antonio Comelli, Adriano Biasutti, Salvatore Varisco, Ivano Benvenuti: una classe dirigente e una società diversa da oggi in cui forte era il senso di appartenenza alle Istituzioni, in cui veniva riconosciuto il principio della delega e dove il sistema democratico aveva altri modi.
L’intitolazione della sala consiliare, un luogo dove si anima la democrazia e si fanno le scelte per il futuro, rappresenta anche per Barbara Zilli un momento significativo accanto al ricordo e alla grande opera di ricostruzione.