A Cavazzo si riscopre il Forte del Monte Festa e si ricorda la Grande Guerra
Anche l’amministrazione comunale di Cavazzo Carnico intende ricordare il Centenario della Grande Guerra attraverso una doppia iniziativa pensata per avvicinare giovani e meno giovani ad un periodo storico che ha interessato da vicino il territorio comunale.
Tutta la popolazione è stata quindi invitata per il prossimo sabato 14 novembre, dalle ore 18.00 presso i locali dell’ex latteria, antistanti il Municipio, a partecipare all’inaugurazione della Mostra permanente dedicata al Forte di Monte Festa, curata dall’Associazione Amici della Fortezza di Osoppo.
Si tratta di una esposizione suggestiva, all’interno della quale si narrano attraverso fotografie, cimeli e passeggiate “virtuali”, le vicende che hanno reso famoso il Forte, una delle più suggestive opere militari legate alla Grande Guerra presenti in Friuli Venezia Giulia.
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Facente parte del sistema difensivo dell’Alto Val Tagliamento-Val Fella, il Forte (situato a quota 980 metri s.l.m.) venne costruito nel 1910 e viene ricordato per la storica difesa del Monte Festa in cui, comandati dal Capitano Riccardo Noël Winderling, 200 uomini riuscirono a bloccare per una settimana la discesa dei soldati imperiali che avevano sfondato a Caporetto.
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Nella stessa serata verrà presentato al pubblico il libro “La Grande Guerra a piedi” (Biblioteca dell’Immagine) scritto dal giovane giornalista triestino Nicolò Giraldi, premiato a settembre con il Premio Giornalista Tutino 2015 a Pieve di Santo Stefano, Arezzo, presso l’Archivio dei Diari. Giraldi con il suo zaino, pochi soldi in tasca, un bastone, un coltellino svizzero, una telecamera e un taccuino, ha compiuto un viaggio a piedi di due mesi, da Londra a Trieste, sui luoghi della grande guerra per incontrare le persone che ogni giorno lavorano alla memoria della guerra e per confrontarsi con la memoria dell’omonimo bisnonno, fante austrungarico che venne inviato sul fronte orientale in Galizia e fatto prigioniero dai cosacchi. Un viaggio che ha visto il ragazzo attraversare naturalmente le Alpi Carniche arrivando fino a ridosso di Caporetto, l’Isonzo e il Carso.