A Malborghetto il ricordo dell’alluvione nel 2003 in Valcanale e Canal del Ferro
“Non dimentico quella notte: mi trovavo lungo l’autostrada interrotta, nell’esercizio delle mie funzioni professionali. Ricordo bene le frane; ricordo Ugovizza devastata e i momenti che ho vissuto insieme alle comunità: persone in difficoltà, sfollate, incerte rispetto a quello che sarebbe potuto accadere loro nei giorni successivi. Le strade erano interrotte, energia elettrica e rete telefonica assenti. Un momento in cui le certezze di una vita sono state messe in discussione da un evento imprevedibile, che ti può capitare da un momento all’altro”.
Sono le parole che questa mattina ha pronunciato, nel suo intervento ufficiale, l’assessore regionale con delega alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, intervenuto a Ugovizza di Malborghetto Valbruna in occasione della cerimonia di ricordo dell’alluvione che, nel 2003, devastò i territori della Valcanale e Canal del Ferro. Alla commemorazione hanno preso parte anche numerosi primi cittadini, volontari e funzionari di Protezione civile regionale, pompieri volontari, autorità militari e religiose.
“Grande è stata, allora, la solidarietà giunta delle popolazioni vicine, e di chi è anche arrivato da lontano. Saggezza e lungimiranza importanti hanno caratterizzato l’azione di chi ha affrontato allora l’emergenza, assumendosi la responsabilità di decidere cosa fare e come farlo, grazie a un’alleanza forte stretta tra Stato, Regione e Comuni. Non posso non ricordare il compianto presidente Silvio Berlusconi, il presidente regionale del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, Gianfranco Moretton, Guido Bertolaso, Guglielmo Berlasso”, ha aggiunto Riccardi.
“Si attivò una grande macchina del soccorso: il nostro sistema di volontari della Protezione civile, la catena dei sindaci, l’Associazione nazionale alpini, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco: tutti si sono messi al lavoro per superare quei momenti di difficoltà – ha ricordato l’assessore -. Abbiamo vissuto solo poche settimane fa una grave emergenza. È la stessa storia che si ripete con la gente senza le case, gli ospiti delle case di riposo che devono essere messi al sicuro con trasferimenti in altre strutture, famiglie sfollate, corrente elettrica, acqua e comunicazioni telefoniche in tilt”.
“Stiamo vivendo un’epoca segnata dal cambiamento climatico, che si presenta con una violenza importante, con caratteristiche diverse ma dagli effetti parimenti devastanti. Cento anni fa un primo evento critico in questa valle, 20 anni fa l’alluvione in Valcanale e Canal del Ferro, 21 anni fa l’alluvione a Pordenone, poi Vaia e gli incendi: la ricorrenza di eventi critici è una storia che ci impone una convivenza con le emergenze, intervenendo con misure che sono possibili rispetto all’ingegno e alla ricerca che l’uomo può individuare per contenere questi fenomeni”, ha sottolineato Riccardi.
“Non possiamo escludere eventi critici avversi violenti e frequenti: diventa fondamentale allora l’esperienza che anche la gestione dell’alluvione 2003 ci ha consegnato. È più che mai necessario essere pronti e preparati, formati. Un’organizzazione che si basa anche sulla fortuna che ha questa terra: un popolo straordinario che non si ferma, che davanti alle difficoltà non si piange addosso, che non sta con le mani in mano. Una forza che ci viene riconosciuta in qualunque parte d’Italia e non solo. Una forza che non si basa solo sulle risorse economiche senza le quali, a ogni modo, non avremmo potuto intervenire con opere strategiche, che hanno reso forte e resiliente il territorio”.
Riccardi ha poi ricordato la figura le commissario straordinario per la ricostruzione post terremoto del 1976, Giuseppe Zamberletti, padre della Protezione civile, e il suo grande esempio nell’indicare la strada della cultura della prevenzione: “In una società diversa, con dinamiche diverse, con esigenze e dinamiche di relazione mutate, abbiamo la responsabilità, tutti, di risvegliare nei cuori dei nostri giovani il senso dell’appartenenza, della tutela di loro stessi, delle comunità e del proprio territorio. Esperienze come quella della ‘rinascita’ della Valcanale e Canal del Ferro sono fondamentali”.