A Paluzza, nelle aziende del gruppo Cescutti, si lavora alla “giapponese”
Si trova nel cuore della Carnia, a Paluzza, in provincia di Udine, la sede del Gruppo Cescutti, che opera sul mercato principalmente con due aziende: Carniaflex e Servel Mera. Oltre 10 milioni di fatturato, per un core business che si divide nella realizzazione di tubi flessibili metallici per per lampade, microfoni ed altre applicazioni, di cui fa parte la divisione medicale di Carniaflex. Vengono realizzate: pinze per biopsia, per il recupero di corpi estranei, scovolini per pulizia, taglierine e accessori similari per la veterinaria, con acciai inossidabili di alta qualità, interamente progettati, prodotti e assemblati all’interno dell’azienda. Mentre, Servel Mera si occupa si produzione e vendita di energia rinnovabile con impianti idroelettrici, fotovoltaici ed a biomassa. Fondatore di entrambe le società è Duilio Cescutti, ora settantenne, mentre, grandi innovatori in azienda sono i figli: Nicola e Daniela. E’ proprio di Nicola Cescutti l’idea di applicare il metodo giapponese in azienda, esteso a tutti i processi di produzione.
“Fin dal mio ingresso in azienda, la famiglia mi ha sempre appoggiato – spiega Nicola Cescutti – questo ha consentito, in termini di risultato economico, un incremento della produzione del 30%, in Carniaflex e questo con l’applicazione del metodo 5S, noto in Giappone, perché applicato nelle fasi produttive dalla Toyota, colosso nel settore automobilistico”.
“Me ne parlò un manager che conobbi per puro caso, mi sembrò sin da subito molto interessante per i risultati che prometteva – continua Cescutti – ne parlai in famiglia, come sempre, venni appoggiato nelle mie scelte. In poco tempo, siamo arrivati a registrare un incremento a doppia cifra dei risultati produttivi, segnando un +30 per cento. Numeri incredibili, che si basano, molto semplicemente su di un assunto fondamentale: le varie fasi della produzione devono corrispondere alla realizzazione del prodotto finito.
Ovvero: tutti i dipendenti (30 sono gli addetti) devono iniziare e concludere il loro lavoro, fino a prodotto finito. Non ‘paga’, in termini di ottimizzazione, fare le cose a ‘pezzi’. Estremamente vantaggioso è risultato il metodo 5S che, nella sua applicazione altro non significa che iniziare e finire un processo. Devo dire che in azienda, inizialmente, i dipendenti sottoposti al metodo, lo hanno e mi hanno duramente criticato. In una fase successiva, il meccanismo è divenuto automatico, con la soddisfazione anche delle stesse maestranze”.
In estrema sintesi il metodo si basa su 5 punti: separare ciò che serve da ciò che non è funzionale all’attività e quindi che crea disturbo e disordine, quindi spreco di tempo o di risorse; mettere a posto tutto quello che è utile; mantenere l’ordine e un ambiente pulito “non nasconde” le inefficienze; definizione delle metodologie ripetitive e canonizzate da utilizzare per continuare queste attività di razionalizzazione delle risorse e degli spazi lavorativi; fare in modo che questo modo di pensare ed agire sia pervasivo per tutte le attività aziendali. In questo caso specifico: ogni dipendente deve iniziare e completare il processo per cui è chiamato ad operare.
“Non possiamo che essere estremamente soddisfatti di questo risultato, non pensavamo possibile l’applicazione delle 5S su di un gruppo relativamente ridotto di maestranze, ed invece, la lungimiranza dei miei figli, ci ha dato ragione’” sottolinea Duilio Cescutti, da alcuni anni alla guida, come presidente anche di Bcc Carnia e Gemonese.
Portare idee innovative in Carnia, ove siamo spesso legati a doppio filo a mantenere quello che si è fatto per anni, non è assolutamente facile.
Grande merito e rispetto va quindi a chi ha il coraggio di innovare e rischiare del suo a favore di tutti. Trovare lavoro di questi tempi non è facile, di certo mantenerlo o trovarne uno nuovo dà dignità alle persone. Grazie dunque a bravi imprenditori come Cescutti o Gortani di Amaro e a tutti coloro che senza clamori fanno progredire la nostra “povera Carnia”