A Tarcento la mostra di scultura e pittura “Animi” delle bujesi Rita Covasso e Cilidea Rottaro
Prosegue fino al 26 maggio a Palazzo Frangipane a Tarcento la mostra “Animi”, con la scultura di Rita Covasso e la pittura di Cilidea Rottaro.
Orari apertura: venerdì 17:00-19:30, sabato e domenica 10:00-12:30 17:00-19:30
Due artiste di Buja, “Città d’Arte della Medaglia” ma anche patria di una tradizione che molto ha dato alla cultura regionale e nazionale attraverso la pittura, la scultura, la fotografia o la letteratura, si incontrano oggi in una mostra che mette a confronto la diversa personalità dei loro “Animi”.
È una diversità di stili, linguaggi, strumenti, contenuti, messaggi che le due autrici propongono in modo distinto e originale, tuttavia condiviso da alcuni anni a questa parte lungo un percorso comune avviato frequentando lezioni di disegno dell’artista Giuseppe Bernardinelli e poi continuato per scambiarsi idee ed esperienze anche nell’ambito di una sincera amicizia.
Cilidea Rottaro, nata a Buja nel 1949, ha invece un percorso formativo maturato, sì, attraverso alcune esperienze dirette nel mondo della pittura, ma cresciuto soprattutto grazie ad una innata sensibilità e alla costante volontà di ricerca, anche da autodidatta, nel perfezionare tecniche e linguaggi capaci di esprimere la grande ricchezza della sua interiorità.
Il colore è il vero protagonista dei lavori della Rottaro. Si tratta di opere costruite attraverso una gestualità intensa, appassionata, liberatoria, efficace nel fissare la polverosità dei gessetti in sfondi fatti di macchie e sfumature dalle quali viene infine alla luce la forma nata nel pensiero dell’artista. Anche il nero, per lei, è un colore: il colore di tensioni interiori dalle quali emergono tutte la altre policromie che danno significato e profondità alla vita.
Rita Covasso, nata a Buja nel 1955, proviene dalla maturità artistica nel settore della grafica, conseguita presso l’Istituto d’Arte “G. Sello” di Udine. Prese le distanze dalle arti plastiche per dedicarsi alla musica, ha ripreso in mano gli attrezzi della pittura, della scultura e della medaglia facendo riemergere nelle sue opere le radici culturali e strumentali acquisite in gioventù. La semplificazione del segno attraverso una continua ricerca di stilizzazione, nonché una speciale attenzione per la fluidità della linea e per le sue geometrie, infatti, affermano con chiarezza che le fondamenta delle opere della Covasso sono allignate nella grafica. Il colore diventa allora un accessorio che ha il compito di favorire l’approfondimento del messaggio, ma è la forma a mettersi in primo piano per trasmettere, con un linguaggio in vari modi fedele alla potenza comunicativa della figura, il contenuto dell’ispirazione.