A Tolmezzo e Artegna lo spettacolo “Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro”
Riparte da Muggia la tournée in Friuli Venezia Giulia di Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro, l’ultimo lavoro di Emanuele Aldrovandi, uno dei più apprezzati giovani drammaturghi e registi della scena italiana che, a nemmeno quarant’anni, ha già vinto il Premio Riccione-Tondelli, il Premio Hystrio, il Premio Pirandello, il Premio Fersen e il Mario Fratti Award. Lo spettacolo interpretato da Giusto Cucchiarini, Serena De Siena, Tomas Leardini e Silvia Valsesia, dopo aver conquistato il pubblico di Codroipo e San Vito al Tagliamento lo scorso dicembre, sarà domenica 12 gennaio al Teatro Verdi di Muggia, martedì 14 gennaio al Teatro Ristori di Cividale, mercoledì 15 gennaio al Teatro Candoni di Tolmezzo e giovedì 16 gennaio al Teatro Lavaroni di Artegna. Tutte le serate avranno inizio alle 20.45, con l’eccezione della rappresentazione di Muggia che prenderà avvio alle 17.30.
Una madre vuole aiutare la figlia di sei anni a diventare un’artista di successo e per farlo è disposta a tutto. La scrittura dell’opera è estremamente concreta e realistica, ma l’allestimento è onirico e surreale, perché quello che viene messo in scena è il ricordo di un uomo che continua a rivivere la giornata nella quale la vita di una bambina di sei anni è cambiata per sempre.
La storia di una madre, Marta, della sua ossessione per la realizzazione della figlia Emma e del suo piano bislacco che coinvolge con l’inganno Chiara, una famosa attrice, e Carlo, cognato appassionato di scacchi, rivive attraverso lo sguardo di Ferdinando, talvolta distaccato, talvolta pieno di sensi di colpa: cosa avrebbe potuto fare di diverso? È possibile cambiare il corso degli eventi e incidere veramente sulla realtà e sul mondo?
Se il testo affronta il rapporto fra la felicità e la realizzazione personale, la chiave registica pone l’accento sul vortice ossessivo di chi è condannato a pensare una cosa e poi, nell’attimo successivo, esattamente la cosa opposta. La realtà si deforma sotto lo sguardo di chi è convinto di non poterla mai conoscere, ma solo ipotizzare.
Dopo L’Estinzione della razza umana, spettacolo che raccontava in chiave tragicomica ciò che si è vissuto nei due anni di pandemia, in questo nuovo lavoro Aldrovandi si concentra sugli effetti della nostra modernità, sulla disinformazione e sul sistema profondamente disfunzionale instaurato dai social, prima accusati di creare distanze tra le persone e in pochi anni considerati invece l’unico modo per avere contatti fra individui.
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