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A Tolmezzo il Presepe all’aperto di Stefano Comelli e Ulderica Da Pozzo

La Carnia sarà protagonista in Piazza San Pietro tra un anno, per il Natale 2022. Davvero una vetrina d’eccezione per la montagna friulana e le sue bellezze, che troveranno spazio nella piazza più famosa al mondo, nel periodo più suggestivo dell’anno. La Segreteria di Stato Vaticana ha scelto infatti Sutrio e i maestri artigiani per la realizzazione del presepe che, come da tradizione natalizia, viene allestito nel cuore del Vaticano. Ogni Natale, infatti, lo Stato Pontificio commissiona un presepe a grandezza naturale e per il 2022 è stato scelto il presepe realizzato nell’Alta Valle del But, cuore pulsante della lavorazione del legno.

Un traguardo che inorgoglisce non solo la montagna ma tutta la regione e che ha già messo molti artigiani, scultori e artisti all’opera da tempo. Il progetto “Un presepe per il Vaticano 2022“, presentato durante l’evento “Magia del Legno 2021”.

Il significativo e importante incarico verrà preceduto da un percorso di avvicinamento che vedrà partecipe anche il Museo Carnico delle Arti popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo, già a partire da queste festività natalizie.
L’iniziativa, denominata “Aspettando il presepe in Piazza San Pietro 2022”, verrà presentata sabato 18 dicembre alle ore 17.00 nella corte interna del Museo. La Fondazione Museo Carnico, la Comunità di Montagna della Carnia e i Comuni della Carnia hanno voluto dare il proprio contributo per sostenere il progetto che vedrà il territorio al centro della Cristianità. Da sabato e per tutto il periodo natalizio, negli spazi all’aperto del Museo, si svilupperà la Natività con figure realizzare in legno, ideate da Stefano Comelli con la collaborazione fotografica di Ulderica Da Pozzo. 

In senso radiale rispetto alla grande pietra centrale, 28 personaggi del presepe, ognuno a simboleggiare i Comuni della Carnia accoglieranno i visitatori in uno scenario suggestivo dove si è cercato di superare idealmente i confini geografici in una fluidità e apertura verso l’altro in cui l’artista Comelli ed il Museo credono fortemente.