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«A Tolmezzo non abbiamo un sindaco ma un censore»

Riceviamo e pubblichiamo una nota dei consiglieri de “La coalizione al vostro fianco” del Comune di Tolmezzo, ovvero Francesco Brollo, Roberto Busolini, Fabiola De Martino e Francesco Martini.

A Tolmezzo non abbiamo un Sindaco, ma un censore, che impedisce ai consiglieri di prendere la parola in Consiglio Comunale.
Durante l’ultima seduta è stato proibito ad un consigliere comunale, democraticamente eletto, di porre delle domande opportune e pertinenti al presidente della Casa di Riposo Manuele Scarsini (che invece ringrazio per la disponibilità), invitato dal sindaco Roberto Vicentini stesso a relazionare sull’andamento dell’ente in Consiglio.
I toni erano assolutamente pacati e tranquilli, gli argomenti di interesse pubblico, eppure la consigliera De Martino è stata bruscamente interrotta perché “avrebbe dovuto parlarne privatamente con il presidente a ricevimento”: e per quale motivo? Forse hanno qualcosa da nascondere? Forse infastidisce che qualcuno possa ricordare loro che fare cassa con le tasche della povera gente non è un risultato di cui andare così orgogliosi?
Il sindaco si è infastidito che cu fossero troppe domande, lui ha sempre molta fretta di chiudere i consigli comunali perché ha le proprie faccende di cui occuparsi, non ha mica tempo da perdere con queste cose di poco valore.
Per fortuna le sedute sono registrate e i video disponibili: ci chiediamo se dovremo far intervenire le forze dell’ordine affinché sia possibile esprimere le nostre osservazioni, che poi non sono nostre ma dei cittadini che rappresentiamo.
Forse questa Amministrazione si aspetta dei cartonati o delle marionette sedute nel banchi, dal momento che sono infastiditi da qualunque tipo di intervento e il tanto millantato dialogo è inesistente.
Ci chiediamo quale sarà il futuro di questa terra, ormai sempre più spopolata: parcheggi più cari, serrande abbassate, nido bene di lusso (aumento della retta di circa 100 euro al mese) e solo per i pochi che possono pagare la prenotazione e ora veniamo a sapere che una retta in casa di riposo può arrivare quasi a 2.800 euro (viene pure definito un successo).
Come pure viene definito un successo che i posti letto siano pieni: come può un amministratore gioire che una casa di riposo sia piena e le scuole vuote? Forse perché sugli anziani è possibile fare cassa? Ai posteri la sentenza.
La “situazione disastrosa ereditata” (definizione che ormai viene impiegata per qualunque cosa e per qualunque argomento) è una puerile lamentazione che ha stufato: in casa di riposo a novembre 2020 sono morte 27 persone in un mese. Non so dove fosse il sindaco prima del giugno 2022, ma noi eravamo lì, e ce lo ricordiamo bene.
I posti letto erano vuoti perché la gente moriva e anche perché le restrizioni alle visite non inducevano i parenti a lasciare i propri cari in struttura senza la certezza di quando e come poterli rivedere.
Lo squilibrio di bilancio delle case di riposo durante e nell’immediato post covid era una tema nazionale (se non mondiale) e l’allora amministrazione Brollo convintamente decise che non si dovevano toccare le rette per le famiglie già pesantemente provate.
La mancanza di infermieri che porta a dover concludere accordi con professionisti privati a 40 euro l’ora (sempre dagli ospiti) non è un successo, ma un fallimento del sistema pubblico e della possibilità di accesso alle cure e all’assistenza della povera gente.
L’autoreferenzialità di questa Amministrazione è imbarazzante, come pure la censura posta in essere.
Di questi argomenti non si parla nelle stanze dei bottoni, ma se ne deve discutere solo pubblicamente: proibire il dialogo, ancor più quando sereno e pacato, è un atteggiamento prepotente, despota e antidemocratico che denota evidentemente insicurezze e paure per non sapere gestire temi e situazioni.

FRANCESCO BROLLO
ROBERTO BUSOLINI
FABIOLA DE MARTINO
FRANCESCO MARTINI