Accolta all’unanimità la mozione Revelant per nuove misure antisismiche
Il gruppo di AR con Roberto Revelant primo firmatario, ma tutti gli altri consiglieri di centrodestra avevano sottoscritto la mozione “Incentivare gli interventi di adozione di misure antisismiche”, che l’Aula ha successivamente integrato con un emendamento di Vittorino Boem (Pd), Revelant, Giulio Lauri (Sel), Diego Moretti (Pd) e Elena Bianchi (M5S), e a cui sono andati 39 voti favorevoli unanimi.
Corposo l’impegno che si chiede alla la Giunta regionale, a cominciare dal censire l’adeguatezza sismica delle strutture strategiche presenti in Friuli Venezia Giulia, pubbliche o aperte al pubblico, e favorire, anche attraverso risorse economiche, la verifica dell’adeguatezza alla normativa antisismica
Si passa a un intervento presso il Governo affinché valuti la possibilità di: ridurre l’IVA al 4% per gli interventi strutturali antisismici che comprendano anche la completa demolizione e ricostruzione; aumentare la detrazione dal 65% al 100% per le sole spese legate agli interventi strutturali finalizzati all’adeguamento antisismico, valutando al contempo un aumento della spesa detraibile; rendere flessibili i tempi di rientro delle detrazioni rispetto ai redditi personali, alla spesa dell’intervento e all’età del contribuente; estendere la detrazione anche agli immobili che non sono classificati come prima casa; prevedere, cogliendo l’opportunità dell’attuale condizione favorevole del credito, la possibilità di concedere agevolazioni economiche per il pagamento degli interessi sui mutui.
E alla Giunta si chiede pure di farsi carico di promuovere, con la collaborazione delle altre Regioni italiane e dei membri del Parlamento europeo, una politica di prevenzione nella nuova programmazione europea, con l’assegnazione di fondi strutturali per la prevenzione del rischio sismico.
Inoltre, di valutare la possibilità, in funzione del fabbisogno emergente dal nuovo bando sull’adeguamento sismico degli edifici privati che sarà emanato entro l’anno, di implementare le risorse messe a disposizione dalla Protezione civile nazionale; al pari, di valutare la possibilità di aumentare la percentuale di verifiche dell’Organismo tecnico regionale previste nella normativa sull’adeguatezza sismica degli edifici pubblici.
Non da ultimo, l’Esecutivo regionale si impegna a sostenere le iniziative nazionali a favore dell’introduzione della certificazione sismica dell’edificio. “Sostengo appieno la mozione”, aveva infatti detto l’assessore Mariagrazia Santoro, aggiungendo di essere d’accordo sul fatto che non si può abbassare la guardia, ovvero essere meno rigorosi, a partire dai controlli. Sua la richiesta di prevedere che, a fianco della certificazione energetica oggi già richiesta, sia necessaria la certificazione sismica affinché sia evidente la resistenza sismica di un edificio. Così facendo, cittadino da una parte ed ente pubblico dall’altra – aveva spiegato la Santoro – saranno consapevoli di cosa acquistano, ma anche in che tipo di edificio stanno entrando ad esempio quando vanno a scuola piuttosto che in un ufficio.
Dettagliate le premesse della mozione, da cui si apprende, tra l’altro, che in Italia si verifica in media un sisma di magnitudo superiore a 6.3 gradi della scala Richter ogni 15 anni e che oltre il 40% del territorio italiano è a rischio sismico, che almeno 24 milioni di persone vivono in zone a elevato rischio sismico e che il 60% degli edifici italiani è stato costruito prima del 1974, anno in cui sono entrate in vigore le prime norme antisismiche. E non da ultimo che un solo euro investito nell’edilizia produce un indotto di 3,5 euro con l’interessamento di almeno 56 categorie come idraulici, elettricisti, autotrasportatori e che ogni miliardo investito in edilizia genera 17.000 posti di lavoro.