Ad Illegio di Tolmezzo ha aperto le porte la mostra “Padri e Figli”
“Oggi possiamo affermare che Illegio è capoluogo regionale grazie a quello che è stato realizzato e alla capacità di aprire, non solo il cuore, ma anche il nostro territorio a decine di migliaia di persone facendo conoscere questo luogo straordinario tramite l’impegno che avete profuso”.
Lo ha dichiarato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga intervenendo, oggi, all’inaugurazione di ‘Padri e figli’, 15esima mostra internazionale di Illegio. “Sarebbe stato molto più facile scegliere una grande città della nostra regione dove realizzare la mostra invece, dal 2004, siete riusciti con convinzione a coinvolgere oltre 350mila visitatori in questo piccolo borgo alpino”, ha ribadito Fedriga sottolineando la capacità del Comitato di restituire attraverso l’arte, i valori.
“Attraverso le opere selezionate gli organizzatori sono riusciti a trasmettere dei valori che altrimenti andrebbero perduti e questo è uno degli elementi di forza di questa esperienza. Il vostro ruolo è di grande rilevanza nella nostra regione ed è un contributo per tenere vive le nostre comunità”. In quest’ottica il governatore ha assicurato il supporto della Regione “perché preservare le nostre comunità e i nostri valori è fondamentale”.
La paternità riuscita, imperfetta o assente, umana e divina è stato il tema dell’evento dedicato a un legame decisivo nella vita dell’uomo, alla sua crisi e alla sua riscoperta. Un tema mediato attraverso sessanta opere d’arte italiane ed europee con alcuni inediti capolavori partendo dai cicli narrativi su cui è fondata la civiltà occidentale: la mitologia classica, la Sacra Scrittura, le vite dei santi, la letteratura cavalleresca e romantica, il teatro e la poesia.
L’esposizione, organizzata dal comitato di San Floriano, è stata aperta dal monsignore e socio fondatore Angelo Zanello e dal direttore del comitato di San Floriano Mirco Mastrorosa ed è proseguita, accompagnata dal coro giovanile regionale del Friuli Venezia Giulia diretto da Petra Grassi, con il saluto del sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo che ha sottolineato il miglioramento continuo e costante dell’offerta culturale e artistica della mostra.
Il nuovo presidente del Comitato, Claudio Siciliotti, ha rimarcato invece come, per la prima volta nella storia di Illegio, il presidente sia un laico: “segno di lungimiranza”.
Fra le novità dell’organizzazione anche l’apertura della governance ad altri soci con la precisa volontà di inclusione “una scelta che significa attribuire valore alla diversità”, ha evidenziato il nuovo presidente ricordando anche l’ulteriore nuovo elemento rappresentato dal rapporto con la cultura e il mondo dell’impresa. “Il legame fra arte e impresa – ha precisato Siciliotti – è lievito per la crescita culturale e sociale della comunità”. Da questa edizione infatti 30 aziende, ovvero gli ambasciatori dell’evento, sosterranno la mostra e l’accompagneranno fino ad ottobre.
Il curatore don Alessio Geretti ha illustrato l’esposizione descrivendone le opere con una lettura rivolta all’incanto della paternità “qualcosa di semplice e grandioso nel contempo”, ha affermato. Si è soffermato sulla storia di Laocoonte e su alcune opere della mostra che rammentano “una originalissima convinzione della nostra religione cristiana dove anche Dio è Padre”.
Don Geretti ha ricordato come attraverso un viaggio in ventiquattro secoli di storia, dal IV secolo avanti Cristo fino al Novecento, l’esposizione vuole fare riflettere su cosa significa diventare padre e essere figli, vuole altresì approfondire come al cuore della rivelazione cristiana ci sia la scoperta di un Dio che è padre e che intende estendere a tutti coloro che si lasciano adottare la sua amorosa paternità.
“La mostra – ha detto don Geretti – vi aiuta a vivere e vi fa uscire con domande, intuizioni e desideri. Non tutti diventiamo padri ma tutti ci portiamo un padre dentro”.
Le opere più antiche esposte sono il Cratere apulo a colonnette raffigurante il distacco di Ettore da Andromaca e dal figlio Astianatte, da Ruvo di Puglia, come pure il gruppo scolpito con Enea, Anchise ed Ascanio, dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, risalgono al 400 a.C. circa mentre fra le più recenti troviamo Il ritorno del figliol prodigo di André-Jean-Bernard Monchablon e Edipo piange sui corpi dei suoi figli di Gabriel-Jules-Charles Girodon, rispettivamente del 1903 e del 1912.
Simbolo della mostra è un capolavoro noto al mondo intero, il “Laocoonte”, opera di tre maestri provenienti da Rodi, presente a Illegio attraverso una sua magistrale replica voluta dai Musei Vaticani e oggi conservata a Bilbao in Spagna ma i visitatori possono ammirare, fino al 7 ottobre, anche Antonio Carracci (La caduta di Icaro), il Tintoretto (Sacrificio di Isacco), Edouard Toudouze (Addio di Edipo ai cadaveri di sua moglie e dei figli), il Guercino (Banchetto in casa di Assalonne) e ancora Mattia Preti (Fuga di Enea da Troia), Bernardo Strozzi (Isacco benedice Giacobbe), Matthias Stomer (Tobia cura suo padre) per continuare con Carl Loth (Tobia cura il padre) Orazio Riminaldi (Dedalo e Icaro), Vittore Carpaccio (Padre benedicente e angeli), Vassily Verchtchaguine (la visita al padre carcerato) e Alfred Guillou (Adieu).
Compongono il percorso espositivo – che annovera tra i partner istituzionali il Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo, la Regione Friuli Venezia Giulia, PromoTurismoFVG e l’Ente regionale patrimonio culturale (Erpac) – opere provenienti da importanti musei pubblici e da collezioni private, italiani ed esteri.