Addio a Primo Blarzino, il carnico fondatore della CNA
Sarebbe stato difficile immaginarselo malato, poco lucido o inattivo. Primo Blarzino ha vissuto i suoi 98 anni come un leone andandosene però in punta di piedi e serenamente, senza avvisare, con quella forza e dignità che facevano di lui mai un “vecchio”, bensì un grande uomo, stimato e amato da tutti.
Fondatore della CNA di Udine, importante figura di riferimento non solo per gli associati ma per l’intero mondo artigiano e del Friuli produttivo.Martedì 30 ottobre, al pomeriggio, si è spento nell’ospedale di Tolmezzo dove era ricoverato da un paio di giorni. I funerali si svolgeranno a Lauco in forma civile il 2 novembre alle 14.30.
“Con lui se ne va una voce importante dell’imprenditoria friulana – commenta il presidente regionale Nello Coppeto -. Lungimirante, saggio, vivace, lucidissimo in ogni riunione di presidenza, i suoi interventi erano per noi preziosi. Attendevamo sempre il suo pensiero e le sue indicazioni, in qualunque dialogo e su qualsiasi tema”.
Carnico doc, Primo era un vero personaggio: grande affabulatore, versatile, “un esempio eccezionale come imprenditore e come uomo – prosegue Coppeto – che ha arricchito il sindacato di battaglie e tappe fondamentali per la CNA”. Imprenditore, sindacalista, commerciante, artigiano, le “mille vite” di Blarzino sono state riportate in un recente memoriale che la CNA Fvg ha voluto dedicare al suo fondatore.
Chi era Primo Blarzino
Nell’ultimo anno Primo aveva deciso di non vivere più nella sua casa di Lauco, dove è assai noto per la colorata bottega che conduceva con la figlia; un negozio che ha una funzione sociale più che commerciale, un punto di riferimento per un paese abitato solo da 300 persone. Della Casa di riposo di Villa Santina, dove aveva deciso di vivere gli ultimi suoi anni, era diventato subito l’anima, “dava persino lezioni di lingue ai suoi anziani coetanei – riferiscono i vertici della CNA – e, se le gambe lo avessero retto, forse avrebbe tenuto persino un corso di danza” (da giovane era infatti un provetto ballerino). Nella sua lunga e sempre molto attiva vita, si ricorda l’impegno profuso nei confronti della collettività sia locale, nella sua natale Lauco, sia nei confronti della categoria degli artigiani.
La vita di Primo, attraverso le sue lotte politiche, la gavetta, la guerra, segue i pezzi di storia del territorio e della gente carnica. “Sono stato studente, boscaiolo, artigiano, militare, dattilografo, pilota, imprenditore, autotrasportatore, commerciante, sindacalista, politico. Tutte attività che ho svolto con impegno e passione. Ai tempi conoscevamo tanti modi per uscire dalla miseria. Oggi dico alle famiglie di trasmettere ai figli e ai nipoti valori sani: il lavoro nobilita, dà libertà, è utile alla collettività”, questo l’ultimo messaggio che Primo ha voluto dare ai giovani in un incontro alla Casa del Popolo della sua Lauco.