Addio al poeta friulano Pierluigi Cappello
E’ scomparso questa mattina nella sua abitazione di Cassacco il poeta friulano Pierluigi Cappello. Aveva solo 50 anni e dal 1983 era costretto sulla sedia a rotelle dopo un incidente.
Originario di Chiusaforte, era impegnato da sempre nella diffusione della cultura in ambito scolastico e non solo.
Cittadino onorario di Udine e Tarcento, Cappello ha vinto il premio “Montale” nel 2004 con “Dittico”, il “Viareggio-Rèpaci” nel 2010, il “Vittorio De Sica” nel 2012 (ricevuto dall’allore Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale) e il “Maria Teresa Messori Roncaglia ed Eugenio Mari” per l’opera poetica, conferitogli nel 2013 l’Accademia dei Lincei. Nel 2014 a Udine, gli è stato consegnato il premio letterario internazionale Terzani ex aequo con Mohsin Hamid. Nel settembre 2013, ha ricevuto dall’Università di Udine la laurea honoris causa in Scienze della formazione.
Tutte le sue poesie sono raccolte in due volumi editi da Rizzoli, “Azzurro elementare” e “Stato di quiete”.
“Fragile e determinatissimo, Cappello ha saputo farci amare la poesia, una forma pura di arte ma anche uno strumento di resistenza, perché, come lui stesso ricordava spesso, la poesia insegna a sentire le cose senza appropriarcene”.
La presidente della Regione Debora Serracchiani, nell’esprimere il profondo cordoglio del Friuli Venezia Giulia per la morte di Pierluigi Cappello, sconfitto da una malattia che aveva aggravato irreparabilmente negli ultimi mesi le sue “giornate dettate da un corpo cocciuto, che impone orari scanditi, barriere costanti”.
“Una persona straordinaria, oltre che un autore che ha saputo con estremo rigore coltivare una vocazione letteraria, i cui risultati ci hanno resi orgogliosi in Italia e nel mondo”, aggiunge Serracchiani.
Lo stesso Cappello, in un’intervista resa sul Corriere della Sera a un altro friulano di talento, Gianluigi Colin, asseriva: “Di poeti forse ne nascono cinque in un secolo” e ricordava l’urlo di Moravia, un lamento senza possibilità di pacificazione, alla morte di Pasolini. “E’ morto un poeta, è morto un poeta!”.
“E’ questo il sentimento che si prova quando muore una persona come Pierluigi Cappello: quella perdita irreparabile di una voce preziosa, un testimone veggente che era tra di noi e che ora potremo ritrovare leggendo e rileggendo i suoi bellissimi versi”, afferma Gianni Torrenti, assessore regionale alla Cultura.
In occasione dell’applicazione della legge Bacchelli, l’assegno straordinario vitalizio che giunse nel 2014 dopo un lungo percorso di richiesta supportato anche dal Consiglio regionale e da parlamentari del Friuli Venezia Giulia, Torrenti sottolineò come si trattasse di un giusto riconoscimento dello Stato ai meriti di un “uomo che con la sua arte molto ha donato alla nostra regione e che ha saputo nella più apparentemente tenue delle arti, la poesia, continuare una tradizione saldamente radicata nella nostra regione, esprimendo uno degli aspetti migliori della civiltà”.
E’ invece con un richiamo alla raccolta pubblicata nel 2010, che valse al poeta il premio Viareggio-Repaci, che il vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello, sottolinea come “nella poesia di Cappello, oltre che una delle forme più alte di espressione artistica, avremo sempre modo di avere comprensione e visione del nostro tempo, fino a soffermarci sul messaggio di impegno civile libero e forte che ci rimanda il suo ‘Mandate a dire all’imperatore'”
“La prematura scomparsa di Cappello lascia un grande vuoto nella scena culturale della nostra terra non solo per la sua poesia, cui ha dedicato la vita, con le tante raccolte di versi non soltanto in friulano che gli hanno meritato premi e riconoscimenti prestigiosi, ma pure per l’impegno sul versante saggistico e teatrale e per l’attenzione alla divulgazione culturale con uno sguardo premuroso verso i bambini destinatari di un suo recente libro”. Lo dice il presidente del Consiglio Regionale Franco Iacop, ricordando che proprio l’assemblea da lui presieduta si sia a suo tempo mosso per prima per far ottenere a Cappello i benefici della legge Bacchelli che assegna un sostegno economico agli artisti in difficoltà. “Un impegno di riconoscenza per i meriti artistici di uno dei più grandi poeti italiani contemporanei”, conclude Iacop.