ESCLUSIVA RSN NEWS – Ai nostri microfoni la licenziata dell’AAS n.3: “Ne hanno fatto un caso pro Renzi”
di DAVID ZANIRATO
Abbandona l’anonimato Donatella Iob, la dirigente amministrativa dell’AAS n.3 Alto Friuli-Collinare-Medio Friuli, licenziata in tronco “per giusta causa” due settimane fa. E dopo le prime dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi, torna a parlare, sia con noi di Rsn News sia davanti alle telecamere di una trasmissione televisiva domenicale di Canale 5, salita in Carnia per approfondire la questione, e il cui servizio dovrebbe essere trasmesso nei prossimi giorni.
Donatella Iob, tra gli altri incarichi responsabile dell’anticorruzione aziendale, è decisa a non mollare: “Prestazioni e obiettivi sono stati raggiunti sempre, vorrei capire dove ho prodotto danno all’azienda, ricorrerò contro questo ingiusto, sproporzionato, esagerato provvedimento…; mi difenderò finché emergerà la verità. Credo di essere stata presa come un caso per dimostrare come i provvedimenti proposti dal governo Renzi siano efficacie ed efficienti ad abbattere l’assenteismo nella pubblica amministrazione; certo gli strumenti ci sono già, c’è il decreto legislativo 165 che prevede il licenziamento in tronco in caso di alterazione delle presenze, ma io non falsificavo le mie presenze, io in ufficio c’ero e il prodotto del mio lavoro è evidente e certificato e di pubblico dominio”.
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Attraverso il suo legale, Massimo Conti, ha fatto pervenire inoltre una memoria difensiva tramite la quale fa emergere come le mancanze sul posto di lavoro siano state determinate da problemi di salute e che gli straordinari accumulati nel 2015 dalla Iob siano ben superiori alle ore che le vengono imputate, per poi concludere così: “…La condotta ascritta è dunque del tutto priva di riflessi di natura patrimoniale – si legge nelle conclusioni -. In contesto del tutto analogo e sovrapponibile alla fattispecie che ci occupa, la Corte di Cassazione ha chiarito che nel caso in cui il dipendente pubblico fornisca la prova ( che nel nostro caso è documentale ) di aver lavorato oltre l’orario stabilito e per un numero di ore pari a quello in cui ci si è assentati il reato di truffa non sussiste ( cfr. Cass. Sez. II, 8 marzo 2011 n. 17096 )”.