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Allarme della Cisl Fvg per l’aumento delle malattie professionali

Bilancio ancora negativo sul fronte della sicurezza sul lavoro: al già grave dato degli infortuni si aggiunge, infatti, anche quello relativo alle malattie professionali, che preoccupa fortemente la Cisl Fvg. Accanto ai 16 incidenti mortali registratisi in regione nei primi 8 mesi del 2023, va segnalata la continua crescita anche delle patologie legate al lavoro, ormai sempre più frequenti. 

Parliamo non solo di quelle legate all’amianto, ma soprattutto, secondo l’Osservatorio del patronato Inas Cisl, che in Fvg si occupa di quasi un terzo di tutte le denunce, a quelle osteo articolari, come, ad esempio, le ernie lombari e il tunnel carpale, che riguardano, in particolare, gli OSS, le parrucchiere, gli edili e i pescatori. 

“Siamo di fronte a numeri di assoluto rilievo – commenta il segretario della Cisl regionale Cristiano Pizzo –, che devono spingerci verso alcune azioni, prima fra tutte il riconoscimento come malattie professionali di alcune patologie che oggi non sono ancora tabellate e che risultano molto frequenti, come le ernie cervicali che, sempre stando alle pratiche gestite dall’Inas vedono circa una cinquantina di persone (autisti del Tpl e portuali) soffrirne”. 

La rilevanza del fenomeno è evidenziata anche dai dati che non lasciano spazio a dubbi e che suggeriscono di potenziare le azioni di prevenzione. Nel 2022 in Friuli Venezia Giulia le malattie professionali denunciate all’INAIL sono state 1.769 con un aumento rispetto al 2021 del 4,18%, di cui l’Inas Cisl Fvg ha avanzato 555 domande di riconoscimento di malattia professionale, 66 a Gorizia, 217 in provincia di Udine, 41 a Pordenone e 231 a Trieste.  

“Come Cisl Fvg – spiega Pizzo – riteniamo che l’ombrello della prevenzione vada esteso non solo a contrasto degli infortuni, ma anche delle malattie professionali, che rappresentano un costo personale e sociale altissimo: per questo serve potenziare, accanto ad una cultura in senso lato della sicurezza, anche la disciplina dei controlli, delle ispezioni e delle sanzioni, incrementando il numero sia dei controlli sia dei controllori”.

Insomma, per il Sindacato non basta quanto si sta facendo (e che è stato riconosciuto recentemente anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella), ma serve uno sforzo e un impegno ulteriori. “Non possiamo accontentarci”, incalza Pizzo, spingendo sul valore della formazione già dalla scuola, richiamandosi alla Carta di Lorenzo e sottolineando con forza come la sicurezza sui luoghi di lavoro sia al tempo stesso un obbligo e una responsabilità collettiva. Tra le proposte della Cisl regionale, vi è non solo la necessità di piani formativi specifici e più incisivi all’interno delle scuole, ma anche la previsione di privilegiare, nella fase degli stage e dell’alternanza scuola-lavoro, quelle aziende che abbiano al loro interno le figure, indispensabili degli RLS e RLST.