CarniaEconomiaPrimo piano

Amaro, le testimonianze delle donne di Eurotech nel giorno della loro festa

Sono 4 le donne che compongono il consiglio di amministrazione di Eurotech, la multinazionale tecnologica con sede ad Amaro, su un totale di 9 persone. Mentre sono in totale 89, su 332 dipendenti, le presenze femminili in azienda, in ruoli anche apicali. La sussidiaria francese di Eurotech ha al vertice una donna, sempre una rappresentante del gentil sesso è la numero due del segmento americano dell’azienda. 

“‘Siamo per la parità di genere – sottolinea Roberto Siagri, amministratore delegato di Eurotech -, nel senso obiettivo del termine. Ovvero siamo per la meritocrazia. Il giusto merito a donne e uomini va sempre riconosciuto”.

Sebbene costituiscano quasi metà (47%) della forza lavoro complessiva, le donne occupano meno di un terzo (28%) delle posizioni di leadership nel settore della tecnologia. E considerando l’impatto che il lavoro da remoto ha avuto sugli equilibri tra lavoro e vita privata specialmente per il genere femminile, la presenza di professioniste nel comparto sembra essere sempre più a rischio. Lo rivela BCG, che ha realizzato un’indagine su 457 donne leader del settore tecnologico Usa e 300 loro colleghi uomini.

C’è grande bisogno delle donne con lauree Stem, ovvero Science, technology, engineering and mathematic) – continua Siagri –. Anche Eurotech è continuamente alla ricerca di giovani talenti con questo tipo di preparazione”.

Nel nostro paese solo il 16,5% delle giovani si laurea in facoltà scientifiche, contro il 37% dei maschi, un dato migliore della media europea ma di evidente squilibrio. Un gap che dunque nasce già nei primi anni di scuola e prosegue nel mondo del lavoro: nelle aree Stem, solo un professore ordinario su cinque è una donna.

Anche tra gli impegni del discorso programmatico di Mario Draghi è presente un investimento più convinto sulle lauree Stem. Il premier ha annunciato che si investirà “economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese”. Appunto quelli incarnati dalle competenze chiave “digitali, tecnologiche e ambientali”. La parità di genere è infatti un argomento presente nel Recovery Plan, per investire più fondi e colmare così il gap di genere nell’istruzione, nell’occupazione e, in un’ottica più complessiva, nel capitale umano.

LE TESTIMONIANZE IN EUROTECH

“Le donne possano contribuire con le loro capacità naturali che sono diverse da quelle appartenente agli uomini. Le donne sono più ‘verbali’ e più per i dettagli; vedono situazioni in modo più globale invece di essere focalizzate come gli uomini. Questo può risultare più efficace per brainstorming e per trovare soluzioni: molto utile soprattutto nel nostro campo di innovazione e soluzione tecnologiche”, afferma Katie Rouzee, al centralino.

“Storicamente e culturalmente il mondo tecnologico è sempre stato in qualche modo “riservato” agli uomini così come quello “umanistico” alle donne, chiaramente anche frutto di percorsi di studio divisi allo stesso modo. Penso che servano ancora alcuni anni affinché si arrivi ad una presenza femminile nel mondo tecnologico numericamente paragonabile a quella maschile, la tendenza sembra essere in tal senso comunque”, dice Lidia Zantoni, project manager.

“Le donne impiegate in ambito tecnologico sono in crescita. Credo che le donne stesse dovrebbero credere un po’ di più nella possiblità di far parte di questo mondo. E’ tranquillamente alla nostra portata”, sostiene Marzia D’Anastasio, coordinatrice reparto produzione.

“É positivo che le donne siano entrate in questo mondo anche se fino a poco tempo fa era considerato tipicamente maschile come tutto l’ambito scientifico. Penso che alle volte le donne stesse siano il proprio limite e dobbiamo avere il coraggio di scegliere ciò che ci piace”, spiega Sylvie Calligaro, resposanbile amministrativa.

“Nonostante la presenza di profili brillanti, il rapporto tra donne e tecnologia non è mai stato facile: ancora oggi persiste il pregiudizio che scienza e tecnologia siano ‘cose da uomini’. Lo scenario lavorativo e i modelli di sviluppo però stanno cambiando. Una maggiore sensibilità verso la realizzazione di programmi di sostegno per le donne al lavoro è un evidente ed importante passo in avanti, anche a valorizzare il reale potenziale femminile in questo settore. Inoltre, le donne hanno soft skills importantissime per affrontare il futuro, possono fornire un contributo straordinario alla creazione di infrastrutture tecnologiche”, le parole di Giulina Vidoni, responsabile marketing.

“Penso che proprio in questo difficile contesto di crisi economici e sociale, sia necessario valorizzare il capitale umano femminile agevolando l’inserimento di figure professionali qualificate e con alte capacità. Purtroppo però sono ancora presenti alcuni svantaggi che partono dalla prima socializzazione per poi amplificarsi nelle scelte scolastiche ed universitarie che incidono sulla ancora limitata presenza femminile in alcuni ruoli tecnici”, aggiunge Beatrice Arbulla, HR assistant.