Anche dai fanghi del depuratore di Tolmezzo il Cafc ricaverà energia
Sempre più green e sempre più ambientalmente all’avanguardia. CAFC si conferma la public company che ha adottato strategie etiche apripista in Italia, come confermano i dati contenuti nel Bilancio di sostenibilità illustrato nella sede in viale Palmanova. “Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti l’anno scorso nel primo report di sostenibilità strettamente correlato al nostro core business – annuncia il Presidente di Cafc Salvatore Benigno – : vantiamo il 100 per cento di fonti di approvvigionamento rinnovabili”. Le novità proseguono con l’introduzione, per la prima volta nella storia di una società in house, dell’impronta di carbonio (carbon footprint), un’operazione etica che consiste sia nell’inaugurare un sistema di mobilità più smart basato sulle auto elettriche e ibride (dal 2020 la flotta aziendale diventerà ecologicamente corretta) che gradualmente sostituiranno l’attuale sistema sia nell’effettuare azioni di compensazione per la CO2 emessa nell’ambiente. La strada scelta è quella di adottare i boschi in montagna e realizzando ad operazioni di rimboschimento, così da restituire alla collettività quell’ossigeno correlato inevitabilmente alle produzioni umane e di servizi. La green reputationdi Cafc si consolida grazie a strategie contenitive delle emissioni di gas serra, attraverso la riduzione dei consumi di energia e materia, diminuendo così gli impatti delle produzioni aziendali sull’ambiente per un sempre più inferiore carico antropico sull’habitat.
A supporto di una rigorosa politica ambientale improntata su sostenibilità ed efficientamento spinto, anche la recente approvazione in Cda dello studio di fattibilità per l’innovativa gestione dei fanghi di depurazione dei tre depuratori di Udine, Tolmezzo e San Giorgio: dal 2020 Cafc, che si colloca apripista a livello nazionale, inizierà la riduzione dello smaltimento dei fanghi che verranno riutilizzati per ricavare energia, così da salvaguardare l’ambiente e abbattere gli alti costi di smaltimento.
Cafc ha intrapreso da tempo una stretta collaborazione con le Istituzioni, in questo rientra il suo ruolo di soggetto attuatore unico, come stabilito dal decreto della Regione FVG, per gli interventi di ripristino in montagna dopo la tempesta Vaia del 2018: è stato approvato nell’ultimo cda il riconoscimento di Cafc quale stazione appaltante per tutte le operazioni per un ammontare di 2 milioni e mezzo (entro il 30 settembre verranno stipulati tutti i contratti con le aziende). Prosegue anche il dialogo con i portatori di interesse quali Legambiente, associazioni di consumatori, Arpa per individuare strategie condivise.
Correlata a doppio filo alla vocazione ambientale è il Water Safety Plan (Piano sicurezza acque), fiore all’occhiello del Report di sostenibilità, grazie a cui incoraggiare l’ulteriore sviluppo e utilizzo di sistemi integrati e strumenti di previsione per affrontare l’interazione fra gli eventi idro-climatici e le pressioni multiple sugli ecosistemi. “Migliorare le prestazioni, la resilienza e la capacità delle reti idriche in modo da consegnare acqua di qualità ai cittadini è il nostro obiettivo – conclude il Presidente Benigno – : i sistemi integrati possono essere utilizzati per prendere con buon anticipo le decisioni finalizzate alla tutela della salute pubblica e dell’ambiente dagli effetti meteorologici estremi e minimizzarne l’impatto sugli esseri umani, gli ecosistemi naturali e i cicli alimentari”.
Altra novità presente nell’ultimo Report è la qualità tecnica e contrattuale in nome della trasparenza totale nei confronti dei cittadini: si tratta di rendere pubblici gli indicatori di performance rispetto a quelli stabiliti dall’Autority e dall’Arera per il monitoraggio dell’attività e di pubblicizzare il rendiconto territoriale, ovvero gli investimenti e le opere realizzate, per far comprendere agli utenti ciò che viene realizzato anche grazie alla tariffa in nome della sua accettazione sociale.