Anci Fvg ridefinirà i criteri per determinare l’adeguatezza dei Comuni
Il lungo e travagliato percorso della Legge 26 per la riforma degli enti locali riparte grazie al lavoro di Anci Fvg: la Regione, infatti, ha modificato venerdì scorso l’articolo 27 della Legge 26 (Comma 3) legittimando l’associazione dei sindaci ad individuare i criteri per definire l’adeguatezza dei Comuni. La norma infatti recita testualmente che “Anci Fvg propone i criteri idonei a determinare l’adeguatezza organizzativa” a partire dai piccoli comuni.
È stato lo stesso presidente di Anci Mario Pezzetta a darne annuncio durante l’Assemblea dei Comuni tenutasi nel Municipio di Gemona del Friuli: “Come Anci stiamo lavorando per ridefinire l’adeguatezza sulla base di nuovi criteri: oltre 160 indicatori che sono in grado di descrivere lo stato dell’arte dei territori in modo puntuale e realistico. È una piccola grande rivoluzione per il percorso di riforma dei territori”.
Secondo l’attuale Legge 26, invece, con il primo gennaio 2018, le funzioni fondamentali come servizi finanziari, opere pubbliche, organizzazione servizi scolastici andrebbero affidate alle Uti “in automatico” a meno che il comune sia adeguato, adeguatezza basata solo su dato demografico, ovvero sopra i 10mila abitanti.
“L’apertura della Regione verso una nuova e più efficace definizione dell’adeguatezza – sottolinea Pezzetta – è un passo importante, significa riconoscere l’importanza dei piccoli comuni e le reali esigenze del nostro territorio. Consegneremo a breve il nuovo modello di adeguatezza alla regione per far riprendere la strada alla riforma”.
Il prossimo passo è la gestione integrata di due funzioni: i servizi finanziari e i servizi tecnici. La Regione, infatti, ha recentemente acquistato una piattaforma per la gestione degli appalti e delle opere pubbliche che dovrà necessariamente operare con i sistemi gestionali utilizzati dai comuni.
“Grazie all’integrazione tra dati e sistemi, ogni sindaco avrà visione reale ed esaustiva della realtà e della fattibilità delle opere pubbliche e degli appalti garantendo anche ai piccoli comuni la capacità di decidere se tenere tali funzioni o se demandarle alle Unioni Territoriali”.
Sono intervenuti al dibattito Claudio Sandruvi, Sirio Gigante, Paolo Urbani, Mauro Zanin, Francesco Martines, Emiliano Canciani, Pino Napoli.
presenza comuni Carnia uguale a ZERO, una cosa veramente desolante, circa 30 comuni in rappresentanza della regione, pazzesco.
….. meglio i carnici che sono rimasti a casa, dei gemonesi…… come riporta oggi la stampa di regime i politucoli ‘pedemontani’ propongono di aumentare lo stipendio dei sindaci……. mica scemi…… ora che sperano di andare in regione mica propongono di diminuire lo stipendio dei consiglieri regionali che è di oltre 8000 euro al mese……. sia mai…….. si fanno belli chiedendo di alzare lo stipendio dei sindaci……. che bravi……. quale alto esempio di solidarietà istituzionale………
Non c’è più pudore! A differenza dei politici di oggi, i sindaci che hanno ricostruito il Friuli dopo il terremoto non avevano tempo per certe richieste! Quelli lavoravano e spartivano la loro sorte con quella dei loro cittadini. Ma lo sa il sindaco di Gemona quanto prende un operaio, un commesso o un dipendente comunale? Non mi sembra lavorino meno di lui. Provate ad andare in Comune a Gemona a cercarlo e mi direte se è al suo posto h24. Chiedete ai dipendenti comunali e (magari sottovoce) ve lo diranno. Soprattutto in questi mesi di pre-campagna elettorale! Certe cose muovono alla rabbia e alla tristezza.
Il sindaco di Gemona non la racconta tutta. Non dice per esempio quanto prende di indennità chilometrica e di rimborso spese per viaggi (gira con la sua Audi, lui, mica con un’auto comunale di servizio!). Nel mese di novembre, per esempio, sono più di 650 euro. Non male, vero? E in certi altri mesi molto di più. Andate a controllare sul sito del comune per controllare. Non male per un sindaco di un paese di poco più di 10.000 abitanti, vero? Di sicuro tutti chilometri svolti per compiere servizi utili ai gemonesi!