Ancora in calo il numero delle compravendite di case in Alto Friuli
Torna dopo un anno di assenza l’Osservatorio Immobiliare Fiaip, strumento unico per analizzare e comprendere tutto ciò che ruota intorno al sistema casa in regione. Dopo l’interruzione dovuta ai mesi di lockdown e al conseguente stop delle agenzie immobiliari la nuova pubblicazione 2021 è stata illustrata a Trieste, al Caffè degli Specchi, alla presenza del governatore Fedriga, degli assessori regionali Riccardi e Pizzimenti, al sindaco di Trieste Dipiazza, dal presidente regionale FIAIP Leonardo Piccoli e dai presidenti provinciali della Federazione.
Il primo dato, inaspettato e sorprendentemente positivo è che se molti settori dell’economia hanno registrato dati disastrosi, pagando un pesante dazio alla pandemia, questo non è successo per il mercato immobiliare. Non solo le vendite sono calate solo del 5,9% sul 2019 (-7,7% il dato nazionale), con le agenzie chiuse per almeno tre mesi durante la primavera, ma i primi tre mesi del 2021 hanno fatto segnare il +40% sul 2020, ma soprattutto il +20% sul 2019. Segno evidente che l’emergenza sanitaria, sociale ed economica ha portato gli acquirenti a valorizzare ulteriormente il luogo in cui si vive e a scegliere in maniera netta l’unico investimento davvero sicuro: il mattone.
Facendo riferimento ai dati delle compravendite, agli atti stipulati e ai mutui concessi la nostra regione è al primo posto in Italia per atti stipulati ogni 100.000 abitanti. Ulteriore dimostrazione di come la casa venga percepita come un bene prioritario, sia si tratti di prima abitazione che di investimento. 29.500 le vendite complessive nel 2020 e 11.200 i mutui stipulati.
Delle circa 14.000 compravendite residenziali del 2020 circa il 73% sono relative alla prima casa – ancora troppo bassa la quota degli acquirenti fra i 18 e i 35 anni, solo il 35% – mentre il 27% hanno riguardato le seconde case. Un dato che è destinato ad aumentare ulteriormente nel 2021, in particolare nelle località turistiche e nelle città a forte interesse da parte degli investitori in questo settore, come Trieste.
Udine continua a farla da padrone con oltre il 40% sul totale del giro d’affari regionale: le operazioni immobiliari in provincia sono state quasi 6.000, con 1.424 transazioni solamente a Udine città. In particolare a registrare il segno più sono le vendite di appartamenti e immobili di piccole o medie dimensioni, anche qui segno di un investimento sempre più ricercato.
Stabili i prezzi con il nuovo che subisce un modesto aumento condizionato dalle normative sul contenimento energetico e dalla difficoltà di reperire delle materie prime, mentre l’usato registra un impercettibile calo dello 0,3% a Udine e dello 0,4% in provincia.
Sempre molto richiesto è il centro cittadino, dove i prezzi vanno dai 4.000 euro a metro quadro del nuovo ai 900 euro per gli immobili da ristrutturare massicciamente. Nelle zone immediatamente periferiche al centro il nuovo si aggira intorno ai 2.000 euro al metro quadro e ai 400 euro circa invece per le strutture assai obsolete. Continua il de profundis delle zone stazione, via Cividale e peep, con valori che vanno dai 200 euro per gli immobili in cattivo stato ai 2.000 per il nuovo di zecca.
Per quel che riguarda il territorio della ormai ex provincia di Udine, infine, non ci sono novità per la montagna: ancora in calo il numero delle compravendite in maniera più sostanziale rispetto al resto della regione. Tarvisiano e zone limitrofe perdono circa il 13%, mentre più limitato il calo della Carnia, -8%, un dato probabilmente mitigato dalla presenza di Sappada che limita i danni.
In controtendenza invece il Cividalese che, a seguito di alcune operazioni particolarmente azzeccate segnala un clamoroso +19,5%. In discesa anche le compravendite per Lignano, maggiore centro turistico regionale.