Anna Mareschi Danieli (Confindustria Udine): «Il Governo continua a navigare a vista»
“La sensazione – afferma Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine – è che il Governo non sia in grado di gestire sistemi complessi. Continua a navigare a vista senza rendersi davvero conto di quali possono essere le conseguenze di azioni di questo tipo. Se in primavera eravamo stati tutti colti alla sprovvista dal Covid 19 ed eravamo impreparati, poi è successo che le imprese e non solo – in perfetta solitudine – si sono adeguate a protocolli e stringenti regole di prevenzione, non solo a un mercato che è stato letteralmente terremotato dalla pandemia. E iniziavamo a vedere i primi risultati positivi sui portafogli ordine delle imprese, ma anche e soprattutto nella crescente speranza e fiducia dei cittadini”.
“Lo Stato sta invece dando ancora una volta prova di inefficienza e improvvisazione – prosegue Anna Mareschi Danieli -, sia nella fase decisoria, sia in quella dell’implementazione delle misure decise (fra l’altro, ritengo ridicolo leggere nell’ennesimo DPCM che “è fortemente raccomandato”). L’estate è stata sprecata nonostante lo schieramento di esperti e ci troviamo oggi con la Francia in testa, che registra oltre 100.000 casi, senza un piano DAD, senza alcuna strategia per i trasporti pubblici, senza vaccini antiinfluenzali sufficienti, che avrebbero potuto permettere una scrematura importante dei casi Covid, e con un virus che, a quanto pare, attacca durante le ore serali e notturne”.
“Sulle modalità di alcune decisioni/chiusure – conclude la presidente di Confindustria Udine – vedo un totale non ascolto delle proposte avanzate dalle Regioni. Inoltre, non c’è nessuna distinzione tra chi ha investito per rispettare le norme anti-covid e chi non lo ha fatto. Noi, da industriali, non possiamo che essere solidali nei confronti delle categorie economiche più colpite, che sono messe letteralmente in ginocchio da questo nuovo decreto. Siamo tutti parte di un sistema economico, che è la spina dorsale del Paese, ed è l’unico in grado di darci un futuro. Futuro che non sarà roseo se si continuano ad implementare misure “distruttive” senza una pianificazione reale del come, in termini materiali, è possibile sostenere la parte di popolazione che si avvicina sempre più pericolosamente al reddito zero”.