Assemblea Pd Fvg, “meaculpa” ma nulla di fatto al vertice
“Siamo una comunità, nella vittoria e nelle sconfitte. Non cerchiamo scappatoie: andiamo avanti con rinnovato slancio e correggendo ciò che abbiamo sbagliato nel percorso delle riforme, perché certamente qualcosa abbiamo sbagliato, ma facciamolo uniti, compatti: i nostri avversari politici si chiamano centrodestra e M5S. Facciamo uno sforzo sincero, corale, per rilanciare il Pd, l’azione del partito e l’azione di governo”. Lo ha affermato sabato a Udine la segretaria regionale del Pd Fvg Antonella Grim durante la sua relazione, che ha aperto l’Assemblea del partito regionale, convocata nella sede udinese di via Joppi dal presidente Salvatore Spitaleri. L’Assemblea è stata molto partecipata, con 126 componenti dell’Assemblea tra eletti e aventi diritto, e una cinquantina di altri iscritti al partito. La presidente Serracchiani si è fatta vedere ma poi ha rinunciato ad intervenire.
“Dobbiamo rivedere profondamente la forma partito, pensare a strumenti nuovi di presenza sul territorio, ascoltare i nostri concittadini laddove abbiamo sbagliato nel percorso riformatore – ha detto Grim nella sua relazione – e correggere il tiro velocemente. Ma dobbiamo procedere in modo unitario, compatto. Mi assumo una parte importante di responsabilità per le sconfitte del 2016, ma il nostro obiettivo deve essere andare avanti con le riforme, non gettare la spugna. Evitiamo, tutti, l’ipocrisia dei cambiamenti di facciata e andiamo avanti”.
Il Pd Fvg – ha sottolineato Grim nella sua relazione è forza di governo e come tale si è comportato: ci siamo assunti la responsabilità di essere protagonisti del cambiamento, di accompagnare il percorso delle riforme, tutti insieme. Il mandato di questa segreteria regionale, sin dal 2013, era quello di accompagnare e sostenere l’azione riformatrice del governo di centrosinistra, che è stato eletto con un programma politico preciso e condiviso”.
“I territori ci chiedono più ascolto – ha detto Grim – e noi abbiamo l’obbligo di farlo, di più e meglio. Uno dei motivi delle sconfitte alle amministrative in Fvg è questo. Penso alla questione dei richiedenti asili e, in generale, della gestione dell’immigrazione. Complice la durissima crisi economica e sociale, i nostri concittadini non si sono sentiti ascoltati nelle loro fragilità, nelle loro richieste di aiuto, e questo secondo me è il tema centrale alla base delle sconfitte elettorali, in parte anche del referendum. A questo vanno aggiunti, ovviamente, i problemi legati all’applicazione delle riforme. Sono riforme difficili, di cui vedremo pienamente i benefici domani. Penso alle Uti e alla sanità”.
“Davanti a questo scenario, fatto di emergenze complesse e riforme difficili, il partito regionale – ha sottolineato Grim – ha fatto il massimo: il massimo di ciò che poteva fare, con le forze e la struttura che ha a disposizione. Per capire quali sono le responsabilità del partito dobbiamo innanzitutto chiederci cosa è il partito oggi e affrontare l’evidente crisi della forma partito, cioè di quell’idea novecentesca di partito che oggi non esiste più. L’idea di partito è in crisi. Non siamo riusciti, né noi né chiunque altro in questo Paese, ad avviare – e tradurre poi in realtà – una riflessione seria su come cambiare pelle a una struttura che, volenti o nolenti, non è più quella di vent’anni fa. Si parla ora di un ritorno al sistema proporzionale, cioè alla Prima Repubblica, senza che i partiti ci siano più, senza che ci sia più la stessa partecipazione alla vita politica del passato”.
Alla relazione della segretaria è seguito un ampio dibattito, che ha visto gli interventi di numerosi esponenti del partito, diversi nei contenuti, anche se a prevalere è stato l’appello all’unità e al rilancio serio, profondo. Dal deputato Paolo Coppola, che ha evidenziato che “è necessario portare avanti un progetto di unità, mettere in secondo piano il proprio orgoglio e smettere di litigare, compattarci su un programma condiviso e andare avanti, perseguendo l’obiettivo dell’attuazione delle riforme”, al consigliere regionale Mauro Travanut, che ha sottolineato la necessità di anteporre a tutto la “salvezza di un patrimonio collettivo di idee”. La segretaria del Pd di Trieste Adele Pino ha invitato con forza a un rinnovato impegno sui temi del lavoro, chiedendo ai parlamentari di agire sul tema dei voucher. Il senatore Francesco Russo ha osservato che “il no al referendum ci porterà inevitabilmente a un futuro sistema politico a vocazione proporzionale, con un’instabilità preoccupante. Dobbiamo tornare nelle periferie e parlare con la gente con discontinuità, anche sui temi dell’azione politica e di governo”. Silvia Caruso ha ricordato che “il segretario regionale non è Mandrake e non può essere considerato responsabile di tutte le sconfitte; i cittadini ci votano per il modo in cui eroghiamo i servizi ed è su quello che dobbiamo lavorare: abbiamo fatto riforme buone, ma dobbiamo correggere ciò che abbiamo sbagliato”. Il segretario del Pd di Udine Massimiliano Pozzo ha evidenziato che “anche nelle sconfitte va riaffermato il senso della comunità politica, evitando di fare cadere semplicemente qualche testa; davanti a giorni di attacchi e critiche ringrazio la segretaria Grim e la presidente Serrracchini e tutto il Pd, perché abbiamo lavorato molto: sono stati commessi errori, evidentemente, ma l’impegno è stato grande e non può essere omesso nella lettura della realtà. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per guardare al 2018 e vincere”.
Nella sua replica finale la segretaria Grim ha detto che si farà carico di un percorso di approfondimento e verifica con tutte le componenti della segreteria regionale per chiedere un rafforzamento nell’azione di elaborazione politica in vista in vista della prossima Assemblea regionale, che sarà riconvocata subito dopo quella nazionale in programma il 18.