Asta in chiaroscuro, allevatori in costante difficoltà
di DAVID ZANIRATO
Poco meno di una trentina le vacche da latte battute all’asta quest’oggi a Tolmezzo, nel consueto appuntamento annuale promosso dall’Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia. Asta in chiaroscuro con alcune manze piazzate anche a quasi 2 mila euro, altre che invece non hanno ricevuto offerte sufficientemente buone per i rispettivi proprietari e quindi sono state ritirate.
Quella di Tolmezzo è la manifestazione zootecnica più importante dell’anno per la zootecnia di montagna, fortemente voluta dagli allevatori quale momento di confronto e di verifica del lavoro di selezione e dai tecnici dell’Associazione Allevatori della sezione di Tolmezzo Simone D’Orlando e Simone Gressani che si sono impegnati nell’organizzarla.
Ma da alcuni anni ormai, con il settore sempre più in crisi ed il prezzo del latte pagato alla stalla in costante calo, anche questi appuntamenti ne risentono sotto il profilo delle trattative. Non certo su quello sociale perchè come detto permettono agli allevatori di tentare dei ragionamenti collaborativi, sempre più indispensabili per far fronte alle sfide di mercato.
Solo nell’ultimo anno 56 aziende in FVG, il 5% sulle circa mille ancora in attività, hanno chiuso i battenti, con una perdita occupazionale di circa 100 posti di lavoro. Le opportunità ci sono, spiegano dall’Associazione allevatori, e derivano dalla DOP Montasio e dalla filiera della Pezzata Rossa. Serve però fare massa critica.
LA FOTOGRAFIA DEL SETTORE DALLE PAROLE DEL DIRETTORE DELL’AAFVG ANDREA LUGO
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LA SITUAZIONE IN CARNIA
Per quanto riguarda la Carnia in particolare le cose sembrerebbero andare un po’ meglio della media, come ci aveva spiegato nei mesi scorsi Claudio Peresson, allevatore di Arta Terme e Presidente del Caseificio Alto But di Sutrio:
“Dalle nostre parti si arriva ancora a garantire un prezzo base del latte a 50 centesimo al litro rispetto ai 35-36 centesimi della pianura, questo grazie alla formula cooperativistica del nostro caseificio dove si riesce a contenere le spese e l’utile viene ripartito tra tutti i soci”. Attualmente al Caseificio di Sutrio viene conferito il latte degli allevatori di mezza Carnia, da Paularo a Tolmezzo, da Lauco a Moggio e naturalmente l’intera Valle del But. Sono 100 i quintali che vengono lavorati ogni giorno, di questi 20 dal solo comune di Arta Terme, territorio che ha la concentrazione più grande di aziende zootecniche, cinque in 100 ettari di terreni, “paradossalmente fa notare Peresson – abbiamo più vacche di quarant’anni fa quando c’erano 150 allevatori in tutto il paese”
L’altro grande Caseificio in attività è quello di Enemonzo, pure qui si raggiungono i 100 quintali di latte al giorno, conferiti da tutta la Val Tagliamento, dalla Val Degano e dalla Val Pesarina.
Complessivamente sono circa 200 gli allevatori in attività che si prendono cura di quasi 2 mila bovini (erano 20-30 mila quarant’anni fa), monticando d’estate in 40 malghe.
“Non è pensabile ritornare a quei livelli anche perchè – fa notare Peresson – i numeri attuali sono abbastanza stabili e sostenibili. L’unica criticità arriva dal fatto che la presenza degli allevamenti non è più omogenea rispetto ad un tempo con comuni che non hanno più nemmeno un capo al pascolo; questo diventa un problema per la difesa di quei territori dove ormai la vegetazione arriva a strozzare i paesi”.
Di queste e altre tematiche affini al settore lattiero-caseario ne avevamo già parlato in questo articolo sul post Mostra Mercato dei Formaggi di Malga di Enemonzo.
LE INIZIATIVE PER LA FESTA DEL FORMAGGIO DI GEMONA (16-17-18 OTTOBRE)
All’asta era presente pure il presidente degli Allevatori FVG Renzo Livoni, il quale ci ha anticipato alcune delle novità del prossimo sentito appuntamento per l’intero comparto, ovvero la Festa del Formaggio in programma a Gemona del Friuli il prossimo fine settimana.
Qui per scaricare il Depliant della Festa