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Autotrasporto Fvg, accordo per contrastare la concorrenza sleale

Le imprese dell’autotrasporto Fvg in continuo calo, trasporto internazionale ridotto ormai quasi a zero e ora minacciata seriamente anche l’attività di trasporto nazionale. Motivo principale: la concorrenza, spesso sleale, da parte di vettori con targa estera.

È a fronte di questo quadro allarmante del comparto, che i rappresentanti regionali di Confartigianato Trasporti, Confapi e Fai considerano «molto positivo» l’incontro avvenuto nei giorni scorsi con il Prefetto di Trieste, Valerio Valente, il dirigente del compartimento di Polizia stradale per il Friuli Venezia Giulia e il dirigente della sezione della Polizia stradale di Trieste, che ha portato alla decisione di istituire un tavolo permanente che abbia lo scopo di monitorare il fenomeno, favorire il confronto e il dialogo tra organi di vigilanza e associazioni di categoria e individuare forme efficaci di contrasto su strada.

«La volontà di avviare un percorso strutturato di collaborazione tra le istituzioni e le categorie è molto positiva, perché sedere allo stesso tavolo significa poter avere delle figure tecniche di riferimento per segnalare eventuali abusi», commentano i rappresentanti di categoria presenti all’incontro, Stefano Adami Presidente di Confartigianato Trasporti Fvg, Lucia Cristina Piu Direttore di Confapi FVG e Marzia Venturini Presidente di Fai Fvg.

La concorrenza sleale dei vettori stranieri, è stato evidenziato, si gioca soprattutto sul fronte «non certo della qualità dell’offerta e della sicurezza sul lavoro», ma su quello economico, «per la minor incidenza della tassazione, il minor costo del personale, i minor costi burocratici».

Ne consegue che i controlli «sono essenziali» per contrastare il fenomeno e il tavolo tecnico con Prefettura e Polizia stradale, sostengono le categorie, potrebbe generare un duplice effetto: «Da un lato perseguire l’illegalità e dall’altro sensibilizzare il committente ad affidarsi a vettori qualificati che rispettano le regole, posto che potrebbero subire anche la confisca delle merci applicando il principio di corresponsabilità nella filiera del trasporto», concludono Adami, Piu e Venturini.