Buja, reintegrato alla Dm Elektron lavoratore licenziato nel 2015
«La scelta dei lavoratori da licenziare non è rimessa alla libera iniziativa dei datori di lavoro, dovendo rispondere a criteri oggettivi e predeterminati». È quanto si legge nel dispositivo dell’ordinanza con cui il giudice del lavoro Giuliano Berardi, del tribunale di Udine, ha disposto la reintegra di Alex Stefanutti, un dipendente della Dm Elektron di Buja licenziato dall’azienda nell’ottobre 2015. A darne notizia la Cgil di Udine, soddisfatta per l’accoglimento totale del ricorso, presentato dagli avvocati Daniela Graziani e Giulia Pividori. Nell’annullare il licenziamento e disporre pertanto la reintegra del dipendente sul posto di lavoro, il giudice ha anche condannato l’azienda al pagamento di un’indennità risarcitoria di 12 mensilità, con annessi ratei contributivi e rivalutazione monetaria, e al pagamento delle spese legali.
In concreto, il giudice ha ritenuto viziato il licenziamento sotto il profilo delle motivazioni, non ritenendo quelle addotte dall’azienda conformi ai criteri stabiliti dall’accordo siglato con i sindacati il 16 ottobre 2015, che aveva dato il via alla procedura di licenziamento collettivo (legge 223/91) nell’azienda di Buja. Procedura che si era conclusa con i licenziamento di Stefanutti e di un altro dipendente. Secondo il giudice, in estrema sintesi, non è stata vagliata in modo esauriente – come emerso dall’esame dei documenti e delle testimonianze rese in sede processuale – la possibilità di adibire il dipendente ad altre mansioni, come è stato fatto invece fatto per altri lavoratori potenziali destinatari della procedura di licenziamento.