Caldo nelle fabbriche, per la Uilm di Udine sono a rischio salute e sicurezza
Riceviamo dal Segretario Generale dei metalmeccanici della UILM di Udine Giorgio Spelat e pubblichiamo.
Si rischia di ripetere le ultime estati torride fuori e dentro le aziende metalmeccaniche, le temperature elevate sicuramente si ripresenteranno creando non pochi problemi alle lavoratrici ed ai lavoratori non solo del settore siderurgico, ma nella stragrande maggioranza delle aziende metalmeccaniche, dal settore artigiano, all’automotive, all’installazione di impianti. Il Decreto legislativo 81/2008 in diverse sue parti fa riferimento alla temperatura dei locali di lavoro che deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori.
Poiché la normativa nazionale è “carente dal punto di vista tecnico”, ossia, il testo unico “afferma” unicamente che deve essere garantita agli operatori una situazione di benessere termico, ci si deve basare sulle indicazioni scientifiche e sulle normative tecniche; queste ultime propongono alcuni indici micro climatici di confort e/o di stress, indici che permettono di interpretare le condizioni microclimatiche ambientali integrate con il tipo di attività svolta dagli addetti.
In particolare perché ci sia comfort termico globale “una condizione necessaria è che l’energia interna del corpo umano non aumenti né diminuisca, ovvero che nell’equazione di bilancio termico il termine accumulo sia nullo. Dunque un ambiente può essere ritenuto accettabile, dal punto di vista termico, quando sono contemporaneamente verificate le condizioni di comfort globale (corpo intero) e locale (alcune zone del corpo).
Importante nelle aziende risulta il ruolo dei R.L.S. (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) e delle R.S.U. (rappresentanze sindacali unitarie) ai quali viene affidato il compito di prevenire e gestire le situazioni di difficoltà all’interno delle unità produttive.
Come UILM crediamo che la condivisione con il datore di lavoro e il RSPP (responsabile del servizio di prevenzione e protezione) debba essere il per corso da seguire con la valutazione delle condizioni di lavoro all’interno del DVR (documento di valutazione dei rischi).
Riteniamo importante trovare le soluzioni strutturali per un problema (il caldo) che negli anni sicuramente si andrà ad accentuare, parallelamente a quelle che già son state le richieste sindacali riguardo a garantire acqua e sali minerali ai lavoratori, all’aumento delle pause, alla modifica dei turni di lavoro ed alla costante richiesta di diminuire i ritmi di produzione. In diverse aziende prevale ancora oggi l’idea di non fermarsi, di spingere sulla produzione con conseguenze per i lavoratori e molto spesso per le lavoratrici con il rischio di colpi di calore.
È bene ricordare che sia l’INAIL che l’INPS mettono a disposizione strumenti, tra i quali la cassa integrazione ordinaria collegata alle eccessive temperature ed ai rischi correlati.
Come UILM monitoreremo assieme ai delegati sindacali le situazioni nelle aziende, pronti anche a proclamare degli scioperi ed a segnalare agli organi competenti situazioni fuori controllo a tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.
GIORGIO SPELAT