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Camionabile ad alta quota, il Comitato: «Ingiurie e offese le sole argomentazioni»

Riceviamo dal Gruppo spontaneo “Salviamo i sentieri CAI 227 e 228” e pubblichiamo.

Le dichiarazioni dei sindaci coinvolti nel progetto della camionabile ad alta quota tra il Rifugio Chiampizzulon e Malga Tuglia, e del vicepresidente del Consiglio Regionale Stefano Mazzolini, pubblicate in data 8 e 10 luglio sul Messaggero Veneto nonchè in data 9 luglio su Studio Nord News, confermano una volta ancora l’insussistenza delle circostanze che giustificherebbero un’opera che giorno dopo giorno, al contrario e all’evidenza di tutti, sta palesando le sue gravi criticità.

Con tali dichiarazioni, infatti, i Sindaci e il consigliere Mazzolini non danno risposta nel merito alle gravi ed evidenti problematiche tecniche del progetto e si limitano ad apostrofare coloro che partecipano al Gruppo Salviamo i sentieri CAI 227 e 228 come “visitors dei fine settimana con magliette griffate”, “Comitato del NO a prescindere”, “gruppi di perdigiorno” e “disfattisti”, che “pretendono una riserva di indiani a proprio uso e consumo”, confermando la regola secondo la quale chi non ha valide motivazioni da esporre passa alle uniche “argomentazioni” alla sua portata, costituite da ingiurie e offese.

Di certo l’ammissione, sempre dei predetti amministratori, relativa al fatto che “i distacchi dal monte Pleros sono eventi naturali frequenti” è di una gravità ed evidenza tale che dovrebbe già di per sé portare all’interruzione definitiva dell’opera destinata invece, in caso di realizzazione, alla sua distruzione in poco tempo, in quanto direttamente esposta a quei “distacchi” menzionati e riconosciuti dagli stessi Sindaci.

Affermare poi che tale tracciato possa divenire un volano per il turismo significa non considerare le prescrizioni del Servizio Geologico Regionale del 22.07.20, che assegna all’area grado di pericolosità massimo dal punto di vista geologico ed esclude conseguentemente l’utilizzo per finalità diverse da quelle forestali, boschive ed agrarie.

Ciò significa non tenere conto neppure delle responsabilità penali, civili e amministrative che graverebbero soprattutto, ma non solo, sugli Amministratori presenti e futuri in conseguenza delle inevitabili future frane.

Vi è poi da chiedersi in che veste Mazzolini intervenga, solo ora, a gamba tesa e con toni fuori luogo: si tratta di una sua posizione personale, oppure esprime la posizione istituzionale della Regione? Inaccettabile è comunque l’atteggiamento autoritario degli Amministratori, che evidentemente non considerano, o ritengono del tutto irrilevante, il parere e la volontà di un gruppo nutrito (ad oggi quasi 6000 persone) e la sua eterogenea provenienza: del gruppo, benché gli amministratori cerchino di mascherare la circostanza, fanno parte sia persone che risiedono in montagna e nei Comuni interessati, sia persone che la frequentano, accomunate dall’amore e dal rispetto per la montagna e dalla volontà di trasmetterla alle generazioni future.

L’idea che i fruitori della montagna debbano essere solo cittadini da spennare senza la possibilità di esprimere e sostenere un’opinione non è assolutamente condivisibile.

Il Gruppo Salviamo i Sentieri esprime inoltre una serrata critica ad una politica di sviluppo della montagna che miri ad addomesticarla, rendendola simile ad un parco giochi, senza una concreta programmazione di investimento per rilanciare i fondovalle e i servizi essenziali, necessari per contrastare lo spopolamento.

GRUPPO SPONTANEO “SALVIAMO I SENTIERI CAI 227 e 228”