Campagna nazionale “Nevediversa”, le considerazioni di Legambiente FVG
Proponiamo il comunicato di Legambiente FVG relativo alla campagna nazionale “Nevediversa”, presentata oggi.
Il piano di adattamento ancora non c’è ma è previsto nella legge 4/2023 “FVG Green”. Le evidenze scientifiche però sono abbastanza chiare per orientare le scelte o, quanto meno, per evitare investimenti con un doppio dividendo negativo: ambientale ed economico e illusori impatti positivi sulle comunità interessate. Ne sanno qualcosa, oltreconfine gli abitanti di Arnoldstein, il cui comprensorio sciistico ha chiuso: fa troppo caldo, la neve naturale non c’è e i cannoni sono silenti.
Non ci sono solo evidenze scientifiche; anche il lungo elenco di impianti chiusi negli ultimi 40 anni richiama la crisi in atto e la necessità di una svolta: Lusevera – Passo di Tanamea, Collina, Verzegnis – Sella Chianzutan, Sella Nevea – pista Slalom, sciovie del Poviz, Lauco – Val di Lauco, Sappada – M. Ferro, Nevaio Siera, Ligosullo – loc. Castel Valdajer, Claut – Loc. Tre Pini, Cimolais – Loc. Prada, Maniago – Monte Jouf, Ampezzo – Cima Corso, Savogna – Monte Matajur, Prato Carnico – Osteai, Paularo – Passo Duron, Malborghetto Valbruna – Prati Nebria , Pontebba – impianto di Studena Alta, Cave del Predil – Pista Schwandel.
Anche l’uomo della strada, il cittadino che osserva le webcam, si accorge che nelle località turistiche di fondovalle o a bassa quota, durante l’inverno, la pioggia si accompagna sempre più frequentemente alla neve. Nuovi impianti sotto il 1500, 1600 m sono destinati a entrare subito in “terapia assistita” con i soldi della comunità regionale. Fino quando le temperature lo consentiranno.
Nonostante ciò, il programma 2023-2024-2025 di PromoTurismoFVG prevede alcuni interventi che vedono la contrarietà di diversi portatori di interesse. Di Legambiente sicuramente. Agli effetti della crisi climatica si aggiungono ulteriori elementi di criticità insiti nei singoli progetti.
Polo di Tarvisio – L’ipotizzata “nuova Pista Lazzaro” che dal Monte Florianca scende a fondovalle, apre una ferita nell’ecosistema forestale, già provato dal bostrico. Un ambiente vocato alla riproduzione e rifugio della pregiata fauna locale e prossimo a zone instabili sia dal punto di vista idro-geologico che del pericolo valanghivo. Un’ulteriore pista di sci alpino con difficoltà eccessive rispetto alle esigenze turistiche locali, calibrate sul turismo familiare.
Il nuovo impianto Lussari-Valbruna – Ci chiediamo cosa aggiunga a un territorio comunale, di per sé virtuoso nell’integrare turismo, patrimonio culturale e attività primarie, se non l’ulteriore consumo di suolo (infrastrutture, parcheggi), inquinamento e degrado paesaggistico. Sempre sul Lussari, l’illuminazione prevista sulla pista “Di Prampero” ci pare un lusso in più che non possiamo permetterci considerando anche gli elevati costi energetici. Sicuramente non è un esempio virtuoso di risparmio energetico. Pensiamo che il tempo serale degli ospiti sia più consono per fruire delle offerte culturali ed enogastronomiche che il territorio offre.
Polo di Sella Nevea – Un tempo considerato, a ragione, quello in cui non mancava mai la neve, oggi è una spia dell’anomalo riscaldamento che colpisce l’intero arco alpino: anche il versante esposto a nord necessita di ingenti apporti energetici e idrici per il mantenimento di un sufficiente piano sciabile fino alla base. Inconcepibile quindi pensare allo sviluppo di un impianto da sci sul versante esposto al sole sottostante Casera Crignidûl di Sopra, in vicinanza dei piani del Montasio. L’errore compiuto negli anni ’80 con l’apertura dell’impianto “Stadio dello Slalom”, mai utilizzato e oggi dismesso, è ancora una ferita palesemente aperta nel bosco e nelle illusioni di sviluppo economico e turistico della zona.
“Si concorda sulla necessità di mantenere in buono stato il demanio sciistico esistente, quale volano turistico invernale imprescindibile per i poli montani e il relativo indotto, ma è d’altronde necessaria una visione / revisione a medio termine del piano degli investimenti, affinché integri, nel ridisegno, gli effetti della crisi climatica in atto”, commenta Mario Di Gallo, referente di Legambiente FVG per la Campagna Nazionale di Nevediversa.
Cosa chiede Legambiente alla Regione? “Al Presidente Fedriga, destinatario di una lunga lettera che verrà recapitata oggi stesso alla sua Segreteria, di stralciare i progetti a debito certo e insostenibili da ogni punto di vista, di raccordare il programma degli investimenti di Promoturismo con la strategia regionale per lo sviluppo sostenibile e accelerare nella redazione del piano di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici”, conclude Sandro Cargnelutti, presidente di Legambiente FVG.
PATTO PER L’AUTONOMIA «Leggiamo con interesse il Report Nevediversa diffuso oggi da Legambiente che non fa che confermare quanto affermiamo ormai da anni: il modello di turismo invernale sul quale questa Giunta continua a investire è superato dalla storia – afferma Massimo Moretuzzo, Presidente del Gruppo Patto per l’Autonomia – Civica FVG in Consiglio Regionale – La notizia d’altra parte non giunge nuova: i report pubblicati da Arpa dimostrano in modo chiaro i cambiamenti climatici in atto e le prospettive che ci attendono nei prossimi anni. Nonostante l’evidenza empirica di temperature ben sopra la media, la Giunta Fedriga stanzia altre decine di milioni di euro per nuove piste da sci».
«È ora che la Giunta prenda in seria considerazione i dati provenienti dalle analisi scientifiche, ormai unanimi sull’influenza del cambiamento climatico di origine antropica, e non solo a parole – aggiunge Giulia Massolino, consigliera del Patto per l’Autonomia – Civica FVG e ambasciatrice europea per il clima -. Le politiche della Regione devono accelerare fortemente nella direzione dell’adattamento e della mitigazione, in ogni campo. La società civile è già molto avanti, basti pensare alla mobilitazione contro la pista da bob di Cortina, che sembravano aver bloccato la costruzione scellerata di un impianto inutile e impattante e che invece ha già iniziato ad abbattersi sul territorio e – letteralmente – sui suoi alberi. Serve trovare forme di collaborazione e co-progettazione per costruire in modo partecipato un futuro possibile, un passo per farlo sarebbero le assemblee per la giustizia climatica, proposte da Extinction Rebellion e sulle quali abbiamo presentato una mozione».
«In Finanziaria – ricorda il capogruppo – abbiamo presentato un emendamento per vincolare i nuovi investimenti nei poli sciistici a uno specifico studio microclimatico che stabilisca cosa sia effettivamente opportuno fare, anche in base all’evoluzione climatica dei singoli poli. Come tutte le altre nostre proposte, anche questa è stata bocciata e, anzi, è arrivata una nuova pioggia di milioni destinati alle piste da sci – spiega Moretuzzo -. Mentre il vicino comprensorio sciistico del Dreiländereck (Arnoldstein) chiude per insolvenza e quello sloveno di Kranjska Gora chiude anticipatamente gli impianti e le piste per le temperature troppo elevate, per quanto tempo ancora continueremo a pensare che investimenti sempre più cospicui siano la soluzione?».