Canoni idroelettrici, ok dal Consiglio regionale alla proposta di Revelant (AR)
Voto unanime dell’Aula per la mozione presentata da Autonomia Responsabile, Nuovo centrodestra e Forza Italia in Consiglio regionale con l’obiettivo di impegnare la Giunta a rideterminare i canoni per le grandi derivazioni d’acqua a uso idrolettrico, aumentandone il valore in linea con le altre regioni italiane, dopo le modiche introdotte da un emendamento proposto dal Pd e condiviso dai proponenti e anche da Sel e M5S che lo hanno sottoscritto.
Modifiche che hanno fatto sì che la Giunta dichiarasse la propria disponibilità ad aderire alle richieste: ovvero l’impegno entro il mese di novembre del corrente anno ad approvare il regolamento attualmente in corso di elaborazione con il quale saranno rideterminati i canoni così da allinerarli con quelli già determinati dalle altre Regioni italiane.
In Italia l’energia idroelettrica è la fonte di energia rinnovabile più importante e rappresenta il 15-17% del totale dell’energia prodotta; tre quarti degli impianti di produzione si trovano nell’area alpina del territorio.
In Friuli Venezia Giulia si producono oltre 2500 GWh lordi l’anno di energia idrolettrica, su un totale di 3740 GWh di energia lorda prodotta da fonti rinnovabili, di cui circa il 67% da grandi derivazioni, ovvero impianti con potenza superiore ai 3000 KW.
I produttori idroelettrici sono tenuti a versare un canone stabilito dalle singole regioni, un sovra-canone ai BIM-bacini imbriferi montani e un altro agli enti rivieraschi (Comuni e Province); la devoluzione alle Regioni della facoltà di stabilire i canoni di concessione ha determinato una situazione di grande variabilità tra le diverse Regioni che applicano canoni che oscillano dai 13 ai 37 euro/KW.