Carniacque-Cafc, una fusione che non convince
di DAVID ZANIRATO
Partecipato ed animato dibattito sul tema dell’acqua giovedì sera a Lauco, presso la Casa del popolo. La prima notizia arriva ad inizio serata, la comunica Daniele Ariis, consigliere del CATO presente in sala. Carniacque Spa cesserà la propria gestione salvaguardata un anno prima del previsto, il 31 dicembre 2016, come aveva anticipato, allarmato, il presidente Fabrizio Luches nei giorni scorsi.
A seguire è Elena Bianchi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, ad annunciare la presentazione di una mozione con la quale si chiederà alla Giunta regionale di prevedere per la Provincia di Udine tre ambiti differenziati e distinti in fatto di gestione e tariffazione dell’acqua, capaci di salvaguardare altrettante fasce territoriali, oltre a ricordare la facoltà di un ritorno ad una gestione in autonomia per i comuni sotto i mille abitanti.
____
Quindi è toccato al presidente Luches tracciare in un lungo excursus la situazione economica e patrimoniale della società da lui guidata, ad un anno e tre mesi di distanza dall’insediamento. E sono stati molti gli spunti di dibattito offerti alla platea per il primo degli incontri sul tema Acqua che il Movimento 5 Stelle intende organizzare sul territorio nelle prossime settimane.
Si sono ripresi, carte alla mano, i piani d’investimento “fantasmagorici” previsti dalla Consulta d’ambito, si sono illustrate le tabelle in cui si raffrontano le varie tariffe dei gestori presenti in FVG, si è ricordato il debito di quasi 5 milioni di euro che Carniacque ha accumulato dal 2008 in poi nei confronti dei comuni soci e che “dall’approvazione del piano di rientro anno abbiamo iniziato a rimborsare versando già 200 mila euro, senza rinunciare per questo alle mille manutenzioni annue e agli interventi di riqualificazione delle reti” ha ricordato Luches.
Quindi il presidente, non lesinando diverse punzecchiature allo stesso CATO, ha richiamato le grane successive alla presa in carica del depuratore consortile di Tolmezzo (“il gestore precedente non ha fatto gli interventi manutentivi richiesti negli ultimi due anni”), le problematiche relative alla tariffazione per le utenze industriali e le disposizioni adottate per venire incontro agli utenti morosi in difficoltà economiche.
GLI ALTRI CONTRIBUTI ALLA DISCUSSIONE
Ad intervenire poi nel dibattito il sindaco di Lauco, Alcide Della Negra, il quale ricordando gli obblighi della legge Galli per i comuni e le difficoltà che si creerebbero per le casse di un piccolo Municipio con il ritorno ad una gestione autonoma (analisi delle acque delle prese, depurazione, investimenti, ecc), ha invitato a non lasciarsi trascinare da polemiche deleterie sulla stampa ma ad avanzare eventuali proposte e ragionare assieme.
Quindi Franceschino Barazzutti, dei Comitati per la difesa territoriale, rivolgendosi ai sindaci, li ha esortati a “smetterla di adeguarsi alle scelte calate dall’alto, evitando di fare i Serracchiani Boys”. E dopo aver ricordato tutti gli episodi che hanno portato nel corso degli ultimi anni al graduale allontanamento del governo dell’acqua dal territorio montano, ha ribadito lo scenario al quale ci si dovrà preparare: “come già successo a Trieste con Agegas Aps e a Udine con Amga, finiremo tutti sotto la multiutility Hera. A chi prospetta irrealistiche tariffe agevolate per la montagna dopo la fusione col Cafc diciamo che non vogliamo la carità; urge la schiena dritta, spirito critico e ragionare sul modello del Trentino-Alto Adige”.
A ruota è intervenuto poi Daniele Ariis, vice-sindaco di Raveo e consigliere nel CATO (Consulta d’ambito Centrale Friuli) in rappresentanza della Carnia. “Dobbiamo entrare nell’ottica che risorse illimitate per la gestione del servizio idrico non c’è ne sono più – ha esordito – i 30 miliardi di euro che spendeva alcuni anni fa lo Stato italiano per l’acqua non sono più concepibili. Ricordo inoltre che la tanto decantata facoltà di gestire il servizio idrico in autonomia, sia sopra che sotto i mille abitanti, non esiste, è stato vietato dal decreto dello Sblocca Italia e la regione Liguria che ci aveva provato lo stesso è stata redarguita dalla Corte Costituzionale. Sono d’accordo anch’io – ha poi aggiunto – che le previsioni inziali del Piano d’ambito (140 milioni di euro) erano esagerate e di fatti ci siamo battuti per ridurle fino ad 80 milioni di euro. Allo stesso modo in qualità di sindaci abbiamo battagliato in questi anni per tenere le nostre tariffe più basse e se oggi in Alto Friuli si paga l’acqua meno cara di tutta la Regione ci sarà un motivo. Con gli accordi raggiunti al CATO – ha concluso Ariis – gli adeguamenti tariffari previsti rimarranno in vigore anche dopo la fusione, e in dieci anni una bolletta media passerà dagli attuali 150 euro a 210. Il Cafc è e sarà dei comuni, e ricordiamoci che con il “fasin di bessoi”, Coopca docet, abbiamo visto come è andata a finire”.
LA CONTRO-REPLICA DEL SINDACO DI TOLMEZZO A BARAZZUTTI
Da registrare infine un nuovo intervento di replica del sindaco di Tolmezzo, Francesco Brollo, alle dichiarazioni dei giorni scorsi di Franceschino Barazzutti.
“È un dispiacere vedere come Barazzutti, invece che fare da saggio consigliere per il bene della montagna, usi la sua esperienza a fini ideologici e senza agganci con la realtà – scrive il primo cittadino – Esistono almeno 4 sentenze della corte costituzionale che riconoscono alle provincia di Trento una autonomia speciale in termini di servizio idrico integrato e di definizione delle tariffe. Allora proporre qui dei modelli che hanno presupposti giuridici diversi può essere affascinante ma rimane inattuabile. Dal ’94 (legge galli) in poi il processo di superamento della frammentazione gestionale e del finanziamento in tariffa delle infrastrutture e’ stato inarrestabile ed ha coinvolto parimenti centro destra e centro sinistra.
Se poi nel merito andiamo a vedere il modello Trentino che lui propone, noto ad esempio che le tariffe della Aprie, controllata dalla provincia autonoma di Trento sono in costante ascesa, sia per il consumo si acqua potabile, che per usi industriali o irrigui, allora di cosa stiamo parlando? Possiamo anche salire sull’Aventino ma oltre lamentarci che qualcuno ci impone delle cose dall’alto cosa otterremo? Noi preferiamo batterci con tutte le forze come stiamo facendo per ottenere il massimo. Dispiace – conclude Brollo – che lui non voglia essere della partita. Se le regole della partita impongono di giocar con una palla sferica e lui vuole uscire dallo stadio perché gioca solo con la palla ovale sono problemi suoi”.
I commenti sono chiusi.