Gemonese - Studio Nord News - Le notizie dal Friuli in un click https://www.studionord.news/category/territorio/gemonese/ Le notizie dall'Alto Friuli in un click Fri, 22 Nov 2024 15:57:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 https://www.studionord.news/wp-content/uploads/2023/10/cropped-Senza-titolo-1-32x32.jpg Gemonese - Studio Nord News - Le notizie dal Friuli in un click https://www.studionord.news/category/territorio/gemonese/ 32 32 Incontro informativo sulla piattaforma Send a Gemona https://www.studionord.news/incontro-informativo-sulla-piattaforma-send-a-gemona/ Fri, 22 Nov 2024 06:39:45 +0000 https://www.studionord.news/?p=206298 Tramite il Servizio Notifiche Digitali si possono avere a portata di mano le notifiche della Pubblica Amministrazione, risparmiando tempo e abbattendo i costi

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Mercoledì 27 novembre alle ore 18.30, nella sede della Comunità di Montagna del Gemonese in via Caneva 25 a Gemona, si terrà una lezione informativa organizzata dal Comune e dedicata alla piattaforma SEND (Servizio Notifiche Digitali), che semplifica il processo di notificazione degli atti amministrativi verso cittadini e imprese.
Tramite SEND si possono avere a portata di mano le notifiche della Pubblica Amministrazione, risparmiando tempo e abbattendo i costi di notifica.

L’evento è gratuito ma è necessaria la prenotazione su bit.ly/48Vbm0e.

È possibile iscriversi e richiedere maggiori informazioni contattando il numero 0432970568 mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle 11.30 oppure inviando una mail a aiutodigitale@comune.gemona.ud.it.

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Le farmacie di turno in Alto Friuli fino alle 8 di venerdì 29 novembre https://www.studionord.news/le-farmacie-di-turno-in-alto-friuli-fino-alle-8-di-venerdi-29-novembre/ Fri, 22 Nov 2024 07:56:43 +0000 https://www.studionord.news/?p=206344 Ecco a chi rivolgersi anche durante l’orario di chiusura o nei giorni festivi

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La farmacia di turno è un servizio che permette a chi ne necessita di rivolgersi ad una farmacia anche durante l’orario di chiusura o nei giorni festivi indicati dal calendario.
Proponiamo ogni settimana quelle operative in Alto Friuli.
Sotto la tabella valida fino alle ore 8 di venerdì 29 novembre.

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Venzone, alla scoperta della straordinaria biodiversità delle farfalle nelle Prealpi Giulie https://www.studionord.news/venzone-alla-scoperta-della-straordinaria-biodiversita-delle-farfalle-nelle-prealpi-giulie/ Fri, 22 Nov 2024 05:50:08 +0000 https://www.studionord.news/?p=206292 Venerdì 22 novembre farfalle e falene saranno protagoniste della seconda delle Serate d’autunno organizzate dal Parco naturale delle Prealpi Giulie

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Venerdì 22 novembre alle 20, farfalle e falene saranno protagoniste della seconda delle Serate d’autunno organizzate dal Parco naturale delle Prealpi Giulie a Venzone, presso Palazzo Orgnani-Martina. Ad accompagnare il pubblico sarà Paolo Glerean, conservatore della sezione di entomologia del Museo Friulano di Storia Naturale, che parlerà delle ricerche sui lepidotteri svolte nell’area delle Prealpi Giulie, che hanno portato a identificare 1489 specie, un numero probabilmente corrispondente al 50% dell’intera lepidotterofauna del Friuli Venezia Giulia. Questo risultato costituisce un’ulteriore conferma della straordinaria biodiversità dell’area del Parco.

Durante la serata verrà proiettato il documentario “La meravigliosa vita delle farfalle”. Il filmato segue la vita dei lepidotteri, evidenziandone gli aspetti curiosi, e approfondisce alcune ricerche scientifiche che svelano i segreti del loro mondo. La proiezione avverrà in collaborazione con Sondrio Festival, una delle più importanti manifestazioni a livello europeo dedicate al cinema naturalistico.

 

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Lago di Cavazzo, via libera dal Consiglio regionale a ulteriori valutazioni https://www.studionord.news/lago-di-cavazzo-via-libera-dal-consiglio-regionale-a-ulteriori-valutazioni/ Fri, 22 Nov 2024 06:43:10 +0000 https://www.studionord.news/?p=206327 Approvata quasi all'unanimità la mozione avente come oggetto gli interventi di mitigazione degli impatti della centrale idroelettrica di Somplago

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Approvata quasi all’unanimità dal Consiglio regionale, con il solo voto contrario di Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), la mozione avente come oggetto gli interventi di mitigazione degli impatti della centrale idroelettrica di Somplago sul lago di Cavazzo e che vedeva come prima firmataria la consigliera Serena Pellegrino (Avs).
La mozione è approdata nuovamente in Assemblea legislativa dopo che, nei giorni scorsi, in occasione della seduta della IV Commissione consiliare si era deciso di comune accordo con l’assessore alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, di proporre in Aula modifiche condivise al testo iniziale che chiedeva oltre l’impegno della Giunta a rispettare le finalità di tutelare le acque superficiali e sotterranee del Friuli Venezia Giulia e a valorizzare il lago di Cavazzo, anche e soprattutto di dare concreto seguito alle indicazioni di fattibilità delle tre varianti di bypass del lago di Cavazzo, elaborate dal Laboratorio Lago mediante progettazione idonea.
“L’iter di questa mozione è stato lungo ed impervio” ha detto in apertura Pellegrino, andando ad illustrare le modifiche e ricordando quanto già emerso in Commissione, ovvero che “il bypass puro del lago non è possibile in quanto ciò porterebbe a un abbassamento progressivo del lago, mentre sarebbe preferibile inserire una valvola di regolazione che permetta quanto e se necessario di immettere nel lago acqua sufficiente per riportare i livelli di quota necessari al mantenimento della sua naturalità”.
“Per questo abbiamo concordato – ha spiegato l’esponente di Avs – di impegnare la Giunta a valutare le tecniche relative alla valvola di regolazione del bypass della acque scaricate dalla centrale e quant’altro necessario per la precisa individuazione di interventi di mitigazione degli impatti della centrale stessa per la rinaturalizzazione del lago. Gli altri punti della mozione, così come era stata proposta nella stesura iniziale, sono rimasti invece invariati”.
Una parte della mozione di partenza è stata quindi sostituita dall’emendamento che porta la firma di Manuele Ferrari (Lega) e dei colleghi Edy Morandini (Fp), Igor Treleani (Fdl) e Michele Lobianco (Forza Italia), condivisa trasversalmente anche da Pellegrino.
Le modifiche alla mozione sono state accolte favorevolmente da quasi da tutti i gruppi consiliari, seppure dalle Opposizioni non sono mancanti alcuni appunti. Honsell si è infatti detto contrario alle modifiche non condividendone la riformulazione che – a suo parere – “dà comunque un implicito via libera a continuare a scaricare le acque della centrale nel lago, seppure con una valvola di scarico”. Massimiliano Pozzo (Pd) ha criticato il metodo con il quale sono state presentate le modifiche che sono arrivate “solo in Aula senza averle potute prima esaminare”. Pozzo ha inoltre rimarcato che “le mozioni dove non sono stabilite delle tempistiche ben precise sugli interventi da attuare rischiano di essere aria fritta”. Di contro, Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia – Civica Fvg), pur “condividendo le perplessità dei colleghi” ha evidenziato che “finalmente si fatto un passo avanti sulla delicata questione”, così come il collega Marco Putto che ha affermato che “la mozione cerca negli intenti di mettere a fattore comune sicurezza e salvaguardia dell’ambiente”. Massimo Mentil (Pd) e Rosaria Capozzi (M5s) hanno auspicato “un celere proseguimento dell’iter per la salvaguardia del lago”.
“Sono felice che si sia trovato un accordo su questa mozione perché ancora una volta viene testimoniata la trasversalità della tematica ambientale che non ci vede contrapposti a nessuno, ma siamo tutti d’accordo che oramai qualsiasi opzione debba essere considerata sostenibile e il recupero del lago di Cavazzo è proprio un progetto che va in questa direzione”, ha affermato Scoccimarro.
“In questi giorni – ha rilevato l’assessore – ho sentito addirittura che aspettavamo dai Comitati l’ok per la condivisione di una mozione che è trasversale e che va incontro a quelle che sono state sempre le richieste del territorio, però non si può prescindere dalla scienza, come anche sulla questione Tagliamento, gli esperti e gli scienziati ci forniscono gli strumenti più corretti per lavorare. In questo caso questi ultimi confermano che il bypass puro segnerebbe la morte definitiva di questo lago e non possiamo continuare a sostenerla solo per un mero consenso elettorale. Il confronto continua ad esserci e siamo disponibili a cambiare idea se ci sono rilevanze scientifiche: c’è massima condivisione degli uffici tecnici e sul piano politico per far sì che ci sia una rinaturalizzazione e uno sviluppo turistico del lago dei tre Comuni”, ha assicurato Scoccimarro.

FERRARI (Lega)  “Siamo giunti a un accordo in seguito alla proposta di alcuni consiglieri di Maggioranza che hanno trovato condivisione anche da alcuni membri dell’Opposizione per apportare quelle modifiche necessarie che permettono di fare un importante passo in avanti verso la condivisione di un progetto per salvaguardare un lago, quello di Cavazzo, che è patrimonio di tutti”. Così si è espresso in una nota il consigliere Manuele Ferrari.  “Si tratta del lago più grande della regione – prosegue l’esponente leghista -, un patrimonio ambientale da cui dipende lo sviluppo sociale ed economico di un territorio che sta già patendo pesanti impatti negativi, quali la centrale idroelettrica, la destinazione a discarica dello smarino della più pescosa parte nord del lago, l’autostrada con il mastodontico viadotto, l’oleodotto e relativa stazione di pompaggio ora funzionante a metano”. “Ci impegneremo – afferma il consigliere reginale – a tutelare le acque superficiali e sotterranee della nostra regione che costituiscono una risorsa da salvaguardare e utilizzare secondo criteri di solidarietà, nel rispetto delle aree interne più fragili. Bisogna dare seguito alle valutazioni tecniche relative alla valvola di regolazione del bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago e quant’altro ritenuto necessario per la precisa individuazione degli interventi di mitigazione degli impatti della centrale stessa al fine della rinaturalizzazione del Lago di Cavazzo”. “Si dovrà cominciare l’opera di reintegro della naturalità del lago e di restituzione della sua fruibilità, come previsto dal Piano regionale di tutela delle acque e come richiesto dalle comunità rivierasche e del comprensorio”- conclude Ferrari.

MENTIL (PD) «La rinaturalizzazione del lago di Cavazzo è una necessità reale e assoluta che il Partito democratico sta perseguendo da tempo, fin dalla precedente legislatura. L’approvazione della mozione per la tutela del lago dagli impatti della centrale di Somplago è positiva e fa piacere che finalmente anche dai banchi del centrodestra sia stato battuto un colpo. Ora si passi ai fatti concreti e si riprenda lo studio sul lago». Lo afferma il consigliere regionale Massimo Mentil (Pd). «La necessità di tutela del lago ha raggiunto una sintesi nel documento presentato dal centrosinistra e verso il quale anche il centrodestra ha dimostrato finalmente sensibilità. Fino a prima della mozione approvata in Aula, non era ben chiaro cosa volesse fare la Giunta e in particolare l’assessore Scoccimarro e non era altrettanto evidente una condivisione su quali azioni portare avanti a difesa del lago» afferma Mentil. «Ora si passi dalle intenzioni ai fatti verso soluzioni concrete a tutela di territori e comunità».

 

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Pieri Stefanutti presenta ad Alesso i suoi due ultimi libri https://www.studionord.news/pieri-stefanutti-presenta-ad-alesso-la-raccolta-di-libri-storie-di-guerra/ Thu, 21 Nov 2024 06:05:17 +0000 https://www.studionord.news/?p=206247 Si tratta di “Per amor dei nostri figli” e “Ottobre ’44, anche gli animali sfollarono"

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Venerdì 22 novembre alle ore 20 il centro servizi di Alesso ospiterà un evento nell’ambito del progetto “Incontri con l’autore”, organizzato dal Comune e dalla biblioteca di Trasaghis. Dopo un’introduzione del sindaco di Trasaghis Stefania Pisu, Pieri Stefanutti, ricercatore delle dinamiche storico-culturali della Valle del lago, presenterà i suoi due ultimi libri: “Per amor dei nostri figli” e “Ottobre ’44, anche gli animali sfollarono”. Questi lavori, raccolti sotto il titolo “Storie di guerra”, offrono una visione approfondita di eventi cruciali della seconda guerra mondiale nell’alto Friuli.
Per amor dei nostri figli” racconta la ribellione delle donne di Alesso nell’estate del 1943 contro l’imposizione fascista di chiudere il mulino del paese, “il Mulinàt”. Questo atto di resistenza locale ha rappresentato un esempio di coraggio e determinazione, mantenendo viva nella memoria collettiva la storia di una comunità che ha saputo opporsi alle ingiustizie. Stefanutti ha raccolto testimonianze dirette, documenti d’archivio e fotografie d’epoca per offrire un resoconto vivido di questo episodio.
Il secondo libro, “Ottobre ’44, anche gli animali sfollarono”, esplora il forzato sfollamento di Trasaghis e Bordano, costrette a lasciare le proprie case agli occupanti cosacchi. Con un approccio innovativo, Stefanutti si concentra sulle storie degli animali che accompagnarono le famiglie in fuga, evidenziando il legame profondo tra gli sfollati e i loro animali. Questo rapporto, basato sulla necessità e la sopravvivenza, diventa un simbolo di speranza e resilienza. Attraverso testimonianze e documentazione storica, il libro offre uno sguardo intimo e commovente sul dramma umano e animale durante la guerra.
Questi lavori rappresentano un contributo significativo alla memoria storica del Friuli, invitando alla riflessione e al ricordo di eventi che hanno segnato profondamente la comunità locale.

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A Gemona un incontro dell’Università sullo “strength & conditioning coach” https://www.studionord.news/a-gemona-un-incontro-delluniversita-sullo-strength-conditioning-coach/ Thu, 21 Nov 2024 06:00:05 +0000 https://www.studionord.news/?p=206261 Un allenatore capace di contribuire a ottimizzare la forza dell’atleta, la sua performance, a prevenire gli infortuni e a garantire un allenamento sicuro ed efficace

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Una figura professionale fondamentale per chi fa sport a tutti i livelli, dai professionisti agli amatori: un allenatore capace di contribuire a ottimizzare la forza dell’atleta, la sua performance, a prevenire gli infortuni e a garantire un allenamento sicuro ed efficace. È lo “strength & conditioning coach” al quale l’Università di Udine ha dedicato un incontro per spiegarne ruolo e importanza venerdì 22 novembre, alle 14, nell’aula 1 della Casa dello studente a Gemona del Friuli (piazzale Simonetti ). All’appuntamento, intitolato “Definire il ruolo dello strength & conditioning coach nel panorama italiano di alta performance”, interverranno Francesco Dimundo e Ruggero Romagnoli.

L’incontro è organizzato dai corsi di laurea in Scienze Motorie e di laurea magistrale in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate del Dipartimento di Medicina dell’Ateneo friulano.

Il seminario esplorerà le competenze tecniche e trasversali necessarie per svolgere il ruolo di allenatore di strength & conditioning in maniera efficace, facendo riferimento a varie realtà internazionali. Definirà inoltre i punti per i quali è necessario avere un quadro di riferimento nazionale.

«Questo – spiegano i coordinatori dei due corsi di studio, Maria Parpinel e Stefano Lazzer – darebbe la possibilità a un intero sistema sportivo di avere una struttura uniforme e riconosciuta a livello internazionale per la formazione, la certificazione, l’accreditamento e l’aggiornamento dei professionisti dello strength conditioning».

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Spaccata notturna in un negozio di biciclette a Gemona, danni per 45 mila euro https://www.studionord.news/gemona-spaccata-notturna-in-un-negozio-di-biciclette-colpo-da-10-mila-euro/ Thu, 21 Nov 2024 08:11:57 +0000 https://www.studionord.news/?p=206302 Ignoti hanno sfondato la vetrina usando un furgone

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Spaccata notturna in un negozio di biciclette di Gemona del Friuli, nella notte tra martedì 19 e mercoledì 20 novembre. Il fatto è avvenuto intorno alle 3: ignoti hanno sfondato la vetrina di un negozio usando un furgone e una volta all’interno dell’esercizio commerciale hanno portato via diverse biciclette di vari marchi e modelli.

Il danno complessivo tra il bottino e i danni alla struttura commerciale Delle Case sport situata in via Taboga è superiore ai 45 mila euro. Sul luogo del furto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Osoppo che ora stanno conducendo le indagini.

 

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I Comitati: «Dalla Regione una sentenza di morte per il Lago di Cavazzo» https://www.studionord.news/i-comitati-dalla-regione-una-sentenza-di-morte-per-il-lago-di-cavazzo/ Wed, 20 Nov 2024 09:19:35 +0000 https://www.studionord.news/?p=206218 Il commento di Franceschino Barazzutti e Claudio Polano in particolare sul tema del bypass, che per l'assessore regionale Scoccimarro non è sostenibile

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Riceviamo e pubblichiamo da Franceschino Barazzutti (Comitato tutela acque del bacino montano del Tagliamento) e Claudio Polano (Comitato salviamo il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni).

La IV Commissione consiliare ha esaminato la mozione n.76 del 23.4.2024 avente per oggetto “La Regione effettui lo studio di fattibilità del bypass delle acque scaricate dalla centrale di Somplago nel Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni”.
In tale sede il testo originario della mozione è stato sconvolto con la chiara volontà della maggioranza che regge la Regione e, in particolare dell’assessorato alla protezione dell’ambiente, di escludere il citato bypass che è l’unico intervento che può salvare il lago da morte certa portando direttamente a valle del lago lo scarico delle acque gelide, torbide e fangose ora scaricate dalla centrale di Somplago direttamente nel lago, che è il più grande della regione, sconvolgendolo. A questa posizione della IV commissione ostile al bypass si è aggiunta la tranciante dichiarazione dell’assessore Scoccimarro “il bypass non è sostenibile”.
Mentre la scienza e la realtà dimostrano che è proprio lo scarico della centrale nel lago a sconvolgerlo, coloro che osteggiano il bypass sostengono strumentalmente che sia invece lo scarico della centrale a mantenere il suo livello in caso di rarissimo suo abbassamento senza peraltro considerare che tale scarico ha provocato un fortissimo apporto di fango sul fondale e reso torbide e gelide le sue acque.
Costoro sono i paladini difensori delle egoistiche pretese del Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana, ben protetto in assessorato regionale, che vuole mantenere il lago a suo esclusivo servizio da cui derivare con la progettata condotta dallo scarico del lago acqua a sua volontà non solo a fini irrigui ma anche per alimentare le ben più redditizie centrali idroelettriche poste sui suoi canali: più acqua, più kw, più profitti.
Dagli anni ’50 l’entrata in funzione della centrale di Somplago, che ha ridotto la portata del Tagliamento alla presa del consorzio a Ospedaletto di Gemona, al consorzio è sempre stata garantita e lo è tuttora dal gestore della centrale un’adeguata portata mediante la “cacciata d’acqua” dal bacino di Verzegnis a semplice richiesta del consorzio. Ne consegue che la condotta del costo di 105 milioni che il consorzio vuole costruire dallo scarico del lago al suo canale irriguo è inutile e, inoltre, rappresenta un ulteriore vincolo per il lago. I dirigenti del consorzio farebbero meglio ad attenersi al saggio detto “conservare il troppo per il poco” derivando dalle piene del Tagliamento più acqua possibile e “conservarla” nei propri canali e in idonei avvallamenti del territorio servito per utilizzarla nella siccità contribuendo così anche alla salvaguardia di Latisana.
Gli avversari del bypass difendono così anche gli interessi del gestore lombardo a2a della centrale di Somplago, che potrà continuare a scaricare le sue acque gelide, torbide e fangose nel lago.
Il presidente e gli assessori regionali, in particolare quello alla difesa dell’ambiente e all’energia, i consiglieri regionali e i funzionari dirigenti non siano ricordati come coloro che hanno lasciato alle future generazioni il lago ridotto a una palude.
Trovino invece il buon senso di considerare che il lago e la sua valle hanno già subìto troppi errori e orrori: la costruzione della centrale, lo scarico dello smarino di scavo delle gallerie versato per risparmiare nella parte più pescosa del lago, una rete di elettrodotti che attraversano la valle in lungo e in largo, l’oleodotto SIOT con la sua stazione di pompaggio e enorme serbatoio sulla riva nord, l’autostrada con un mastodontico viadotto sopra il lago e il borgo di Somplago con tutto ciò che ne consegue.
Noi che ci battiamo per la rinaturalizzazione del lago mediante un serio e vero bypass, seguiamo con attenzione le posizioni assunte dai responsabili regionali e continuamo a informare e mobilitare la popolazione della Val del Lago e non solo, convinti che il lago sia una risorsa determinante per uno sviluppo della sua valle.

FRANCESCHINO BARAZZUTTI
CLAUDIO POLANO

  

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Gran prova di Goi e Bertossi della Ginnastica Gemonese ai Campionati nazionali https://www.studionord.news/gran-prova-di-goi-e-bertossi-della-ginnastica-gemonese-ai-campionati-nazionali/ Wed, 20 Nov 2024 07:28:35 +0000 https://www.studionord.news/?p=206191 Entrambi hanno raggiunto la finale delle Parallele nelle rispettive categorie

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Fermo, nella Marche, ha ospitato le fasi nazionali dei Campionati individuali Gold di ginnastica artistica.

da sinistra Placereani, Goi, Bertossi e Petris

Dopo le prime selezioni alle gare interregionali, sono stati 36 i ginnasti per attrezzo e per categoria qualificati alla manifestazione tricolore, tre dei quali della Ginnastica Gemonese, ovvero Nicholas Goi negli Junior 3 (Corpo Libero, Cavallo, Volteggio e Parallele) e i Senior Riccardo Bertossi (Volteggio e Parallele) e Matteo Petris (Volteggio). 

Dopo una dura lotta durante le qualificazioni, Goi e Bertossi raggiungono la finale delle Parallele con l’ottavo e ultimo punteggio, riuscendo poi a migliorarsi all’atto decisivo, chiudendo rispettivamente al quarto e al settimo posto.

“Risultati sicuramente non scontati visto l’altissimo livello degli avversari – commenta l’allenatore David Placereani -. L’obiettivo era raggiungere la finale riservata ai migliori 8 e ce l’abbiamo fatta con due atleti di altrettante categorie. Una grande soddisfazione”.

(in copertina Bertossi e Goi)

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La Cisl rilancia l’idea di un invaso sul fiume Fella fra Amaro e Moggio https://www.studionord.news/la-cisl-rilancia-lidea-di-un-invaso-sul-fiume-fella-fra-amaro-e-moggio-udinese/ Tue, 19 Nov 2024 17:23:35 +0000 https://www.studionord.news/?p=206178 Il sindacato lancia le sue proposte sulla questione energia. Pizzo: “Primo step, un tavolo permanente sulla giusta transizione”

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Un Piano energetico sicuramente strategico rispetto agli obiettivi della transizione imposta dall’Agenda 2030 dell’Ue, ma che avrebbe richiesto un maggior coinvolgimento del Sindacato: sul documento messo a punto dalla Regione Fvg per gestire la transizione energetica a livello territoriale, la Cisl chiede una presenza più incisiva delle parti sociali nella definizione di linee e indirizzi. Il motivo è fin troppo chiaro: la transizione in atto avrà un forte impatto sui lavoratori, richiedendo anche uno sforzo inedito sulla contrattazione all’interno delle aziende, considerando, ad esempio, tutta la partita dell’ottimizzazione dei costi, dell’efficientamento energetico, e delle nuove competenze richieste.

“C’è dunque – sottolinea per la Cisl Fvg, Cristiano Pizzo – la necessità di costruire percorsi partecipativi e condivisi, cosa di cui, purtroppo, non si è tenuto conto appieno in fase di stesura del PER, Piano Energetico Regionale. Considerando le implicazioni sul mondo del lavoro, chiediamo che da subito venga attivato con le parti sociali un tavolo permanente sulla transizione energetica”.

La transizione energetica, per il Sindacato, dovrebbe diventare anche uno strumento di supporto per il tessuto produttivo della regione, che continua a soffrire in alcuni settori, come, ad esempio, quello della metalmeccanica. Oltre a ritenere che la Regione Friuli Venezia Giulia possa investire, tramite Friulia, nelle riconversioni industriali di settori che nell’arco del PER potrebbero entrare in crisi, sarebbe utile  – attraverso il tavolo stabile di confronto chiesto da Cisl Fvg – intrecciare le necessità aziendali, l’avanzamento dei vari piani (compreso quello edilizio relativo alla c.d. “Direttiva Case”) e l’impatto del cambiamento sulla qualità del lavoro e, quindi, della vita degli abitanti del Friuli Venezia Giulia. Punto di partenza, in questo senso, è senz’altro anche una quantificazione dell’impatto occupazionale del PER: ad oggi, infatti, rispetto alla filiera dell’idrogeno, ad esempio, non ci sono dati disponibili relativamente al fabbisogno di manodopera e alle qualifiche professionali. “Chiaro che – sottolinea Pizzo – non possiamo prescindere da una visione integrata tra impatto della questione energetica e tessuto industriale, guardando in prospettiva anche alle crisi in atto, pensando a una riconversione di imprese e lavoratori al nuovo paradigma economico e della produzione, sviluppando nuovi livelli occupazionali, economia circolare, e rimodulando l’organizzazione del lavoro”.

Restano, inoltre, per la Cisl Fvg, alcune necessità da colmare, ma anche alcuni punti su cui avere maggiore chiarezza di visione e coraggio. Partendo dalle necessità, per il Sindacato occorre prevedere nel Piano regionale voci come la manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti elettriche di distribuzione e il loro costante e continuo presidio con personale adeguatamente formato per poter rispondere alle eventuali emergenze ed evitare situazioni di black out; l’affiancamento alla filiera dell’idrogeno eventualmente di una filiera del mini nucleare e del fotovoltaico, in una logica anche di diversificazione delle fonti di approvvigionamento; investire maggiormente nella diffusione dei sistemi di produzione del fotovoltaico e di accumulo e investire nelle persone, primi portatori di una transizione culturale che nasce dai posti di lavoro, che già oggi sono investiti dalla transizione digitale ed elettrica, e dalla mobilità.

Sul tema cruciale delle reti – interviene anche il responsabile del Dipartimento Internazionale della Flaei, Luigi Sedran – sottolineando la preoccupazione per la scadenza delle concessioni nel 2030, proprio a metà del Piano Energetico Regionale, con il rischio di un cambio di gestore in un momento in cui servirebbero forti investimenti per rendere le reti resistenti agli eventi metereologici estremi, oltre a quelli sulle manutenzioni straordinarie e il personale.

Altro passaggio richiamato da Sedran, quello della povertà energetica, con la proposta di sfruttare le falde dei tetti delle chiese per sviluppare le CER, Comunità Energetiche, e dare sostegno a chi si trova in difficoltà.

Quanto al merito della transizione energetica, la Cisl Fvg affida la sua “ricetta” ad una conferenza stampa, tenutasi stamani – 19 novembre – nella sede udinese del Sindacato.
Sei i punti chiave, li proponiamo così come illustrati dal sindacato.

1) Giusta transizione

Nell’ottica della giusta transizione, la Cisl Fvg ritiene che la Regione Friuli Venezia Giulia possa investire, tramite Friulia, nelle riconversioni industriali di settori che nell’arco del PER potrebbero entrare in crisi. Si tratta di riconvertire imprese e lavoratori al nuovo paradigma economico e della produzione: se si sta tentando di dare vita ad una filiera dell’idrogeno, di cui il PER non quantifica il fabbisogno di mano d’opera e le qualifiche professionali, dall’altro canto manca un investimento per sviluppare una filiera del FV (fotovoltaico) regionale. Quello che è però e più urgente è identificare e mettere in campo azioni concrete per far fronte alle crisi aziendali presenti in regione e rilevate dall’Osservatorio CISL FVG sulle crisi di impresa, crisi che stanno coinvolgendo alcune migliaia di lavoratrici e lavoratori con notevole impatto sulle politiche passive del lavoro.

La Cisl Fvg nota che il PER non quantifica l’impatto occupazionale del Piano stesso: per questo chiediamo alla Regione Friuli Venezia Giulia di istituire un tavolo permanente sulla Giusta transizione per: intrecciare le necessità aziendali, l’avanzamento dei vari piani (compreso quello edilizio relativo alla c.d. “Direttiva Case”) e l’impatto del cambiamento sulla qualità del lavoro e, quindi, della vita degli abitanti del Friuli Venezia Giulia.

Sviluppo dei livelli occupazionali, economia circolare, organizzazione del lavoro e decarbonizzazione, sono i principali temi da monitorare anche nel PER. Emerge, infatti, che la produzione di energia in regione dipenda ancora dalle fonti fossili in tre territori su quattro (Udine, Gorizia e Trieste); complessivamente il fabbisogno di elettricità in regione risulta ancora dipendente dalle fonti fossili per il 47,2% che è un dato che deve essere sicuramente abbattuto per rientrare nei sei fattori abilitanti per lo sviluppo industriale della Regione FVG (oltre alla competitività energetica, ci sono la rete infrastrutturale, la digitalizzazione, le aree di sviluppo industriale, la formazione la ricerca e l’innovazione e il sistema della P.A.).

2) Le reti di distribuzione di energia elettrica

La Cisl Fvg valuta positivamente la convocazione di tavoli di coordinamento fra TSO e DSO: riteniamo che, visto l’impatto sulle risorse umane, tali incontri vadano aperti anche ai sindacati di categoria, come valore aggiunto della rappresentanza delle comunità lavorative.

Va però da subito tenuto presente che la scadenza delle concessioni delle reti di distribuzione elettrica (2030) si colloca nel momento in cui il PER avrebbe bisogno di maggiore spinta e sostegno proprio sulle reti di distribuzione elettrica.

A tal fine, riteniamo che la Regione Friuli Venezia Giulia debba attivarsi con l’Autorità garante Arera e con il Governo nazionale al fine di salvaguardare i DSO nazionali che sono fiore all’occhiello dell’industria elettrica italiana a livello europeo, e non solo, ed evitare la frammentazione delle concessioni, come avvenuto con gli ambiti territoriali ottimali del gas, perché si creerebbero delle aziende di piccole dimensioni che non potrebbero reggere la mole di investimenti necessaria per sostenere tutta la potenza proveniente da generazione diffusa prevista dal PER.

Sempre in merito alle reti di distribuzione elettrica, sebbene il PER preveda anche un funzionamento “a isola” del sistema fotovoltaico domestico o industriale, si rende necessario un rafforzamento delle reti elettriche, riconoscendo che sono stati fatti diversi investimenti per il Piano Resilienza e per il PNRR che però non intervengono in modo strutturale su palificazioni e conduttori: ricordiamo che gli impianti di distribuzione MT e BT più vecchi risalgono ai tempi della ricostruzione post-terremoto del 1976, mentre la buona tecnica delle reti elettriche prevedrebbe una sostituzione almeno del 5% della rete MT e BT ogni anno.

Una rete elettrica fortemente digitalizzata, ma vetusta nelle infrastrutture elettromeccaniche, rischia di diventare il collo di bottiglia del PER del Friuli Venezia Giulia: per questo motivo è necessario chiedere ai DSO di stanziare adeguato numero di risorse economiche da destinare alla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete esistente.

3) Il Fotovoltaico (FV)

L’impianto fotovoltaico domestico, munito di accumulo a batteria, rappresenterà per i prossimi 20-30 anni, ciò che gli elettrodomestici bianchi hanno rappresentato per le famiglie del Paese durante gli anni del boom economico.

Allo stesso modo, anche gli investimenti negli impianti di produzione FV relativi alle PMI diventeranno sempre più importanti per abbattere i costi energetici.

Il PER stima che il numero di edifici potenzialmente adatti all’installazione di impianti fotovoltaici sia compreso in un range che vada dal 40 al 50 % del totale, ovvero circa 122.545 – 153.181 edifici: significa che mediamente ogni anno si devono realizzare 5.650 impianti domestici ogni anno per 20 anni, senza contare gli impianti che si intende investire negli edifici di proprietà pubblica o in quelli destinati ad attività produttive.

Conoscendo gli organici delle DSO (aziende generalmente a controllo pubblico come E-distribuzione e AcegasApsAmga) e quanti di essi sono dedicati alle attività di progettazione e preventivazione, già da ora la Cisl Fvg ritiene che il Per sia a rischio proprio per la carenza di mano d’opera dedicata alle attività propedeutiche all’attività di realizzazione da parte di imprese private.

Già oggi, sia aziende appetibili come i DSO a controllo pubblico, sia le aziende installatrici, soffrono la carenza di organici anche per via della transizione demografica: la Regione Friuli Venezia Giulia, alla pari delle organizzazioni sindacali di categoria, devono fare pressioni presso i DSO per favorire un piano di assunzioni straordinario, come fu fatto ai tempi del terremoto del 1976, tenendo presente, come già detto, che la concessione per i DSO scadrà nel 2030.

Fra le tipologie di edifici che non sono stati considerati nel PER abbiamo notato l’assenza degli edifici di culto, in particolare le chiese. Fermo restando il loro uso religioso, la disposizione di detti edifici, tradizionalmente orientati da est a ovest, consentono di avere un’ampia falda esposta a sud. Considerando che numerose chiese sono dei monumenti storici ed artistici, ve ne sono numerose altre, generalmente sparse per i paesi della pianura o della montagna, che potrebbero prestare il loro contributo alla produzione da FER.

4) Termoelettrico

Nel PER trova poco spazio l’evoluzione delle centrali termoelettriche che per i prossimi 20 anni rappresenteranno una “ciambella di salvataggio” qualora condizioni meteo estreme, come quelle che si sono abbattute a Mortegliano (UD) nel luglio del 2023, mettessero fuori uso centinaia o migliaia di pannelli FV domestici.

La dismissione della centrale a carbone di Monfalcone, di proprietà di A2A, e la sua sostituzione con una centrale a turbogas che farà parte del sistema del capacity market, porterà alla perdita di decine di posti di lavoro: ricordiamo che ad inizio degli anni 2000, in centrale, allora Enel, operavamo 330 dipendenti in forma diretta, mentre attualmente ve ne sono circa  80. L’avvio della nuova centrale a gas porterà gli organici a ridosso delle 50 unità: tutte queste ristrutturazioni aziendali sono avvenute in modo non traumatico e l’accordo di programma siglato da A2A con Flaei-Cisl, Filctem-Cgil, Uiltec-Uil è un esempio di “accordo per una giusta transizione” che riteniamo possa entrare come best practice del PER.

Nel transitorio, non saranno più disponibili i 360 MW di potenza dei due gruppi alimentati a carbone, ampliando il deficit regionale fra energia richiesta e quella prodotta.

La centrale Edison di Torviscosa è entrata in esercizio nel 2006 e si appresta a compiere 20 anni di vita: probabilmente, a breve, sarà necessario una riconversione dell’impianto in cui oggi operano 30 persone, privando, anche in questo caso, di 830 MW di capacità produttiva la nostra regione allargando ulteriormente il deficit energetico regionale

Resta intesto che le centrali a gas sono centrali che saranno affiancate alla produzione da FER e che entreranno in servizio per tamponare l’intermittenza delle fonti rinnovabili, in particolare del FV, e che tali centrali saranno necessarie fino al 2050-2055.

In questo contesto la Centrale di Monfalcone e l’ex centrale Arvedi di Trieste potrebbero giocare un ruolo determinante per l’elettrificazione dei porti delle relative città, oltre che per concorrere alla produzione di idrogeno.

In questo contesto la Cisl Fvg apprezza l’impegno della Regione nel perseguire la strada della NAHV (North Adriatic Hydrogen Valley) che può posizionare la Regione all’interno di un sistema di collaborazioni internazionali e di competitività economica.

5) L’idroelettrico

La necessità di una riserva idrica è fondamentale per il benessere delle persone nei casi di siccità, come è stato evidenziato nella Valutazione ambientale relativamente al Piano acque.

Com’è noto, i bacini idroelettrici di più grandi dimensioni (gestiti da A2A ed Edison) hanno seri problemi di capacità, in quanto il volume degli invasi sono ridotti a causa delle grandi quantità di ghiaie presenti in essi: sarebbe necessario, a latere del PER, un piano stralcio per cercare di ripristinare i volumi necessari alla scorta di acqua.

Così come la Cisl suggerisce di riprendere in mano lo studio realizzato da Enel (ente elettrico) nel 1975, nove anni dopo la disastrosa piena di Latisana, per la realizzazione di un invaso sul torrente Fella fra Amaro e Moggio Udinese, in grado di generare una consistente riserva d’acqua per la piana friulana, oltre che ad installare 136 MW di generazione utile, e concorrente a mitigare le piene del Tagliamento, che attinge le sue massime portate proprio dal bacino imbrifero delle Alpi Giulie, alla foce.

In questi anni, diversi interventi di ammodernamento ed efficientamento sono stati fatti dai gestori degli impianti che, lo ricordiamo, sono di proprietà della regione Friuli Venezia Giulia: andrebbe sostenuta la linea d’azione sindacale che chiede da diverso tempo l’incremento degli organici dei due principali attori, A2A ed Edison, al fine di migliorare il presidio del servizio di reperibilità, manutenzione e sorveglianza degli impianti idroelettrici regionali.

6) Nucleare

Il PER non prende in considerazione l’uso di energia nucleare che, come il gas, è stato inserito nella tassonomia europea come fonte concorrente alla riduzione delle emissioni.

Fermo restando il quadro legislativo attuale, riteniamo che il PER potrebbe avviare, fuori da strumentalizzazioni e da pregiudizi di qualsiasi sorta, una seria discussione sul nucleare, per l’uso strategico che potrebbe farne l’industria siderurgica regionale, visto la disponibilità sul mercato di minicentrali. Su questo, come Cisl, siamo disponibili ad intavolare una discussione.

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