Cava di gesso di Raveo, il Consiglio di Stato dà ragione a Comune e Regione
Il Consiglio di Stato ha rigettato la causa di risarcimento presentata dal gruppo Grigolin in riferimento alla cava di gesso di Raveo.
Dopo i due ricorsi al Tar del Friuli Venezia Giulia che avevano dato ragione al Comune, la Cps carbonati premiscelati Sarone di Caneva, società che fa parte del gruppo Grigolin, si era rivolta al Consiglio di Stato chiedendo un risarcimento di 22 milioni di euro.
La vicenda era nata per la mancata attivazione della cava in seguito all’emanazione nel 2006 del decreto del presidente della Regione che autorizzò l’inserimento del sito nel Parco delle Colline Carniche, sottraendolo quindi alla destinazione estrattiva.
Oggi il consiglio di Stato ha dichiarato gli appelli improcedibili, rigettando la domanda risarcitoria.
Proponiamo il commento lasciato al nostro sito dall’ex sindaco di Villa Santina, Romano Polonia: “Evviva il Consiglio comunale di minoranza del Comune di Villa Santina, con a capo il Dott. Eldi Candido, che con una lettera consegnata casa per casa ha terrorizzato la popolazione su un presunto debito di 22.000.000 di euro in caso di fusione e di perdita della causa, che mai sarebbe stata per il Comune di Villa Santina. La paura di una possibile perdita ha fatto sì che il referendum per la fusione Villa-Raveo avesse un risultato rovesciato rispetto al primo referendum. Cittadini, prima di votare informatevi e valutate le conseguenze del vostro voto. In questo caso la perdita di 22.000.000 di euro non da pagare ma da poter spendere per il nuovo comune nato da fusione. Valutate bene per le prossime elezioni con chi avete a che fare”.