Cazzaso evacuata, ma si è trattato di una esercitazione
Si è tenuto ieri a Cazzaso di Tolmezzo il primo esperimento di evacuazione di un abitato in Friuli Venezia Giulia. “Una esercitazione – ha spiegato al termine della giornata il sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo in un post su facebook – che serve ai nostri concittadini a sentirsi più sicuri, sapendo che ci sono decine di persone (eravamo più di 50) pronte a scattare per l’incolumità altrui e che serve a noi per mettere a punto un meccanismo che in caso di necessità (ovvero quando la frana dovesse dare segnali importanti di movimento, speriamo mai!) sappia muoversi in rapidità e con professionalità”.
Il sindaco quindi ha voluto ringraziare i volontari della Protezione Civile di Tolmezzo guidati da Alessandro Vettorato, quelli di Zuglio, i dipendenti comunali, la Polizia Locale, la Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Croce Rossa, Vigili del Fuoco e tutti coloro che hanno dato una mano, dalla vicesindaco Simona Scarsini a Mario Mazzolini consigliere comunale delegato alla PC. Ed ancora Fabio Di Bernardo (PC) e il direttore Luciano Sulli “per averci ricordato come momenti come questo servono a costruire un’educazione civica alla protezione civile. Infine, ma non per ultimi, un grande ringraziamento agli Amìs di Cjaçiàs che hanno cucinato la pasta e preparato le torte per un momento di convivialità finale. E adesso avanti – ha concluso – continueremo a monitorare la frana, aumentando la strumentazione per osservarla.
LE ORIGINI DELLA FRANA
La presenza di un dissesto a monte dell’abitato fu osservata già nella seconda metà dell’800, poi gli studi furono ripresi a fine anni ’80, ancora a fine anni ’90 e negli anni 2000, sia dall’Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale nonché dal servizio geologico regionale. Si è effettuato anche un intervento di consolidamento della pendice franosa con il drenaggio dei terreni coinvolti ed allontanando le acque superficiali. Ma si era già messo in guardia: non appena le precipitazioni si intensificano in tempi ristretti, il problema torna a ripresentarsi.
LE ULTIME VICENDE
E’ nel febbraio 2014 che “il paese in movimento” torna a far parlare di se. A causa dell’ondata di maltempo che interessò la zona, spuntarono quattro fronti sul versante orientale del Monte Diverdalce. Il primo dei quali ed il più ingente è lungo 50 metri ed ha un distacco di 30 centimetri, altri due si sono sviluppati nella zona boscata tra Cazzaso e Cazzaso Nuova (Salaris) con lo scarico di rocce, pietrisco e alberi, quindi il quarto si è originato lungo via Monte Cengio, la stradina che dalla comunale per Fusea si distacca verso Cazzaso ed in questo caso ha ceduto una parte della banchina stradale verso valle.
Nel marzo scorso l’amministrazione comunale convoca una riunione con i residenti (poco più di una settantina) per aggiornare sui monitoraggi: lo studio redatto dai consulenti del comune, due geologi e due ingegneri, ha evidenziato che nel corso dell’ultimo anno, da marzo 2014 a marzo 2015 “contrariamente all’entità dei movimenti osservati e a quanto dedotto nell’ultimo ventennio di studio, è in atto una deformazione gravitativa che, per volume coinvolto e per velocità di movimento, mai si era manifestata a memoria degli scriventi”.
In particolare nel pendio a monte del paese si notano segnali, come fratture di tensione e danneggiamenti di briglie esistenti, che impongono un innalzamento della soglia di attenzione. Inoltre il pianoro dove sorge il paese continua a muoversi, come dimostra la frattura visibile sul muretto del campo giochi.
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Per questo motivo il Comune ha deciso di intervenire in vari modi. Prima di tutto eseguendo il monitoraggio della zona con misurazioni manuali, un’operazione iniziata tempestivamente: con i necessari picchetti sono cominciati i rilevamenti su sedici punti, effettuati due volte alla settimana da un agente del Comune assieme alla Forestale. Sul corpo frana verranno inoltre installati apparecchi GPS che segnaleranno in tempo reale eventuali movimenti, un intervento questo che comporterà oneri maggiori e sarà realizzato, così come l’attuale lavoro dei consulenti, grazie a un finanziamento già erogato dalla Protezione Civile.
Si prevede anche di eseguire un diradamento boschivo per dare spazio ai rilevatori GPS e alleggerire la massa della frana. Alla Protezione Civile verrà chiesto inoltre di valutare la possibilità di mitigare il rischio sul corpo frana con dei lavori di captazione delle acque superficiali e sistemando alcune opere già esistenti sul rio Palut.
L’ultima azione prevista è la redazione quanto mai doverosa di un piano di evacuazione che dia gli strumenti, ove ce ne fosse la necessità, di mettere al sicuro la popolazione di Cazzaso. Piano che ne maggio scorso è stato poi approvato in Consiglio comunale.
(le immagini dell’evacuazione riprese dal sindaco sono di Alberto Soravito)