Cibo, benzina e bollette assorbono oltre la metà delle spese delle famiglie Fvg
Secondo l’elaborazione realizzata dall’Ufficio studi della CGIA, le spese “obbligate” sostenute mensilmente nel 2023 dalle famiglie residenti in Friuli Venezia Giulia (FVG) – vale a dire quelle che riguardano indicativamente l’acquisto di cibo, carburante e bollette – hanno raggiunto i 1.312 euro, pari al 55,4 per cento della spesa totale che, invece, in valore assoluto si è attestata a 2.369 euro. Nonostante superi abbondantemente la metà della spesa, la quota percentuale del FVG è ben al di sotto della media nazionale che, segnaliamo, è pari al 56 per cento. Per quanto concerne la spesa complessiva, invece, il FVG si colloca al terzo posto a livello nazionale, solo Trentino Alto Adige con 2.660 euro e la Lombardia con 2.502 euro presentano un dato superiore a quello riferito alla regione più a est del Paese.
Spese obbligate più elevate a causa dell’inflazione
Dopo il periodo del Covid e la crisi energetica che hanno caratterizzato il triennio 2020/2022, le spese “obbligate” si sono stabilizzate su soglie più elevate. A causa, sicuramente, anche del forte aumento dell’inflazione e della conseguente erosione degli stipendi che si sono verificati in questi anni, anche in FVG molte famiglie sono state costrette a concentrare gli acquisti in particolare per “vivere” e per recarsi/tornare dai luoghi di lavoro/studio.
Alimentari e bevande la voce che drena di più
Scomponendo i 1.312 euro di spesa mensile “obbligata” riferiti alle famiglie del FVG, constatiamo che 575 euro sono riconducibili all’acquisto di beni alimentari e bevande analcoliche, 414 per la manutenzione della casa, bollette e spese condominiali e 324 per i trasporti, ovvero per il pieno dell’auto e per gli abbonamenti su bus/tram/metro/treni. A questi 1.312 euro vanno sommati 1.057 euro che, invece, sono ascrivibili alla cosiddetta spesa complementare, che fa salire la spesa complessiva media del FVG a 2.369 euro.
Questa situazione preoccupa anche artigiani e commercianti
Gli artigiani e i piccoli commercianti vivono prevalentemente dei consumi delle famiglie. In particolare di quelle che risiedono nelle aree in cui sono ubicate fisicamente queste piccole realtà imprenditoriali. Se gli acquisti diminuiscono e in massima parte sono destinati a “coprire” le spese “obbligatorie”, è evidente che anche i fatturati delle piccole realtà artigianali e commerciali ne risentono negativamente. La crisi che ha interessato tantissime botteghe artigiane e altrettanti negozi di vicinato è sicuramente ascrivibile alle tasse, al caro-affitti, alla concorrenza molto aggressiva praticata dai centri commerciali e dalla forte espansione del commercio on line, ma certamente anche dal calo dei consumi che, purtroppo, in questi ultimi 10 anni ha riguardato le famiglie meno abbienti e anche quelle che costituiscono il cosiddetto ceto medio.
Acquisti di Natale 2024 probabilmente in calo anche in FVG
Non è da escludere che, con spese “obbligate” in grado ormai di “drenare” ben oltre la metà della spesa totale delle famiglie del FVG, i prossimi acquisti di Natale subiscano una frenata rispetto a quanto avvenuto nel 2023. L’anno scorso, infatti, le stime indicano che in FVG la spesa per i regali da mettere sotto l’albero è stata pari a 250 milioni di euro. Quest’anno, invece, dovrebbe aggirarsi attorno ai 225 milioni di euro (-10 per cento circa). Le ragioni di questa contrazione vanno ricercate nella minore disponibilità di spesa delle famiglie, a fronte delle difficoltà economiche avvertite negli ultimi mesi, e dal fatto che sempre più persone anticipano l’acquisto dei regali di Natale a fine novembre, approfittando degli sconti offerti dal Black Friday.