Ciclista investito a San Daniele, nuovi sviluppi. E la Polstrada lancia il monito
Lo scorso 17 agosto verso le ore 21.00 a San Daniele del Friuli, un veicolo proveniente da Fagagna lungo la S.P. 5 ha investito un ciclista. La pattuglia della Sottosezione Polizia Stradale di Amaro, intervenuta sul posto per i rilievi, aveva identificato la vittima dell’incidente come O.U., nato nel 1985 e residente a Rive d’Arcano, il quale sebbene dotato di giubbetto rifrangente e con la bici munita di luci anteriori e posteriori alimentate a batteria, era stato investito da una autovettura. Il ragazzo risulta ancora ricoverato in ospedale con fratture multiple. Il veicolo che aveva causato il sinistro però non si era fermato, proseguendo la marcia nonostante i danni sullo stesso risultassero essere ingenti. Erano state avviate subito le indagini tramite l’analisi delle parti del mezzo rimaste sul luogo del sinistro e l’esame dei filmati delle telecamere presenti sul territorio.
Solo in un secondo momento, F.V. di circa trent’anni, residente nel gemonese, conducente del veicolo e successivamente individuata come responsabile dell’incidente, si è messa in contatto con la Polizia Stradale di Amaro collaborando nella ricostruzione dei fatti. Appurata la sua responsabilità, è stata indagata.
La Polizia Stradale coglie l’occasione di questo tragico evento per ricordare che, a causa di questa tipologia di comportamenti e per rispondere adeguatamente ai gravi problemi conseguenti, il legislatore ha introdotto una normativa specifica, entrata in vigore all’inizio dell’anno scorso, stabilendo delle pene particolarmente severe.
La legge attualmente in vigore ha una funzione soprattutto deterrente, poiché condanna con forza comportamenti particolarmente irresponsabili e socialmente pericolosi, che mettono a repentaglio la vita e l’integrità fisica delle persone. Nel caso si incorra in un incidente stradale che vede coinvolti altri veicoli e persone, non si conosce il tipo di danno arrecato, se non fermandosi immediatamente. Solo in tal modo si può controllare e mettersi a disposizione delle eventuali persone ferite per prestare loro immediata assistenza. Sono infatti i primi minuti quelli che permettono un tempestivo soccorso all’infortunato, in certi casi determinante a salvare la vita di una persona, permettendone poi una migliore guarigione. Proprio per tale motivo le sanzioni in caso di omesso soccorso sono state inasprite.
Si rammenta che se vengono provocate lesioni superiori a 40 giorni è prevista la reclusione fino a tre anni, sempre che non ricorrano situazioni aggravate quali la guida in stato d’ebbrezza o condotte di guida particolarmente pericolose. Nel caso in cui però il conducente non si fermi, la legge prevede la reclusione fino a un massimo di cinque anni ed in ogni caso, non potrà essere inferiore a tre anni.
Ulteriori aggravanti, che producono un aumento della pena, sono guidare senza aver mai conseguito la patente, circolare con il veicolo privo di assicurazione o aver ferito più di una persona. Oltre al rilievo penale di cui si è fatta menzione, non bisogna dimenticare le ricadute sulla patente. Questa verrà immediatamente sospesa dal Prefetto fino a cinque anni e poi, al termine del processo, verrà revocata dal giudice, con tempi particolarmente lunghi per riottenerne una nuova. Pertanto quando si incorre in un incidente stradale non bisogna farsi prendere dal panico, ma la prima cosa da fare è accertare se ci sono feriti, eventualmente contattare il 112 per attivare tempestivamente i soccorsi, segnalare gli eventuali ostacoli per evitare che altre persone si facciano male ed informare le Forze di Polizia al fine di poter meglio chiarire la dinamica dei fatti.