Colpito da una scheggia, muore operaio di 22 anni
Incidente sul lavoro nella notte nello stabilimento Stm di Maniago. L’esplosione è costata la vita a un operaio 22enne che stava facendo il turno di notte. L’incidente si è verificato verso 1:30 del 25 marzo. Il giovane che ha perso la vita si chiama Daniel Tafa, residente a Vajont.
Secondo le prime ricostruzioni, dal macchinario è partita una scheggia incandescente che lo ha trafitto alla schiena, uccidendolo all’istante.
Daniel Tafa aveva compiuto 22 anni il 24 marzo.
La magistratura ha aperto un’inchiesta e l’area è sotto sequestro. Dinamica e responsabilità ancora tutte da capire. Si unisce al cordoglio della famiglia il Governatore Massimiliano Fedriga. “La sicurezza – ha detto – é un valore assoluto e irrinunciabile”. “Le morti sul lavoro sono tragedia e fallimento” ha detto il presidente di Confindustria alto Adriatico Michelangelo Agrusti che esprime vicinanza alla famiglia del giovane Daniel.
“Reagiamo con dolore e rabbia alla notizia dell’ennesima morte sul lavoro, resa ancora più tragica dalla giovanissima età della vittima. È alla sua famiglia, agli amici e ai colleghi di Daniel Tafa che va il primo pensiero e il cordoglio di tutta la Cgil” scrivono i segretari regionali del sindacato.
“Ma dinanzi a fatti come questi il cordoglio non basta. Al di dà della scontata esigenza di far luce sulla dinamica dei fatti, questa nuova tragedia del lavoro chiama in causa la coscienza e le responsabilità di tutti. Se sul lavoro si continua a morire è perché manca una vera cultura della sicurezza, manca formazione, manca una capillare attività di vigilanza, anche a causa delle carenze di organico nei servizi delle aziende sanitarie preposti alla sicurezza degli ambienti di lavoro. Morire sul lavoro è inaccettabile. Ecco perché si può e si deve fare di più in termini di leggi, di dotazioni adeguate del personale ispettivo e di investimenti su salute e sicurezza”.