Combinata nordica, Pittin: «Il trampolino è diventato troppo importante rispetto al fondo»
Sei gare a punti nella Coppa del Mondo di combinata nordica, con un undicesimo posto come miglior piazzamento e il sesto posto parziale nella classifica generale del “Best Skier Trophy”, tutti ottenuti sugli “ostici” trampolini grandi. Alessandro Pittin può ritenersi abbastanza soddisfatto del primo spicchio di stagione, fra Ruka e Lillehammer ha dato prova di solidità mentale nel salto e ottima forma sugli sci stretti. “Mi sarei aspettato qualcosa in più a livello di piazzamenti – esordisce il finanziere carnico -, però credo che alla fine sia a livello personale che a livello di squadra ne siamo usciti positivamente. Se facciamo eccezione per l’ultima gara di Ruka, l’Italia ha realizzato il quarto punteggio complessivo per nazioni. Personalmente sto lavorando affinché non ci siano più le differenze del passato nel rendimento fra trampolino grande o piccolo, la differenza in questo momento è solamente legata alle sensazioni che vivo in quella giornata, non è più un fatto tecnico”.
Pittin fa un bilancio anche di quanto visto sinora in generale. “I norvegesi hanno fatto il bello e cattivo tempo sui trampolini grandi, nella prossima tappa di Ramsau (20-22 dicembre, ndr), le cose dovrebbero andare meglio, gareggeremo tutti su una pista nuova, da quel che dicono sembra più impegnativa ma lo verificheremo solo in gara. Effettivamente i norvegesi tolgono un po’ di spettacolo per la loro superiorità, hanno creato il combinatista perfetto, però facciamo uno sport che unisce due discipline diverse, è sempre difficile trovare il giusto mix fra salto e fondo. A mio parere la Fis dovrebbe rivedere i coefficienti dei punti realizzati sul trampolino, che è diventato troppo importante. Se guardiamo solo il lato sportivo, il livello attuale è giusto, ma dal punto di vista spettacolare non credo che la gente assista a gare indimenticabili; per un combinatista delle mie caratteristiche la seconda parte sugli sci rischia di diventare noiosa, nazioni come Norvegia, Germania oppure Austria hanno una disponibilità di atleti decisamente superiori alle altre squadre, le differenze in questo modo aumentano”.