I Comitati di Gemona: “Niente più radiologia al pomeriggio al San Michele”
“Mentre il Friuli ritorna a tremare con l’ennesima scossa di terremoto, il depotenziamento dell’ospedale gemonese San Michele continua”. A dichiararlo i Comitati in difesa dell’Ospedale San Michele di Gemona del Friuli.
“Dal 15 gennaio, infatti, al nosocomio gemonese è stato tolto il turno pomeridiano dalle 16 alle 20 del servizio radiologico. Mentre la Giunta regionale, capeggiata dalla Serracchiani, stanzia ingenti risorse per tagliare le liste d’attesa, il direttore generale dell’AAS3 Benetollo ha deciso di depotenziare l’ambulatorio radiologico gemonese – scrivono in una nota gli attivisti dei Comitati -. Diversi cittadini ci hanno infatti segnalato l’impossibilità di prenotare un appuntamento dalle 16 in poi. Da metà mese, quindi, la radiologia gemonese ha interrotto le prestazioni ambulatoriali esterne non urgenti alle ore 16, mentre il turno precedente era previsto fino alle ore 20. In altre parole, le macchine, che dovrebbero lavorare a pieno ritmo fino alle ore 20, smettono di funzionare alle ore 16: una ventina di ore in meno rispetto alle possibilità del presidio”.
“Decisioni che non vanno solo contro a quanto previsto dalla stessa riforma sanitaria della Serracchiani, che stabilisce un potenziamento dell’attività ambulatoriale e della diagnostica, ma anche contro gli stessi contribuenti, che in FVG pagano la sanità di tasca propria – aggiungono -. Ci pare incomprensibile che un servizio talmente importante come quello della radiologia possa essere decurtato in questo modo, quando nell’ospedale di Udine le liste sono attualmente addirittura bloccate. Malgrado vengano garantite le urgenze (e ci mancherebbe), ci chiediamo perché l’orario più comodo per lavoratori e studenti (fascia pomeridiana) venga eliminato. Il reparto, oltre al primario, è composto da ben 8 radiologi che lavorano su Tolmezzo e Gemona”.
“Dato che non ci risulta una carenza di personale, né sono stati effettuati tagli ai tecnici del reparto – concludono dal Comitato – chiederemo al direttore Benetollo, i dati e gli orari relativi alle prestazioni lavorative intra-moenia (in libera professione utilizzando apparecchiature pubbliche) di questi professionisti, perché non appare per nulla chiaro come una squadra di ben 8 medici (escluso il primario), non possa coprire i turni normali espletati finora. Non vorremmo fossero altri gli interessi dietro a questa decisione, a discapito dei bisogni dei cittadini e della stessa sanità pubblica. Per questo, scriveremo alla presidente Serracchiani, che al tempo ha nominato personalmente il Direttore Generale, per avere spiegazioni a riguardo e soprattutto per chiedere il ripristino del precedente orario, considerando che recentemente la sua Giunta regionale ha stanziato ben 17 milioni di euro per tagliare le attuali lunghissime liste d’attesa”.