I Comitati gemonesi dopo il “caso” di Tarvisio: “Rivedere subito la legge sanitaria”
“L’iniqua riforma sanitaria, targata Serracchiani/Telesca dimostra ogni giorno che passa, i suoi nefasti effetti sulla sanita’ regionale. Ormai siamo in presenza di casi di persone che muoiono a casa, non avendo trovato posto all’Ospedale. Questa è la cartina di tornasole del fallimento di una riforma sanitaria, scritta da ragionieri, burocrati e clinici politicizzati, che non hanno tenuto conto che la sanità, non può essere programmata a tavolino, secondo schemi matematici, oltreché “politici”. Tornano ancora una volta all’attacco i Comitati gemonesi sorti in difesa dell’Ospedale San Michele.
“Il CentroSinistra regionale – aggiungono in una nota – ha voluto una legge che fra l’altro, ha provocato il taglio di ben 450 posti/letto per acuti in Regione, per portarci al 3×1000 degli abitanti, quando in Germania sono al 7 e in Francia al 6. Dimenticando però di essere in presenza di una popolazione sempre più anziana e bisognosa di assistenza e non tenendo conto che l’acuzia mal curata, poi si trasforma in cronicità. I risultati si vedono e la protesta, dai monti al mare, sia dei cittadini che degli operatori è ormai quotidiana. Anche l’Alto Friuli, è stato pesantemente penalizzato con la trasformazione del P.S. di Gemona in P.P.I., senza l’Area di Emergenza”.
“Oltretutto oggi le ambulanze basate al San Michele, declassato “politicamente“ a Presidio per la Salute, molto spesso non rientrano a Gemona, ma portano i pazienti a Tolmezzo, San Daniele o Udine. Allungando però i tempi di risposta, con i potenziali rischi connessi a una risposta sanitaria ritardata. Da ciò – affermano ancora gli attivisti gemonesi – anche alla luce dei suoi numeri, la necessità di ripristinare al San Michele un P.S con Area di Emergenza come prima. Anche la chiusura del reparto di Medicina, che aveva 50 posti/letto, ora trasformato in nebulose “degenze intermedie funzionali“, senza un primario e con gravi lacune tecnico/organizzative, come recentemente dimostrato nell’assemblea del personale infermieristico, è stato un pesante “ vulnus“ al nostro territorio”.
“Ricordiamo che nell’autunno del 2012 l’Ospedale San Michele aveva ottenuto l’accreditamento triennale per “qualità e sicurezza“ della Joint Commission International Agency, che è il massimo ente a livello mondiale per queste certificazioni. Dovremo assistere ad altre morti, prima di vedere una profonda revisione della L.R. 17/2014, che ha sfasciato la nostra Sanità, un tempo di eccellenza e ora scivolata dal 10° al 12° posto, secondo il sondaggio effettuato da Demoskopika? La Presidente Serracchiani, lasci da parte i talk-show e il Partito e come ha promesso, ascolti il grido di dolore su questo tema, che sale da tutta la Regione. Tutti possono sbagliare, ma con umiltà e intelligenza, si può rimediare. La correzione sostanziale della contestata riforma è ormai indifferibile. Si ascoltino sul serio i territori, i loro rappresentanti istituzionali, i Comitati e tutti portatori di interesse. Solo così si potrà giungere a una riforma veramente condivisa, che pur contenendo i costi, dia a tutti i cittadini della Regione uguali diritti, come sancito dall’art. n° 32 della Costituzione”.
Non se ne può più delle continue uscite dei comitati di Gemona. Ma vi rendete conto quanto siano meschine certe affermazioni? Cari referenti dei comitati, che tra l’altro nemmeno vi indicate con nome e cognome, se davvero vi sono delle responsabilità nella morte di pazienti, inoltrate una denuncia. Oppure smettetela di diffamare con volgari e indegne affermazioni.