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Il nuovo comune di Treppo Ligosullo nascerà il 1° febbraio 2018

Istituzione del Comune di Treppo Ligosullo mediante fusione dei Comuni di Ligosullo e Treppo Carnico: l’Aula l’ha accolta a maggioranza con i voti favorevoli della Giunta e del Pd ad eccezione di Marsilio che ha votato contro, al pari di Travanut (Mdp), mentre Pustetto (Misto) si è detto favorevole come Violino (Misto); un no compatto è arrivato invece dagli altri consiglieri del centrodestra e anche dal M5S.

A presentare il disegno di legge è stato Vincenzo Martines (Pd), relatore unico del provvedimento di cui ha ripercorso le tappe salienti: il 3 gennaio 2017, la Giunta regionale ha presentato il disegno di legge n. 178 precisando che solo successivamente allo svolgimento della consultazione referendaria e in caso di esito favorevole, l’iter in Consiglio regionale sarebbe proseguito con l’assegnazione alla competente Commissione.

La modifica delle circoscrizioni comunali e le fusioni dei Comuni avvengono, infatti, con legge regionale sentite le popolazioni interessate. I Consigli comunali di Ligosullo e Treppo Carnico hanno espresso parere favorevole alla loro fusione con deliberazioni ad hoc a marzo 2016. Con la presentazione del disegno di legge n. 178 e in applicazione delle leggi, la Giunta regionale ha quindi assunto l’iniziativa per la fusione dei Comuni di Ligosullo e Treppo Carnico presentando all’Assemblea legislativa il relativo disegno di legge.

Il procedimento di fusione di Ligosullo e Treppo Carnico ha compiuto tutti i passaggi previsti dalla normativa regionale – ha detto Martines -, compreso lo svolgimento del referendum consultivo, che ha avuto luogo domenica 29 ottobre 2017. In tale occasione, la proposta di istituzione del nuovo Comune denominato “Treppo Ligosullo” è stata approvata dalla maggioranza degli elettori complessivamente considerati, come richiesto dalla legge regionale 5/2003. In particolare, ha votato a favore della fusione il 63,68% degli elettori coinvolti: nel Comune di Treppo Carnico, il sì alla fusione ha ottenuto il 67,95% dei voti, mentre a Ligosullo ha raggiunto solo il 46,74% dei consensi con uno scarto rispetto al no (53,26%) di soli 6 voti.

Entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati del referendum consultivo, la Giunta regionale è tenuta a presentare al Consiglio regionale un disegno di legge sull’oggetto del quesito sottoposto a referendum. Avuto riguardo al particolare risultato della consultazione nel Comune di Ligosullo – ha aggiunto Martines -, si deve evidenziare che il Consiglio comunale il 6 novembre scorso ha deliberato all’unanimità: di dare atto che, visti i risultati della consultazione referendaria, la maggioranza dei votanti dei Comuni coinvolti nel progetto di legge ha optato per il “sì” alla fusione con il Comune di Treppo Carnico; di esprimere il proprio assenso a procedere alla fusione dei Comuni di Ligosullo e Treppo Carnico e all’istituzione del nuovo Comune di Treppo Ligosullo; di invitare la Giunta e il Consiglio regionali a rispettare la volontà espressa dagli elettori dei due Comuni proseguendo l’iter previsto dalla legge. La Giunta regionale ha, pertanto, valutato di tenere conto della volontà espressa dagli elettori dei due Comuni, che a maggioranza hanno manifesto parere favorevole alla fusione, e di sottoporre all’approvazione del Consiglio regionale il disegno di legge n. 178.

Se così la storia, così i contenuti approvati oggi dall’Aula: l’articolo 1 fissa al 1º febbraio 2018 la data di nascita del nuovo Comune di Treppo Ligosullo, che sarà formato dai territori degli attuali Comuni di Ligosullo e Treppo Carnico, con capoluogo a Treppo Carnico; da quella data, sindaco, Giunta e Consiglio cessano le rispettive cariche in favore di un commissario e di un vicecommissario.

L’articolo 2 fissa il termine per l’elezione degli organi del nuovo Comune di Treppo Ligosullo: avrà luogo nella prima tornata elettorale utile, ovvero nella primavera del 2018. Lo statuto del nuovo Comune di Treppo Ligosullo sarà approvato entro 6 mesi dall’elezione dei suoi organi.

L’articolo 3 risponde all’esigenza di definire la disciplina dei rapporti patrimoniali e finanziari relativi alla successione tra i Comuni interessati, compresi i rapporti riguardanti il personale, fermo restando che il nuovo Comune di Treppo Ligosullo subentra nei procedimenti amministrativi in corso e nelle titolarità dei beni mobili e immobili e dei rapporti giuridici attivi e passivi posti in essere dagli attuali Comuni di Ligosullo e Treppo Carnico.

Per evitare inopportuni vuoti di disciplina, nell’articolo 4 si dettano alcune norme per favorire la transizione fra i vecchi e il nuovo Comune, consentendo alle due amministrazioni comunali di adottare, attraverso i propri organi e uffici, tutti i provvedimenti e le iniziative utili per consentire la piena operatività del Comune di Treppo Ligosullo fin dal 1º febbraio 2018.

L’articolo 5 contiene l’autorizzazione di spesa a favore del nuovo Comune, con l’assegnazione speciale per gli oneri di primo impianto pari a 400.000 euro.

L’articolo 6 prevede la quantificazione della quota annuale a valere sul Fondo di accompagnamento per i Comuni risultanti da fusione.

LE REAZIONI

PAOLO PANONTIN (assessore regionale alle Autonomie locali)

“I voti per costituire i due nuovi Comuni frutto delle rispettive procedure referendarie per la fusione di Treppo e Ligosullo da un lato, e di Villa Vicentina e Fiumicello dall’altro, sono un’altra tappa verso il processo di riordino istituzionale e di semplificazione dell’architettura del sistema delle Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia. La Giunta regionale ha accompagnato i processi di fusione, già incentivati per legge, creando condizioni di vantaggio anche economico, nella convinzione che sia opportuno, quando vi sia la volontà delle popolazioni, di ridurre il numero dei Comuni, soprattutto quelli molto molto piccoli. Credo che abbiamo raggiunto un risultato importante. Aspicato che anche l’ammissibilità per il processo di fusione dei Comuni di Terzo d’Aquileia e di Aquileia, il cui percorso è stato oggi illustrato dal relatore del disegno di legge, Paride Cargnelutti, possa avere lo stesso esito positivo. Quanto alle contestazioni che sono giunte dalla minoranza in Aula, sono meramente strumentali: la legge che è stata votata dal Consiglio con larga maggioranza ripristinava un principio che era stato introdotto all’origine della norma di riferimento sui referendum. L’articolo 19 della legge 5 del 2003, approvata in quest’Aula nella legislatura Tondo, con assessore alle Autonomie Ciriani, prevedeva che venisse considerato il voto espresso globalmente nel processo referendario. Allora era così previsto, poi dopo l’esito del referendum per Attimis e Faedis, la legislatura Tondo 2008-2013 rimise mano alla norma: noi l’abbiamo ripristinata com’era originariamente. Sostanzialmente il voto era di natura meramente politica: valutare se le condizioni di espressione del voto referendario erano rispettose della legge che l’Aula aveva a suo tempo approvato a larga maggioranza e, verificato un tanto, coerentemente con le suddette norme la maggioranza si è espressa”.

ELENA BIANCHI (consigliere regionale Movimento 5 Stelle)

“Calpestare la volontà di una comunità che si è espressa chiaramente attraverso un referendum, significa aumentare ulteriormente la distanza – già enorme – fra i cittadini e la politica. Crediamo sia quanto mai necessario rimettere mano alla legge che regolamenta le procedure di approvazione delle fusioni dei Comuni nel Friuli Venezia Giulia. “Questa urgenza è dimostrata anche dalla richiesta dei Comuni di Aquileia e Terzo di Aquileia, che si apprestano a indire il referendum consultivo per la fusione dei due Comuni. Noi del MoVimento 5 Stelle chiediamo che non si proceda alla fusione se anche solo in uno dei due comuni i cittadini esprimano contrarietà con un voto maggioritario. Dal nostro punto di vista, inoltre, è necessario rivedere le modalità di stanziamento dei fondi finalizzati alla promozione delle fusioni nei Comuni. Promozione che evidentemente non funziona, visto il generale fallimento dei referendum. “Eppure, come più volte sostenuto, la riforma degli enti locali con l’imposizione delle Uti avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi gestionali e amministrativi dei comuni più piccoli, rendendo inutili o superflue le eventuali fusioni. Non capiamo pertanto questa insistenza da parte della maggioranza, sempre molto convinta della bontà della propria riforma e allo stesso tempo così ansiosa di approvare fusioni, di fatto, imposte ai cittadini. Il M5S del Friuli Venezia Giulia resta ovviamente favorevole alle fusioni quando partono dal basso e sono volute dalle comunità comunali. A tal proposito basti ricordare che, senza il nostro voto, non sarebbe stato approvato il referendum per Aquileia e Terzo, perché la maggioranza non avrebbe avuto i numeri per approvarlo da sola”.

BARBARA ZILLI (consigliere regionale Lega Nord)

“Quella di prendere a calci la volontà popolare sembra quasi una passione per il Pd di Debora Serracchiani.  ggi in Aula ha preso vita quello che ci auguriamo sia l’ultimo atto di arroganza di una Giunta che ci ha ormai abituati a prese di posizione incuranti della voce delle nostre comunità. Quella sulle fusioni è una decisione forzata, che non tiene minimamente conto della contrarietà espressa con referendum dagli abitanti di Villa Vicentina e Ligosullo e che dà vita a una legge regionale sbagliata e dannosa. Al netto dei pesanti dubbi di legittimità degli atti adottati lungo l’iter del procedimento e sui reali benefici per i comuni coinvolti, vi è un unico dato politico certo: questa legge va cambiata. Una legge che stravolge completamente la vita delle comunità locali non può essere adottata senza maggioranze qualificate che certifichino la volontà delle istituzioni coinvolte e senza che sia data la giusta dignità all’espressione popolare delle singole comunità. “Purtroppo il Pd preferisce ancora una volta le logiche di partito al confronto con i reali interessi dei cittadini”.