Concluso a Gemona il percorso incentrato sulla presenza di Dante in Friuli
“Il vasto lavoro di approfondimento condotto nell’ambito del progetto ‘La campana del Paradiso: sulle tracce di Dante e delle genti toscane nel Medioevo gemonese e friulano’ merita di essere esportato e conosciuto ben oltre i confini regionali”.
Ne è convinta l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, che oggi nel Duomo di Santa Maria Assunta a Gemona è intervenuta al convegno che chiude il percorso di ricerca e valorizzazione incentrato sulle tracce della presenza del Sommo poeta in Friuli.
“Passione, voglia di approfondire ed esplorare un legame ancora poco noto tra le genti friulane e quelle toscane nel Medioevo, sono le cifre di una vasta ricerca che è un vanto per la nostra regione – ha affermato Zilli -. Anche per questo l’Amministrazione regionale ha creduto nel progetto mettendo a disposizione le proprie risorse, certa delle ricadute importanti che avrebbe avuto per la comunità. I bandi cultura, infatti – ha aggiunto l’esponente della Giunta regionale -, non sono mai fini a sé stessi, ma creano un vantaggio per i territori e ne valorizzano le potenzialità”.
Con un video messaggio anche l’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli ha portato il proprio saluto e la gratitudine dell’Amministrazione regionale per la rete di relazioni sorta da questa progettualità e per il livello di approfondimento che ne è derivato soprattutto rispetto alla presenza di alcune nobili famiglie dell’epoca che dalla Toscana spinsero le proprie fortune verso il Veneto e il Friuli.
La preziosa campana custodita in Duomo, fusa a Gemona nel 1423 per commemorare il primo centenario della morte di Dante, è considerata la più antica traccia della diffusione della Divina Commedia nel Patriarcato di Aquileia. In quegli anni, come è stato rilevato nel corso del convegno, la gente di Gemona conosceva l’opera dantesca. Ciò è testimonianza di come il Medioevo non fu affatto un tempo buio, ma ricco di capacità ed espressione artistica, di relazioni commerciali, di visione di futuro nei valori cristiani.
L’opera, come emerso dagli studi del convegno, ha consentito anche di mettere in luce l’archivio storico municipale e di annoverarlo tra i più importanti della regione. Al suo interno infatti sono custoditi il primo Statuto comunale, i verbali dei consigli comunali e un’innumerevole raccolta di atti notarili che testimoniano la centralità di Gemona, assieme ad Aquileia e Cividale del Friuli, nella fitta rete di relazioni anche commerciali intessuta nell’era del Patriarcato.
(nella foto l’intervento dell’assessore Zilli)