Confcocoperative: necessaria una sinergia albergo diffuso-promozione turistica
«Ora che è stata fatta chiarezza sul “caso” albergo diffuso, riconosciuti i suoi meriti e ridimensionata la campagna denigratoria subita dai gestori, ci sembra il momento opportuno per entrare nel merito: ben venga un intervento se finalizzato a valorizzare gli investimenti di questi anni e migliorare la promozione turistica di quest’iniziativa di sviluppo della montagna».
Quest il commento di Flavio Sialino di Confcooperative Udine alla notizia di un intervento legislativo regionale sul tema, annunciato dall’assessore regionale Panontin che, peraltro, ha riconosciuto i risultati raggiunti dagli alberghi diffusi come “modelli di sviluppo del territorio montano”.
Per Sialino, dunque, bisogna ripartire dai rilievi costruttivi della stessa Corte dei Conti che indicano la strada di una maggiore sinergia con la promozione turistica. «Se poi si vuole ampliare il ruolo delle società di gestione riconoscendone il contributo alla promozione del territorio, siamo assolutamente disponibili a parlarne e a cogliere l’opportunità», è l’apertura dello stesso Sialino, che sottolinea come il modello cooperativo non vada messo in discussione: «Per la sua stessa natura mutualistica, è quello che garantisce infatti che non vi sia alcun intento speculativo, ma ogni investimento si orienti invece all’utilità che esso può avere per il territorio di riferimento. La stessa Corte, nei giorni scorsi, aveva evidenziato l’insufficiente sinergia tra l’investimento nell’albergo diffuso e le strategie promoturistiche regionali, nonché la necessità di investire maggiormente in infrastrutture quali sentieristica, piste ciclabili, wi-fi. È chiaro, infatti, che un albergo diffuso, da solo, non può supplire a un carente investimento più generale nella promozione del territorio. Il club di prodotto dell’albergo diffuso va quindi ripreso, rilanciato, sostenuto», è la proposta di Sialino.
Nei giorni scorsi, in una sua relazione, la Corte dei Conti del Friuli VG aveva ridimensionato il caso albergo diffuso: «Una certa campagna mediatica aveva dipinto gli alberghi diffusi come un pozzo senza fondo di risorse: la verità è che si è trattato di investimenti limitati e forse, di fatto, tra i pochissimi davvero indirizzati allo sviluppo del turismo e della montagna», aggiunge in merito Sialino, da tempo in prima linea per difendere gli alberghi diffusi ma, soprattutto, chiedere maggiori investimenti sulla montagna friulana.
Analizzando nello specifico i contributi erogati attraverso il Fesr – ovvero i fondi di origine europea gestiti dalla Regione stessa – risultano collegati all’albergo diffuso soltanto 11 dei 146 interventi finanziati. L’albergo diffuso riguarda quindi interventi «quantitativamente di modesta rilevanza», dice la Corte. «Lo scenario dipinto ridimensiona, e di molto, l’entità degli “sprechi” che, secondo una campagna mediatica che Confcooperative ha sempre respinto, sarebbero stati collegati ai progetti di albergo diffuso. Rimangono i dati, quelli veri, di migliaia di presenze turistiche portate in località altrimenti prive di strutture ricettive. E la mobilitazione di investimenti privati, calcolati attorno ai 25 milioni di euro, per coprire la parte di investimenti non coperti dalla contribuzione pubblica per la sistemazione dei vari alloggi. Tenuto conto della mole di risorse finanziarie stanziate per altre voci, o con risultati decisamente dubbi, si può dire che puntare il dito sull’albergo diffuso si è rivelato decisamente fuorviante. Gli sprechi sembrano stare altrove», chiosa Sialino.