Confcommercio-Federalberghi: “No a pasticci sulla tassa di soggiorno”
Il pasticcio della tassa di soggiorno in alcune località turistiche venete riaccende i riflettori su un balzello che Confcommercio-Federalberghi continua a contrastare. Dopo la reintroduzione dell’imposta da parte di dieci Comuni del Veneto, in primis Cortina, il ministero dell’Economia, con una nota interpretativa, ha piazzato l’altolà a una misura di aumento dei tributi locali, e dunque in conflitto con la legge di Stabilità. Eppure i turisti continuano a pagare, nell’attesa di chiarimenti con Roma. «Un caso emblematico – commenta il presidente di Confcommercio Udine Giovanni Da Pozzo – che conferma l’impossibilità di controllare questo tipo di tassa e la non correttezza di applicare un ulteriore aggravio tributario per il territorio».
La preoccupazione dell’associazione è di evitare che in Friuli Venezia Giulia si scelga quella strada. «Già in difficoltà per la crisi economica e una pressione fiscale altissima – commenta la presidente regionale di Federalberghi Paola Schneider – riteniamo gravissimo aggiungere tasse a carico dei turisti, in calo e con sempre meno capacità di spesa, e degli albergatori, che oltre a essere penalizzati dovrebbero pure qualificarsi come agenti contabili del Comune. Prima di chiedere un obolo al turista, sarebbe opportuno creare servizi e opere urbane di abbellimento dei centri turistici, mentre gli introiti della tassa di soggiorno servirebbero solo a coprire i “buchi” di bilancio».
Da parte di Da Pozzo, infine, l’auspicio che «in Regione prevalga la linea della ferma contrarietà del vicepresidente Sergio Bolzonello. Dopo aver visto la politica intromettersi in maniera maldestra sulla liberalizzazione dei saldi, speriamo che prevalga una visione organica in tema di salvaguardia del valore economico e sociale delle Pmi».